La recente sentenza della Corte di Cassazione 17 settembre 2024 n. 24950 ha riaffermato un principio fondamentale in merito al diritto di accesso all’APE Sociale (Anticipo Pensionistico Sociale). Nella fattispecie, la Corte ha stabilito che il beneficio dell’APE Sociale può essere riconosciuto anche ai lavoratori disoccupati che non hanno percepito l’indennità di disoccupazione (NASpI).
Tale decisione degli ermellini ha suscitato particolare interesse, poiché ha chiarito una questione giuridica dibattuta riguardante la relazione tra lo stato di disoccupazione e la fruizione della NASpI ai fini dell’accesso all’APE Sociale.
Cos’è l’APE Sociale e come funziona
Brevemente l’APE Sociale è una misura introdotta dalla Legge di Bilancio del 2017 per consentire l’anticipo pensionistico a categorie di lavoratori in difficoltà, come i disoccupati, i lavoratori in condizioni di salute compromesse e chi svolge attività usuranti.
L’APE Sociale si configura come un’indennità a carico dello Stato, erogata fino al raggiungimento dell’età per la pensione di vecchiaia. La durata massima dell’indennità dipende dal tempo che intercorre tra l’accesso all’APE e il momento in cui il lavoratore maturerà i requisiti per la pensione.
Requisiti di Accesso all’APE Sociale
Per accedere all’APE Sociale, è necessario soddisfare alcuni requisiti fondamentali:
- Anagrafico: Il lavoratore deve aver compiuto almeno 63 anni e 5 mesi di età.
- Contributivo: È richiesta un’anzianità contributiva minima di 30 anni (36 anni o 32 anni per chi ha svolto lavori gravosi). Inoltre i requisiti contributivi richiesti sono ridotti, per le donne, di 12 mesi per ogni figlio, nel limite massimo di due anni.
- Categoria lavorativa: Il beneficiario deve appartenere a una delle categorie ammesse, tra cui disoccupati, caregiver, lavoratori in attività usuranti o gravose.
- Disoccupazione: In caso di disoccupazione, la norma richiede che il lavoratore sia senza lavoro a seguito di licenziamento, dimissioni per giusta causa o scadenza del contratto a termine, con almeno 18 mesi di lavoro nei precedenti 36 mesi.
- non essere titolari di alcuna pensione diretta.
Il caso esaminato dalla Cassazione
La sentenza in oggetto riguarda una lavoratrice che, pur essendo disoccupata, non aveva beneficiato dell’indennità di disoccupazione NASpI.
Nonostante ciò, la Corte d’Appello di Firenze aveva confermato il diritto della lavoratrice all’APE Sociale, ritenendo che l’indennità di disoccupazione non fosse un requisito necessario per accedere al beneficio.
L’INPS aveva impugnato questa decisione, sostenendo che la NASpI fosse una condizione imprescindibile per l’accesso all’APE Sociale.
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La decisione della Corte di Cassazione
La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso dell’INPS, stabilendo che lo stato di disoccupazione è sufficiente per ottenere l’APE Sociale, indipendentemente dalla fruizione della NASpI. In altre parole, la legge non richiede esplicitamente che il disoccupato abbia percepito l’indennità di disoccupazione, ma semplicemente che si trovi in uno stato di disoccupazione.
La Cassazione ha chiarito che il testo della legge (art. 1, comma 179, Legge 232/2016) non vincola il diritto all’APE Sociale alla fruizione della NASpI. Al contrario, l’unico requisito è che, se la NASpI è stata percepita, essa deve essere esaurita prima dell’accesso all’APE. Questa interpretazione garantisce una tutela più ampia ai lavoratori disoccupati, molti dei quali potrebbero non avere diritto alla NASpI per diverse ragioni, ma comunque trovarsi in stato di bisogno economico.
Qual è il significato della Sentenza
Questa sentenza ha una portata rilevante, poiché risolve un dubbio interpretativo che poteva penalizzare i lavoratori disoccupati non coperti dalla NASpI. La Corte ha riconosciuto che lo scopo dell’APE Sociale è fornire un sostegno economico a chi si trova in condizioni di disagio, a prescindere dalla fruizione di altre prestazioni previdenziali come la NASpI.
L’interpretazione della Cassazione amplia il diritto all’APE Sociale, ribadendo che l’obiettivo della norma è aiutare chi è disoccupato e non ha ancora raggiunto l’età pensionabile, senza ulteriori vincoli burocratici.
La sentenza della Cassazione sull’APE Sociale è quindi un’importante vittoria per i lavoratori disoccupati che non hanno percepito la NASpI. Essa sottolinea che l’APE Sociale è uno strumento di sostegno economico rivolto a chi si trova in uno stato di bisogno e non deve essere vincolato alla fruizione di altre prestazioni previdenziali.
Questo chiarimento giuridico permetterà a un numero maggiore di disoccupati di accedere al beneficio, senza ostacoli burocratici.