Il decreto “Salva-Infrazioni”, approvato lo scorso 4 settembre 2024 e pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 217 del 16 settembre 2024 (Decreto legge del 16.09.2024 n. 131) introduce una importante misura a favore dei dipendenti pubblici precari in Italia, riconoscendo un’indennità per coloro che hanno subito o subiscono abusi legati alla successione nel tempo di contratti a tempo determinato.
L’indennità, che va da 4 a 24 mensilità, sarà determinata da un giudice sulla base di vari criteri, come la durata complessiva del rapporto e il numero di contratti stipulati. Questa normativa è il risultato di una procedura d’infrazione avviata dall’Unione europea nel 2019 contro l’Italia, che evidenziava la mancanza di sanzioni adeguate per contrastare l’abuso dei contratti a termine.
Chi sono i precari della Pubblica Amministrazione
I precari della Pubblica Amministrazione (PA) sono lavoratori che operano con contratti a tempo determinato o forme di collaborazione a termine all’interno del settore pubblico. Questi includono insegnanti, personale ATA (amministrativo, tecnico e ausiliario), operatori sanitari, personale degli enti di ricerca, forestali, e volontari dei vigili del fuoco.
Spesso, questi lavoratori vedono i loro contratti rinnovati più volte senza ottenere stabilità lavorativa, una situazione che l’Unione Europea ha criticato, evidenziando l’abuso di contratti a termine e la discriminazione rispetto ai dipendenti a tempo indeterminato.
Contesto normativo e cosa prevede il decreto “Salva-Infrazioni”
Il mercato del lavoro italiano, specie nella pubblica amministrazione, è caratterizzato da un’elevata percentuale di contratti a tempo determinato. Nel 2019, l’UE ha avviato una procedura di infrazione contro l’Italia per l’uso eccessivo di tali contratti, culminando in un parere motivato nel 2023.
La Commissione ha evidenziato come questa pratica abbia generato precarietà in diverse categorie di lavoratori, tra cui insegnanti, personale sanitario, e operativi degli enti di ricerca pubblici, determinando discriminazioni rispetto ai dipendenti a tempo indeterminato.
La nuova normativa rappresenta una risposta a queste criticità e mira a tutelare i lavoratori precari. Il decreto modifica l’art. 36 del Testo Unico del Pubblico Impiego (T.U.P.I.) e prevede che, nei casi di abuso di contratti a tempo determinato, il lavoratore possa ottenere un’indennità compresa tra 4 e 24 mensilità dell’ultima retribuzione. La somma sarà decisa dal giudice, che valuterà la gravità della violazione e la durata complessiva del rapporto di lavoro.
Questa tutela, però, non comporta automaticamente la stabilizzazione del lavoratore con un contratto a tempo indeterminato. La violazione delle norme sull’assunzione non implica, infatti, la trasformazione automatica del rapporto di lavoro precario in uno a tempo indeterminato, anche se l’indennizzo mira a compensare il danno subito.
Criteri di quantificazione dell’indennità
Il giudice, chiamato a stabilire l’indennità per il lavoratore, tiene conto di diversi fattori. Oltre al numero di contratti a tempo determinato firmati tra le parti, vengono valutati anche la durata complessiva del rapporto e la gravità delle violazioni commesse. Il lavoratore ha comunque la possibilità di provare di aver subito ulteriori danni, oltre a quelli legati all’abuso dei contratti a termine, al fine di richiedere una maggiore compensazione.
Prima dell’entrata in vigore del decreto “Salva-Infrazioni”, la legge non indicava criteri precisi per la quantificazione degli indennizzi. Tuttavia, le amministrazioni erano tenute a recuperare eventuali somme pagate ai dipendenti, agendo contro i dirigenti responsabili in caso di dolo o colpa grave.
Ruolo dell’Unione Europea
L’intervento della Commissione europea è stato cruciale per portare all’approvazione del decreto. Dopo l’apertura della procedura di infrazione, l’UE ha emesso un parere motivato nel 2023, sottolineando come l’Italia non avesse introdotto sanzioni adeguate per evitare il ricorso sistematico a contratti a termine. Questo tipo di pratica ha generato condizioni di lavoro precarie per molte categorie di lavoratori pubblici, evidenziando una discriminazione rispetto ai lavoratori a tempo indeterminato.
Le categorie più colpite sono numerose: insegnanti, personale tecnico-amministrativo (ATA), operatori sanitari, dipendenti degli enti di ricerca pubblici e dei corpi forestali, così come volontari del corpo nazionale dei vigili del fuoco. La Commissione ha sottolineato che molte di queste categorie lavorano con condizioni meno favorevoli rispetto ai dipendenti con contratti stabili, infrangendo le norme dell’Unione europea.
Conclusioni
L’approvazione del decreto “Salva-Infrazioni” segna un passo importante nella tutela dei lavoratori precari della pubblica amministrazione in Italia. Introducendo un sistema di indennizzi per l’abuso di contratti a termine, il Governo risponde alle critiche mosse dalla Commissione europea e mira a ridurre la precarietà nel pubblico impiego.
Tuttavia, resta aperta la questione della stabilizzazione dei lavoratori, poiché l’indennità non implica automaticamente la trasformazione del contratto a tempo indeterminato. Sarà necessario monitorare l’effettiva applicazione di queste nuove norme per valutare l’impatto sulle condizioni di lavoro dei dipendenti pubblici.