La cessazione del reddito di cittadinanza porta alla perdita dell’assegno unico e universale per i figli a carico, anche se gli stessi percettori fanno nuova domanda di accesso all’assegno di inclusione. Sempre che i diretti interessati non presentino una nuova domanda. La domanda di assegno unico per continuare a ricevere l’importo deve essere presentata velocemente, in caso contrario, la mensilità di febbraio risulta essere l’ultima che avranno diritto a ricevere il contributo.
A chiarirlo è il messaggio n. 258 del 19 gennaio 2024 dell’Inps, che ha ricordato che, fino al mese di febbraio 2024, l’assegno unico verrà erogato automaticamente agli ex percettori del reddito di cittadinanza. Dal 1° gennaio 2024 tuttavia con l’introduzione dell’assegno di inclusione si perde questo automatismo; pertanto bisogna fare una nuova richiesta a parte per ottenere l’AUU.
Ma cerchiamo di capire cosa cambia per i diretti interessati e come si debbano muovere per non perdere l’assegno unico.
Assegno unico, cosa cambia con l’introduzione dell’Assegno di inclusione
L’assegno di inclusione ha debuttato il 1° gennaio 2024. La misura è destinata alle famiglie al cui interno siano presenti:
- figli minorenni;
- disabili;
- persone con più di sessant’anni di età;
- persone in condizione di svantaggio ed inseriti all’interno di programmi di cura e assistenza dei servizi sociosanitari.
L’ADI, sostanzialmente, risulta essere separato dalle prestazioni previste per i figli a carico.
All’interno del suo messaggio l’Inps chiarisce che:
Per effetto dell’entrata in vigore della citata misura, nei confronti dei nuclei familiari per i quali è cessata la fruizione del Reddito di cittadinanza (RdC) al 31 dicembre 2023 e ai quali l’Assegno unico e universale per i figli a carico (AUU) veniva corrisposto come quota integrativa dello stesso Reddito, che non hanno presentato la domanda di AUU, la relativa prestazione continua a essere erogata sulla carta RdC per l’intero importo spettante, senza soluzione di continuità, sino alla mensilità di febbraio 2024, tenuto conto dell’Indicatore della situazione economica equivalente (ISEE) valido al 31 dicembre 2023.
Pertanto come detto in premessa bisogna fare una nuova richiesta di assegno unico anche se si percepisce l’ADI e anche se si è ex percettori di RdC.
Questo perchè, lo ricordiamo di nuovo
- l’assegno unico veniva pagato automaticamente sulla Carta RdC anche se non si faceva domanda
- mentre sulla Carta ADI questo non avverrà; e quindi chi ne ha diritto dovrà presentare una apposita domanda.
Assegno unico: cosa succede da marzo 2024
Le famiglie che risultano essere in possesso dei requisiti, per continuare a ricevere l’assegno unico, devono presentare una nuova domanda. È importante sottolineare che l’eventuale presentazione della richiesta per ricevere l’Adi non sostituisce in alcun modo quella necessaria per continuare ad ottenere l’assegno unico e universale. Per poter continuare a percepire questo ulteriore contributo è necessario presentare l’apposita domanda.
L’Inps ha ricordato che, seppur la domanda di AUU va fatta entro febbraio, è possibile fare domanda per l’assegno unico e l’Isee aggiornato anche entro il 30 giugno 2024, prendendo gli arretrati i quali arriveranno a conguaglio, nel corso dei mesi successivi.
Nel caso in cui dovesse mancare l’Isee in corso di validità, l’importo dell’assegno unico viene calcolato a partire dal mese di marzo 2024 basandosi sugli importi minimi che sono stati previsti dalla normativa attualmente in vigore.
Per quanti dovessero presentare la dichiarazione sostitutiva unica (DSU) entro il 30 giugno 2024, si vedranno adeguare gli importi già erogati a partire dal mese di marzo 2024 attraverso la corresponsione degli eventuali arretrati.
Sospensione del reddito di cittadinanza nel corso del 2023
Anche i nuclei familiari per i quali il reddito di cittadinanza è stato sospeso nel corso del 2023 devono presentare la domanda per ottenere l’assegno unico. A fornire importanti chiarimenti, in questo caso, è stato il messaggio n. 2896 del 7 agosto 2023.
L’Inps continua a garantire la fruizione della prestazione fino alla competenza del mese di febbraio 2024. Chi volesse beneficiare del contributi successivamente, deve presentare una nuova domanda di AUU, sempre che non l’abbia già presentata.
La correttezza dei dati
Perché l’INPS eroghi l’assegno unico universale per i figli è necessario indicare i dati corretti all’interno della relativa domanda.
Nel dettaglio è importante assicurarsi di indicare correttamente il codice IBAN della carta prepagata o del conto corrente. Il titolare della prestazione inoltre deve essere lo stesso del conto (o esserne cointestatario).
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