Il testo del Decreto Legge Coesione è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale numero 107 del 7 maggio 2024. Tra le norme introdotte – nello specifico all’articolo 18 – è prevista una misura agevolativa che è pensata direttamente per i professionisti e le imprese del sud Italia, che è stata battezzata Resto al Sud 2.0.
Resto al Sud, nella forma già esistente, è un incentivo gestito da Invitalia, che sostiene la nascita e lo sviluppo di nuove attività imprenditoriali e libero professionali nelle Regioni del mezzogiorno d’Italia e in altre zone svantaggiate, individuate da apposito decreto ministeriale.
Ma entriamo nel dettaglio e vediamo cosa prevede la novità e cosa è stato messo a disposizione.
Resto al sud 2.0, quali agevolazioni sono previste
Il DL Coesione – nello specifico ci stiamo riferendo all’articolo 18 – prevede l’istituzione di una misura specifica, denominata Resto al Sud 2.0. Lo scopo di questa nuova iniziativa è promuovere la costituzione di nuove attività localizzate nel Mezzogiorno d’Italia.
Nella vecchia versione del bonus resto al sud le Regioni erano: Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna, Sicilia, nelle aree del cratere sismico del Centro Italia (Lazio, Marche Umbria) e nelle isole minori marine, lagunari e lacustri del Centro-Nord. Tuttavia bisognerà attendere il nuovo decreto interministeriale attuativo per capire le aree in cui si potrà beneficiare dei nuovi incentivi.
L’agevolazione prevede l’accesso al finanziamento per le iniziative economiche che siano finalizzate all’avvio delle attività di:
- lavoro autonomo;
- libero professionali;
- imprenditoriali.
Le suddette attività possono essere organizzate in forma individuale o collettiva. I contributi sono destinati anche alle iniziative che prevedono l’iscrizione a degli ordini o a dei collegi professionali.
Le attività che possono accedere ai contributi, nel primo periodo, possono essere avviate in forma individuale attraverso l’apertura di una partita Iva, che può essere utilizzata per la costituzione di un’impresa individuale o per lo svolgimento di un’attività da libero professionista. Le attività, comunque vada, possono essere svolte anche attraverso la costituzione delle seguenti società:
- in nome collettivo;
- in accomandita semplice;
- a responsabilità limitata;
- cooperative;
- tra professionisti.
I destinatari dell’agevolazione
Resto al sud 2.0 prevede delle agevolazioni per i giovani con un’età inferiore a 35 anni e che siano in possesso dei seguenti requisiti:
- condizioni di vulnerabilità sociale, di discriminazione, di marginalità così come definite direttamente dal Piano Nazionale Giovani, Donne e Lavoro 2021-2027;
- disoccupati, inattivi e inoccupati;
- disoccupati che risultino essere destinatari delle misure del programma di politica attiva Garanzia di Occupabilità dei Lavoratori (GOL).
Resto al sud 2.0 finanzia le seguenti iniziative:
- l’erogazione dei servizi destinati alla formazione all’accompagnamento alla progettazione preliminare per l’avvio dell’attività così come previsto dal Programma nazionale giovani, donne e lavoro 2021-2027 e dal programma GOL;
- il tutoraggio che sia finalizzato all’incremento delle competenze necessarie per supportare i destinatari nelle varie fasi connesse alla realizzazione della loro iniziativa;
- interventi che servono a sostenere gli investimenti, che sostanzialmente consistono negli incentivi necessari per avviare l’attività.
Gli incentivi previsti
Gli incentivi stanziati attraverso Resto al sud 2.0 risultano essere fruibili in conformità alle disposizioni relative al regolamento (UE) 2023/2831 sugli aiuti de minimis. Nello specifico prevedono il riconoscimento di:
- un voucher di avvio in regime de minimis, che non prevede un rimborso. Può essere utilizzato per acquistare dei beni, degli strumenti e dei servizi per l’avvio delle attività per un importo massimo di 40.000 euro. Può essere richiesto dalle attività che hanno sede legale nelle aree del mezzogiorno e nell’Italia centrale che sono state colpite dagli eventi sismici del 2009 e del 2016. Nel caso in cui vengano effettuati degli acquisti di beni e servizi tecnologici e di digitali o altri beni diretti che possano servire ad assicurare la sostenibilità ambientale o il risparmio energetico, il voucher è pari a 50.000 euro;
- un contributo in regime de minimis per programmi di spesa del valore inferiore a 120.000 euro. In questo caso è previsto un contributo a fondo perduto pari al 75% per avviare l’attività. Anche in questo caso le agevolazioni sono previste per le attività che hanno sede nel Mezzogiorno e nelle aree centrali dell’Italia che sono state colpite dai terremoti del 2009 e del 2016;
- un contributo, anche questo in regime de minimis, per sostenere i programmi di spesa compresi tra i 120.000 euro e i 200.00 euro. È prevista l’erogazione di un contributo a fondo perduto fino al 70% per avviare l’attività. L’accesso all’agevolazione è riservato alle aziende che hanno sede nel Mezzogiorno e nelle aree del su Italia colpite dagli eventi sismici del 2009 e del 2016.
Cosa manca per l’attuazione della misura?
A partire dall’8 maggio, data di entrata in vigore del decreto-legge Coesione, entro trenta giorni, dovrà essere emanato un decreto del Ministro del lavoro e delle politiche sociali di concerto con il Ministro per gli affari europei, il sud, le politiche di coesione e il PNRR e con il Ministro dell’economia e delle finanze.
Con questo decreto interministeriale saranno individuati i termini, i criteri e le modalità di finanziamento delle iniziative, in coerenza con quanto previsto dall’Accordo di partenariato 2021 – 2027, nonché con i contenuti e gli obiettivi specifici del Programma nazionale giovani, donne e lavoro 2021 – 2027.