Il lavoratore dipendente che assiste un familiare disabile beneficiando della Legge 104 si aspetta, giustamente, una certa stabilità lavorativa. Permessi retribuiti, orari flessibili e soprattutto la possibilità di restare vicino alla persona da assistere. Ma una recente sentenza del Tribunale di Milano ha riacceso il dibattito: è sempre vietato trasferire il lavoratore caregiver?
Vediamo cosa cambia e cosa resta invece ancora tutelato dalla normativa.
Il diritto a non essere trasferiti non è assoluto
Il punto centrale della decisione è questo: il diritto del caregiver a restare nella sede più vicina al familiare disabile non è un diritto illimitato. Può essere superato da esigenze organizzative concrete e ben documentate da parte dell’azienda.
In altre parole, il lavoratore con Legge 104 può essere trasferito, se il datore di lavoro dimostra che:
- il trasferimento è necessario per motivi oggettivi,
- non ci sono alternative organizzative valide,
- la scelta è coerente con una riorganizzazione aziendale generale.
Quando il trasferimento può essere considerato legittimo
Il Tribunale di Milano, nel caso specifico, ha dato ragione all’azienda che aveva disposto il trasferimento, ritenendo che le esigenze dell’impresa fossero prevalenti, pur in presenza di un familiare disabile da assistere.
Questo non significa che il datore di lavoro possa fare ciò che vuole. Ma apre alla possibilità che, in presenza di motivazioni reali e provate, anche un caregiver tutelato dalla Legge 104 possa dover accettare un cambio di sede.
👉 Esempio concreto: Mario, dipendente di una catena di supermercati, assiste il fratello disabile. L’azienda chiude la sede dove lavora Mario e lo trasferisce in un punto vendita a 60 km. Se l’azienda dimostra che non ci sono altre sedi disponibili più vicine e che la riorganizzazione è reale, il trasferimento può essere considerato legittimo.
Cosa può fare il lavoratore in questi casi
Se sei un caregiver con diritti ex Legge 104 e ricevi una comunicazione di trasferimento, ecco cosa ti consigliamo:
- Chiedi le motivazioni per iscritto e verifica che siano dettagliate e documentate.
- Consulta un legale o un sindacato prima di firmare o accettare la nuova sede.
- Raccogli prove della necessità di assistenza continua del tuo familiare (certificazioni, relazioni mediche, documenti INPS).
Il giudice valuterà caso per caso, tenendo conto sia delle esigenze aziendali sia della reale situazione di assistenza.
La Legge 104 resta una tutela importante, ma serve consapevolezza
Questa sentenza non annulla le tutele della Legge 104, ma ci ricorda che vanno difese con attenzione, documentando sempre la propria situazione e opponendosi, quando necessario, a decisioni aziendali che appaiono ingiustificate.
Hai vissuto situazioni simili sul posto di lavoro? Raccontalo nei commenti! E se vuoi approfondire i tuoi diritti come lavoratore e caregiver, leggi la nostra guida completa alla Legge 104, sempre aggiornata con le ultime novità.
Legge 104: quando e come il dipendente può chiedere il trasferimento per assistere un familiare disabile
Sullo stesso argomento ricordiamo che, chi assiste un familiare con disabilità grave riconosciuta può, ai sensi della Legge 104, chiedere il trasferimento in una sede di lavoro più vicina al domicilio dell’assistito. La richiesta va presentata per iscritto e corredata da documentazione idonea, come il verbale di handicap e la prova della convivenza o della residenza vicina.
Il datore di lavoro può respingere la domanda solo in presenza di concrete esigenze organizzative o produttive, che devono essere dimostrate. In caso di rifiuto ritenuto ingiustificato, il lavoratore può ricorrere al giudice del lavoro.
Anche per i dipendenti pubblici il trasferimento è un diritto concreto
Una recente sentenza del Consiglio di Stato (n. 9322 del 20 novembre 2024) ha rafforzato le tutele dei lavoratori pubblici che assistono familiari disabili con la Legge 104. Il Consiglio di Stato ha chiarito che, quando esiste una sede lavorativa disponibile più vicina al domicilio della persona da assistere, l’amministrazione deve valutare con priorità la richiesta di trasferimento presentata dal dipendente caregiver.
Il rifiuto del trasferimento da parte dell’ente pubblico è legittimo solo se motivato da comprovate esigenze di servizio, che devono essere puntualmente documentate. In assenza di reali motivazioni, il diniego rischia di essere considerato illegittimo e può essere impugnato dal lavoratore.
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