Il Ministero del Lavoro ha pubblicato una interessante ed utile nota, che integra le FAQ in materia di Assegno di Inclusione e reca chiarimenti sul funzionamento dell’ADI e sulle sanzioni previste per il mancato incontro con i servizi sociali.
Nelle circostanze della sospensione o della decadenza dell’assegno, la sanzione – precisa il Ministero – scatta e va a ricadere su tutto il nucleo familiare. Considerando le evidenti implicazioni di natura economica in gioco, vedremo più da vicino questi chiarimenti, cercando di fugare i dubbi a coloro che percepiscono il sussidio.
Assegno di inclusione e servizi sociali: quali sono le sanzioni previste e a chi si applicano
L’assegno di inclusione è uno strumento che, insieme al Supporto formazione e lavoro, ha di fatto sostituito il reddito di cittadinanza. Come accennato, il suo meccanismo di funzionamento non fa sconti alla famiglia di chi commette una violazione, tale da integrare la sospensione o decadenza dalla misura.
Tutti i membri del nucleo – nessuno escluso – perdono infatti integralmente il diritto al contributo mensile, e questo anche – specifica il Ministero – se sono state emesse più carte – Adi, riconducibili ciascuna ad un componente diverso.
In concreto quindi il singolo beneficiario della misura farà bene a prestare molta attenzione ai termini per presentarsi, per la definizione dei bisogni e delle esigenze familiari, all’incontro con i servizi sociali – con o senza convocazione. Bisognerà farlo – indicano le norme in materia – entro 120 giorni dalla domanda (accolta) di assegno di inclusione, dovendo avere in alternativa avere un giustificato motivo a fondamento della sua assenza. E tutta il nucleo familiare dovrà presentarsi, chiarisce il Ministero – pena la perdita del beneficio.
Cosa dice la legge?
Più nel dettaglio, ricordiamo che in base all’art. 4, comma 4, del decreto-legge 4 maggio 2023, n. 48, convertito, con modificazioni, dalla legge 3 luglio 2023, n. 85, contenente “Misure urgenti per l’inclusione sociale e l’accesso al mondo del lavoro”, i nuclei familiari aventi i requisiti e destinatari dell’assegno di inclusione (AdI) hanno il dovere di presentarsi al primo appuntamento presso i servizi sociali entro 120 giorni dalla sottoscrizione del Patto di attivazione digitale (e previo accoglimento della domanda di AdI).
Nel mese posteriore a quello di scadenza dei 120 giorni, scattano le prime sospensioni del beneficio economico in ipotesi di mancata presentazione e – come accennato – la sanzione opera su tutto il nucleo familiare. Analogamente – spiegano le FAQ aggiornate del Ministero – colui che non segue e partecipa agli incontri periodici per la conferma dello stato che legittima la percezione del sussidio, analogamente condurrà l’intera famiglia alla perdita dell’assegno.
Decadenza e sospensione AdI, esempi pratici nelle FAQ del Ministero
In particolare, il Ministero nelle FAQ aggiornate specifica che se l’incontro non avviene, saranno due le possibili conseguenze:
- se c’è stata una convocazione da parte dei servizi sociali e non c’è un giustificato motivo per la mancata presentazione, il nucleo decade dal beneficio;
- se invece non c’è stata convocazione, il beneficio sarà sospeso a tutto il nucleo dal mese successivo alla scadenza dei 120 giorni.
Si ribadisce che sia nel caso di sospensione sia in quello di decadenza dal beneficio, la sanzione viene applicata collettivamente a tutto il nucleo familiare e questo anche se la famiglia è in possesso di più carte di inclusione.
Inoltre nelle FAQ il Ministero del Lavoro rimarca che al termine della convocazione bisognerà distinguere tra i soggetti attivabili al lavoro e coloro che debbono sottoscrivere il Patto per l’inclusione sociale (Pais). Le regole in materia sono assai precise ed, infatti, i primi hanno 60 giorni per firmare il Patto di Servizio Personalizzato (Psp) con i Centri per l’Impiego (Cpi). Altrimenti l’AdI sarà sospeso. Mentre i secondi devono andare presso gli uffici dei servizi sociali o a un patronato entro 90 giorni dall’anteriore incontro per confermare la loro posizione. In caso contrario, scatterà anche qui la sospensione del sussidio mensile.
Pertanto se è vero che quello dei 120 giorni per la presentazione presso i servizi sociali è la scadenza clou da rispettare per non vedersi negato l’AdI, è altrettanto vero che ci sono anche altri termini che bisogna considerare per non incappare in provvedimenti di sospensione o decadenza.
Rilevazione automatica del dato
Gli interessati debbono ricordare altresì che il sistema informatico non lascia scampo a sviste o dimenticanze. Infatti nelle FAQ si precisa che l’assenza all’incontro previsto è individuata in automatico dal sistema informativo (SIISL). Conseguentemente non deve essere segnalata dai servizi sociali o del lavoro, riducendo grandemente tempistiche e burocrazia.
Forse non tutti sanno che, tuttavia, nella piattaforma SIISL – accessibile dai beneficiari AdI nell’area loro riservata – è consultabile il contatore dei 120 giorni di cui sopra.
Come risolvere il problema della sospensione o decadenza
Infine nelle FAQ aggiornate il Ministero precisa altresì che:
- la sospensione potrà essere sanata con la comunicazione di avvenuta presentazione. Infatti nelle circostanze di una sospensione, il beneficio sarà riattivato, con annesso versamento degli arretrati, tramite la registrazione di avvenuto incontro da parte dei servizi;
- in ipotesi di decadenza per mancata presentazione, il sussidio AdI potrà essere richiesto da un membro del nucleo familiare, esclusivamente se passati sei mesi dalla data del provvedimento di decadenza stesso.
Per ulteriori informazioni sui chiarimenti ministeriali, come ad es. in caso di nuclei familiari con minorenni, rinviamo al testo completo delle FAQ aggiornate.