Ore contante per chi è titolare di una pensione d’oro, ossia chi riceve un assegno superiore ai 100.000 euro lordi annui. Infatti, il mosaico della riforma pensioni è sempre più delineato e pare che il governo abbia anche finalmente le idee chiare su come intervenire sul taglio da applicare ai pensionati d’oro.
L’intervento è stato inserito con un emendamento riformulato da M5S e Lega e rientra dunque a tutti gli effetti nella prossima Legge di Bilancio 2019, come più volte affermato dallo stesso ministero del Lavoro dello Sviluppo Economico, Luigi Di Maio.
La nuova misura, che per anni è rimasta in stand-by nei precedenti governi, ha innanzitutto la finalità di ristabilire una questione di equità sociale. Infatti, l’obiettivo è quello di colpire quei pensionati che ricevono una pensione elevata che non corrisponde effettivamente ai contributi da loro versati durante la carriera lavorativa.
Dunque, si colpiranno solo quei soggetti che non hanno versato i corrispondenti contributi che giustificano l’elevato trattamento previdenziale. Inoltre, attraverso alla decurtazione alle pensioni più elevate verranno recuperate risorse finanziarie utili per aumentare il fondo dedicato al reddito di cittadinanza e alle pensioni minime.
Ma come avviene nel dettaglio la decurtazione alle pensioni. Quali sono i trattamenti previdenziali interessati? E quali quelli esclusi?
Taglio pensioni d’oro: a chi si applica
Per prima cosa è bene comprendere chi saranno i pensionati interessati dal taglio. Naturalmente, allo stato attuale, non vi sono ancora testi resi ufficiali dal governo ma stanno circolando già le prime bozze su come il governo intende intervenire per risolvere il problema.
Ebbene, il taglio avverrà mediante l’introduzione di un contributo di solidarietà basato su 5 scaglioni. Si partirà dai 100.000 euro lordi annui in più. Mentre l’ultimo scaglione riguarda chi supera i 500.000 euro.
La filosofia è quella di decurtare tutte quelle pensioni che non hanno versato una quota di contributi che dia diritto a un importo previdenziale così alto. In pratica, il taglio si applica alle pensioni sopra i 4.500 euro netti per chi non ha mai versato i contributi. Per chi invece ha versato correttamente tutti i contributi che giustificano
Pensioni d’oro soglia e contributo di solidarietà
La penalizzazione, secondo le ultime fonti governative, sarà dal 15 al 40% modulata nel seguente modo.
Pensione d’oro soglia | Taglio |
da 100mila a 130mila euro | 15% |
dai 130mila fino ai 200mila euro | 25% |
tra 200mila e 350mila euro | 30% |
da 350mila a 500mila euro | 35% |
oltre i 500mila euro | 40% |
Inoltre, il contributo di solidarietà avrà una durata piuttosto limitata, in quanto verrà applicato per soli 5 anni.
Pensionati esclusi
Non tutti i pensionati d’oro saranno soggetti al contributo di solidarietà. Infatti, il governo ha previsto che il taglio non si applica ad alcune specifiche categorie di pensioni, ossia:
- i trattamenti interamente liquidati con il sistema contributivo;
- gli assegni di invalidità;
- gli assegni ai superstiti e alle vittime del terrorismo.
Inoltre, la norma non riguarderà gli iscritti alle casse privatizzate dei liberi professionisti.
Rivalutazione pensioni, nuova indicizzazione
Infine, nella versione finale dell’emendamento del governo alla manovra l’indicizzazione sulle pensioni risulta così modificata:
- 100% della rivalutazione per i trattamenti fino a 1.521 euro (tre volte il minimo);
- 97% della rivalutazione per gli assegni tra 1.522 e 2.029 euro;
- 77% fino a 2.537 euro;
- 52% fino a 3.042 euro;
- 47% fino a 4.059 euro;
- 45% fino a 4.566 euro;
- e 40% o per quelli d’importo superiore.