L’Assegno di Inclusione attualmente è una delle misure disponibili per i cittadini che si trovano in difficoltà economica, insieme al Supporto Formazione e Lavoro. Questo sostegno garantisce un’erogazione in denaro mensile alle famiglie in stato di bisogno, entro alcuni specifici requisiti.
Il limite principale per accedere all’ADI è costituito dalla soglia ISEE, attualmente di 9.360 euro massimi tenuto conto l’intero nucleo familiare, tuttavia si deve guardare anche al reddito familiare, che secondo il regolamento ufficiale del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, dovrebbe essere inferiore a 6.000 euro annui moltiplicati per il parametro specifico della scala di equivalenza.
Intorno a questo requisito tuttavia potrebbero arrivare presto delle interessanti novità, che andrebbero ad ampliare la platea di beneficiari dell’Assegno di Inclusione. Vediamo le ultime novità, i parei espressi dal Comitato Scientifico e cosa potrebbe presto cambiare.
Assegno di Inclusione: il parere del Comitato Scientifico
Recentemente è stata pubblicata la Seconda Relazione del Comitato Scientifico per la Valutazione del Reddito di Cittadinanza, in cui viene affrontata la tematica della povertà nel nostro paese, con un’attenzione particolare alle misure messe in campo dallo Stato e le loro effettive applicazioni.
Il precedente reddito di cittadinanza è stato sostituito dall’ADI e dal Supporto Formazione e Lavoro, mentre altri sostegni specifici sono stati introdotti per le famiglie, a partire dall’Assegno Unico. La relazione contiene le valutazioni sull’efficacia e l’adeguatezza delle misure così introdotte, nel contesto economico e sociale attuale del paese.
Il Comitato Scientifico ha riscontrato alcune criticità specialmente intorno all’Assegno di Inclusione e ai requisiti posti per l’accesso, tra cui:
- Lo svantaggio del calcolo della scala di equivalenza per le famiglie numerose e con figli minori a carico;
- L’esclusione di un’ampia porzione di cittadini stranieri dalla misura a causa del requisito della residenza (questa soglia però è stata abbassata da 10 a 5 anni recentemente);
- La penalizzazione economica per le famiglie che si trovano in zone del paese in cui il costo della vita è più alto;
- La rigidità dei requisiti di reddito e patrimonio del nucleo familiare, rispetto alla soglia ISEE.
Intorno a queste criticità su alcuni aspetti ci sono già stati degli interventi di modifica delle regole precedentemente applicate per il reddito di cittadinanza, tuttavia alcuni punti rimangono aperti.
Assegno di Inclusione con soglie ISEE più alte
Il Comitato Scientifico evidenzia quindi alcune criticità che sfavoriscono l’accesso alla misura per famiglie che si trovano in affitto oppure che stanno pagando un mutuo per l’acquisto di una prima casa. In particolare le misure dovrebbero essere ricalibrate secondo l’attuale andamento dei prezzi:
“Allo stato attuale, l’aumento dei prezzi sui consumi delle famiglie con bassi redditi, che si riflette sulle stime delle soglie di povertà assoluta effettuate dall’Istat, non trova un riscontro nella rivalutazione delle soglie Isee per l’accesso alle misure. Di conseguenza, una crescita limitata dei redditi nominali delle famiglie meno abbienti, anche se inferiore all’andamento dell’inflazione, può comportare la perdita dei requisiti di accesso alle misure.”
Seppur l’Assegno di Inclusione e il Supporto Formazione e Lavoro abbiamo risolto alcune questioni, altre rimangono ancora sotto la lente di ingrandimento. Le soglie di accesso alle misure sarebbero ancora troppo basse, tenuto conto l’aumento dei prezzi generalizzato e l’impatto dell’inflazione nel nostro paese.
Il punto critico sono proprio le soglie reddituali, in particolare quella stabilita per l’ADI a 6.000 euro per ogni nucleo familiare. Indipendentemente dall’ISEE, una limitazione così stringente terrebbe fuori dal sostegno diverse famiglie che si trovano comunque in una situazione di povertà assoluta.
Tra le proposte portate avanti con la recente pubblicazione, vi è quella di modificare queste soglie, oltre a quella di potenziare i sussidi anche in base alle caratteristiche specifiche dei nuclei familiari e un rafforzamento delle Agenzie per il Lavoro.
Infine, le proposte puntano anche ad un miglioramento generale dei sistemi informatici messi a disposizione dei cittadini per accedere alle misure di contrasto alla povertà, a partire dal sistema SIISL.
Anche se al momento si tratta solo di proposte, presto le misure di sostegno per chi si trova in povertà potrebbero essere al centro di una nuova riforma, con modifiche che andrebbero ad ampliare la platea dei beneficiari.
ADI e misure di contrasto alla povertà: tutti i numeri
Le due misure sostitutive del reddito di cittadinanza sono entrambe operative nel 2024 e il Comitato Scientifico ha fornito alcuni dati interessanti sulla percezione di questo tipo di indennità da parte dei cittadini nel periodo che va da 2019 al 2022.
In particolare è stato rilevato che il numero di famiglie che si trovano in condizioni di povertà assoluta (senza altri sostegni pubblici) che hanno percepito le erogazioni del precedente reddito di cittadinanza nel 2022 raggiungeva solamente il 32,3%.
Viene evidenziata quindi una mancata partecipazione a questo tipo di misure molto vasta. I sostegni vengono richiesti soprattutto da chi risiede nel Sud Italia e nelle Isole, da famiglie di soli italiani, nuclei con un solo componente o residenti in affitto.
Questo mostra come una larga fetta di popolazione, che avrebbe diritto di accesso ai sostegni, ne rimane esclusa. Le motivazioni sono state evidenziate tenendo conto del precedente limite di residenza imposto per una durata di almeno 10 anni, che va ad escludere molte famiglie di origine straniera, ma anche della restrittività dei requisiti economici, reddituali e patrimoniali, che escludono le famiglie più numerose.
Infine, una soglia ISEE stabilita a livello nazionale non tiene conto delle variazioni effettive presenti nelle diverse Regioni o delle differenze tra il Nord e il Sud del paese nel costo della vita.
Di contro, misure di sostegno al reddito come l’RdC hanno permesso ad almeno 450.000 nuclei familiari (circa un milione di persone) di uscire dalla condizione di povertà assoluta durante gli anni di pandemia.
ADI: le proposte del Comitato Scientifico
Vediamo nel dettaglio cosa propone il Comitato Scientifico, ovvero cosa potrebbe cambiare nel prossimo futuro. Prima di tutto, come abbiamo visto, si potrebbe assistere ad un innalzamento delle soglie reddituali per accedere alle misure di sostegno contro la povertà, che potrebbero anche impattare sugli attuali limiti ISEE.
La seconda ipotesi vede l’introduzione di misure ad hoc in base alla tipologia di nucleo familiare e alla zona in cui si trova, per calibrare le somme erogate mensilmente in base alle necessità effettive di spesa e su bisogni di natura assistenziale, sanitaria e così via.
Un’altra proposta è di coinvolgere maggiormente enti, associazioni del terzo settore e di soggetti privati nel sostegno alle famiglie contro la povertà, intervenendo con iniziative che migliorino la partecipazione alle misure introdotte dallo Stato.
Di conseguenza si propone una maggiore partecipazione alle politiche attive per il lavoro, che consentono il reinserimento nel mercato del lavoro delle persone che si trovano in una situazione di povertà, anche tramite i PUC.