Più volte su queste pagine ci siamo soffermati sull’Assegno di inclusione – AdI, misura che – in combinazione con il Supporto formazione e lavoro – ha sostituito il reddito di cittadinanza, a partire dal primo gennaio scorso.
Come dettagliatamente spiega il sito web del Ministero del Lavoro, il cd. Decreto Lavoro (D.L. 4 maggio 2023, n. 48, convertito con modificazioni nella legge n. 85 dello scorso anno) ha introdotto nuove misure di inclusione sociale e lavorativa, tra cui proprio il citato Assegno di inclusione. La prestazione viene erogata agli aventi diritto sulla scorta di specifici requisiti e, sebbene alcuni tendano a confonderlo con il RdC, le differenze – anche sul piano applicativo – sono oggettive.
Di seguito vedremo insieme due questioni molto importanti, che attengono specificamente all’utilizzo quotidiano del contributo contro la povertà, ossia: entro quando va speso l’importo caricato sulla relativa Carta di inclusione? Ed inoltre, c’è una somma massima accumulabile per gli acquisti futuri? Facciamo chiarezza.
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E’ possibile accumulare gli accrediti mensili nella Carta ADI?
La prestazione in oggetto è condizionata al possesso di requisiti di residenza, cittadinanza e soggiorno, alla prova dei mezzi sulla base dell’ISEE, alla situazione reddituale del beneficiario e del suo nucleo familiare e all’adesione a un percorso personalizzato di attivazione e di inclusione sociale e lavorativa. Ma sul piano applicativo, a cosa deve stare attento il beneficiario? C’è un termine entro cui spendere la somma, proprio come accadeva per il reddito di cittadinanza? Oppure al percettore è concessa flessibilità?
Ebbene, a differenza delle regole stringenti del reddito di cittadinanza, che a dire il vero non hanno comunque impedito non pochi casi di abusi e irregolarità, il meccanismo dell’Assegno di inclusione – AdI concede libertà ai beneficiari. In sostanza, la singola mensilità dell’Assegno non scade ma, anzi, l’ammontare può essere accantonato nel corso del tempo e – magari – tenuto da parte per quei mesi in cui si prevedono maggiori spese familiari (ad es. per scuola o cibo).
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Infatti, nelle regole sull’Assegno di inclusione non si parla di scadenza della singola mensilità e di eventuali penalizzazioni sul beneficio: lo ha confermato anche l’istituto di previdenza che, interpellato sul tema, ha in questi giorni offerto il chiarimento nel suo spazio web ‘Inps per la famiglia’.
Nessuna decurtazione sull’Assegno di Inclusione
In altre parole, gli accrediti mensili possono essere accumulati senza che scatti alcuna decurtazione della prestazione. Con una notevole differenza rispetto al reddito di cittadinanza, il quale vincolava alla tempestiva spesa dell’importo nella Card, per evitare penalizzazioni.
Ricordiamo infatti la regola per cui il RdC non poteva essere accantonato nelle somme non spese. Piuttosto, queste ultime si dovevano usare entro la fine del mese posteriore a quello di versamento del contributo. Ad esempio se la mensilità era versata a marzo, il beneficio andava speso entro la fine di aprile. Altrimenti, con la prima ricarica utile, sarebbe scattata una decurtazione del beneficio in gioco fino al 20%.
Carta ADI: entro quanto tempo si devono spendere i soldi?
Al contempo, nelle norme di legge che hanno istituito e disciplinato il funzionamento dell’Assegno di inclusione – AdI, non trovano spazio dettagli e precisazioni sul tetto di importo accumulabile. In sostanza, ciò significa che – almeno per il momento – non esiste un limite di importo che non può essere oltrepassato, non avendolo il legislatore espressamente previsto.
Di fatto quelle appena citate sono due agevolazioni, incluse nell’agevolazione stessa dell’Assegno di inclusione, una misura che in questi mesi di avvio ha ricevuto alcune critiche in quanto attribuita finora ad un numero molto esiguo di famiglie. Ecco perché – come abbiamo già spiegato – potrebbe presto cambiare in parte le sue regole applicative.
I percettori del contributo mensile contro la povertà e l’esclusione sociale e lavorativa possono perciò mettere da parte i soldi versati con l’Assegno di inclusione, in prospettiva di spese maggiori nei mesi futuri. Non dimentichiamo infatti che l’importo nella Carta per l’Assegno di inclusione può essere sfruttato per pagare le bollette di luce e gas ma anche per fare un bonifico a favore del proprietario di un immobile, in caso di percettore che viva in affitto. Al contempo l’importo può essere utilizzato per comprare beni alimentari o prodotti presso farmacie e parafarmacie.
Ecco allora che l’assenza di limiti di accumulo potrà sicuramente giovare a chi, nella prossima primavera, ad es. ha programmato maggiori uscite mensili per necessità proprie, del coniuge, dei figli o dell’intero nucleo familiare.
Ricapitolando, al momento non è dunque previsto un termine entro il quale il beneficiario dell’AdI è obbligato a spendere la somma ottenuta, e neanche un limite di accumulo di quanto ricevuto nella Carta di Inclusione.