Nuove iniziative a favore delle imprese, e questa volta ci riferiamo alle PMI che hanno subito perdite economiche e calo di fatturato a seguito del conflitto in Ucraina. Si tratta di contributi a fondo perduto per le piccole e medie imprese che, dall’inizio della guerra lo scorso febbraio, hanno dovuto sopportare e stanno sopportando conseguenze gravanti sui propri conti – legate a quanto sta accadendo sul Mar Nero e al delicato e instabile quadro internazionale che si è creato.
Il provvedimento normativo che include i contributi in oggetto è il decreto Aiuti, da poco convertito in legge. Il documento ha peraltro introdotto un Fondo ad hoc per l’erogazione dei contributi a fondo perduto alle PMI.
Anticipiamo che con successivo decreto MISE saranno indicate le modalità attuative di versamento delle risorse ed anche il termine di presentazione delle domande. Intanto però intendiamo soffermarci sui contributi a fondo perduto PMI per crisi Ucraina: ne esporremo le caratteristiche fondamentali, non prima di aver ricordato in sintesi cosa sono questi contributi. I dettagli.
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Contributi a fondo perduto: che cosa sono in breve
Il contributo a fondo perduto altro non è che un tipo di agevolazione assegnata dallo Stato all’azienda, caratterizzata dal fatto che non prevede alcun tipo di rimborso. Il contributo è versato perciò senza chiedere niente in cambio. In linea generale, deve intendersi una sorta di aiuto economico assegnato alle imprese per l’acquisto di beni o servizi utili alla crescita, allo sviluppo e alla digitalizzazione.
Vero è che le agevolazioni a fondo perduto non sono così frequenti e di solito non coprono tutte le spese ammissibili, ma esclusivamente una percentuale che può oscillare tra il 40% e l’80%. In questo caso, è la particolare situazione emergenziale che giustifica la previsione di contributi a fondo perduto, a favore delle PMI penalizzate dalla crisi in territorio ucraino.
PMI danneggiate dalla crisi in Ucraina: il Fondo per i contributi a fondo perduto e le risorse stanziate
La situazione per non poche piccole e medie imprese è piuttosto seria e, onde far fronte alle ripercussioni economiche che molte realtà del nostro paese stanno subendo a causa della crisi in Ucraina, ecco la misura agevolativa prevista dal decreto Aiuti.
Si tratta di un Fondo istituito per il 2022 con una dotazione di 130 milioni di euro, mirato all’erogazione dei contributi a fondo perduto a diretto vantaggio delle PMI in difficoltà economica.
Le perdite di fatturato sono legate alla contrazione della domanda, all’interruzione di contratti e progetti in essere e alla crisi nelle catene di approvvigionamento. Sono elementi che hanno in comune il fatto di derivare dallo scoppio della guerra tra Russia e Ucraina e dalle conseguenze di questi mesi. Ecco spiegato il perché dell’introduzione di questo Fondo e dei contributi a fondo perduto in oggetto.
Beneficiari e requisiti di accesso ai contributi a fondo perduto PMI
Vediamo ora chi sono i soggetti destinatari di queste misure agevolative, racchiuse nel Fondo ad hoc. Si tratta delle piccole e medie imprese, differenti da quelle agricole, che hanno in via cumulativa i requisiti in elenco, ovvero hanno:
- realizzato nell’ultimo biennio operazioni di vendita di beni o servizi, incluso l’approvvigionamento di materie prime e semilavorati, con l’Ucraina, la Russia o la Bielorussia, corrispondente ad almeno al 20% del fatturato aziendale complessivo;
- sopportato un costo di acquisto medio, per materie prime e semilavorati nell’ambito dell’ultimo trimestre anteriore al 18 maggio di quest’anno (data di entrata in vigore del decreto Aiuti), aumentato di almeno il 30% rispetto al costo di acquisto medio del corrispondente lasso di tempo dell’anno 2019 o, per le imprese costituite dal primo gennaio 2020, rispetto al costo di acquisto medio del corrispondente periodo dell’anno 2021;
- patito nell’ambito del trimestre anteriore al 18 maggio 2022 una diminuzione del fatturato di almeno il 30% rispetto allo stesso periodo del 2019.
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A quanto ammontano i contributi a fondo perduto PMI per crisi ucraina?
Le risorse del Fondo previsto per tutelare le PMI in oggetto – e dunque i contributi a fondo perduto – sono suddivise tra le imprese aventi diritto secondo un particolare meccanismo. Ovvero assegnando a ognuna di esse un importo quantificato, applicando una percentuale corrispondente alla differenza tra l’importo medio dei ricavi legati all’ultimo trimestre antecedente alla data di entrata in vigore del decreto Aiuti e l’ammontare degli stessi ricavi legati al corrispondente trimestre del 2019, fissata nei termini che seguono:
- 60%, per i soggetti con ricavi correlati al periodo d’imposta 2019 non al di sopra dei 5 milioni di euro;
- 40%, per i soggetti con ricavi correlati al periodo d’imposta 2019 al di sopra dei 5 milioni di euro e fino a 50 milioni di euro.
Nell’ambito del meccanismo predisposto dal decreto Aiuti si precisa altresì che, per le imprese costituite dal primo gennaio 2020, il periodo di imposta da prendere come riferimento è quello legato all’anno 2021.
Ricordiamo infine che i contributi a fondo perduto per PMI che hanno patito e che stanno patendo le conseguenze della crisi ucraina non possono comunque oltrepassare l’importo massimo di euro 400mila per ogni beneficiario. Le misure agevolative sono comunque assegnate ai beneficiari nell’osservanza dei limiti, dei vincoli e delle condizioni poste dalle istituzioni UE – nel quadro delle misure di aiuto di Stato per sostenere l’economia interna a seguito del conflitto tra Russia e Ucraina.
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