Nel corso dei prossimi giorni i dipendenti pubblici dovranno prestare la massima attenzione alla propria busta paga. Saranno almeno 150 mila i lavoratori della pubblica amministrazione a dover restituire l’anticipo ricevuto una tantum. La situazione, di per sé sicuramente particolare, prevede che gli importi ricevuti in vista dei prossimi aumenti contrattuali dovrà essere rimborsata entro Natale. I diretti interessati riceveranno l’importo in questione poco prima del pagamento della tredicesima.
Quali sono le motivazioni che stanno dietro a questo rimborso? Siamo davanti, in un modo o nell’altro, a giustificazioni strettamente tecniche. Ma cerchiamo di capire come funzionerà il processo di restituzione e come si debbano comportare i diretti interessati nel momento in cui ricevono la propria busta paga.
Anticipo una tantum dipendenti pubblici: chi deve restituirlo?
Cerchiamo di comprendere cosa sia accaduto e quali siano le motivazioni che stanno dietro a questa operazione. L’erogazione e la successiva restituzione degli importi costituiscono una questione strettamente e prettamente tecnica. Nel corso delle prossime settimane, ad ogni modo, per i diretti interessati verrà compilato e successivamente consegnato un cedolino della busta paga ad hoc.
Complessivamente i dipendenti della pubblica amministrazione, nel corso delle prossime settimane, beneficeranno di anticipo che, complessivamente parlando, sarà pari a 7,3 miliardi di euro. Questo importo è stato erogato direttamente dal governo e il suo scopo è quello di andare a rinnovare i contratti pubblici.
Dei 7,3 miliardi di euro previsti, due miliardi verranno versati immediatamente. Ed è in questa occasione che si andranno a verificare i problemi maggiori.
Chi si troverà l’aumento in busta paga
Ma a questo punto la domanda che è lecita porsi è quali saranno i soggetti che si troveranno l’aumento direttamente in busta paga. Ad essere coinvolti direttamente dalla misura sono alcuni dipendenti statali, tra i quali rientrano:
- medici;
- professori;
- poliziotti;
- funzionari ministeriali.
Questi soggetti troveranno all’interno della propria busta paga degli importi che possono variare dai 600 ai 2.000 euro. L’importo erogato è sostanzialmente condizionato dal tipo di livello contrattuale a cui il singolo dipendente appartiene.
La somma erogata costituisce un acconto delle quote mensili relative all’indennità di vacanza contrattuale, che, generalmente, viene maggiorata di 6,7 volte in base a quanto è stato definito all’interno del decreto anticipi. Le somme in questione, però, sarebbero dovute arrivare direttamente in busta paga solo e soltanto nel corso del 2024.
Gli esempi da prendere in considerazione
Per comprendere meglio cosa stia accadendo alla busta paga dei dipendenti pubblici è opportuno fare un esempio. Prendendo in considerazione un dipendente che, nel corso del 2024, avrebbe dovuto percepire ogni mese un importo pari a 50 euro secondo la nuova indennità di vacanza contrattuale.
L’importo che abbiamo appena visto viene distribuito equamente nell’arco dei dodici mesi compresi tra gennaio e dicembre. Anche la tredicesima include questa cifra. Tutte le mensili vengono versate ai diretti interessati prima di Natale: complessivamente parliamo di un importo pari a 650 euro. Cosa succede nel caso in cui il lavoratore dovesse andare in pensione nel corso del mese di febbraio? Nel momento in cui si dovesse prefigurare questa situazione, il lavoratore sarebbe tenuto a restituire la somma, almeno per i mesi che corrispondono dal pensionamento in poi.
Cosa cambia in busta paga
Nella busta paga i dipendenti statali rischiano di trovare un netto finale più basso. Nel 2024, infatti, non sarà più presente il bonus pari a 1,4 punti percentuali per gli statali: non è stato rinnovato per il 2023. Questo bonus, tradotto in euro, ha un valore basso che risulta essere pari ad un minimo di 23 euro ed un massimo pari a quasi 70 euro ogni mese. Gli importi previsti, anche in questo caso, variano da persona a persona e sono condizionati dai contratti sottoscritti individualmente.
I casi che abbiamo appena analizzato coinvolgono principalmente i contribuenti che hanno dei redditi fino a 50.000 euro e che riescono ad avere compensare almeno parzialmente le prime due aliquote Irpef, così come è stato previsto espressamente dalla riforma fiscale.
Quali nodi devono essere sciolti
Sono ancora molti i nodi che devono essere sciolti. Molti di questi sono particolarmente importanti per riuscire a comprendere quali siano i soggetti coinvolti dai rimborsi. Il primo fattore da comprendere è se all’interno della questione rientrino anche i dipendenti delle Regioni e dei Comuni. Stiamo parlando complessivamente di qualcosa come 500 mila persone, il cui ruolo principale è quello di occuparsi delle funzioni locali. Le Regioni ed i Comuni dovranno provvedere a ricavare le risorse necessarie direttamente dai propri bilanci.
Uno dei nodi più importanti da sciogliere è quello relativo al versamento dello 0,5% che risultava essere in vigore prima del Decreto Anticipi. Questo importo verrà versato lo stesso, benché sia stata introdotta l’indennità di vacanza contrattuale? Questo è uno dei temi per i quali, in questo momento, si è in attesa di un chiarimento da parte dell’esecutivo.