Pubblicata la nuova decisione della Corte Costituzionale sulle rivalutazioni pensioni stabilite con il Decreto Poletti.
Rimborsi parziali solo per alcune categorie di pensionati. Esclusi, coloro che percepivano una somma fino a 6 volte il minimo previsto dall’Inps.
La decisione della Corte Costituzionale sulle rivalutazioni pensioni del Decreto Poletti
La Corte Costituzionale si pronuncia sul tema delle rivalutazioni pensioni. Quest’ultima, interviene, sui contenuti del Decreto Poletti che aveva applicato tale misura fino al 100% per le pensioni fino a 3 volte il minimo previsto dall’Inps.
Il decreto legge numero 65 del 2015 sulle perequazioni delle pensioni, è definito dagli stessi giudici della Corte Costituzionale come pienamente legittimo.
Si tratta, di una importante decisione che interviene rispetto ad una corretta applicazione del suddetto decreto che ha optato solo per un rimborso parziale di alcune categorie di pensionati. Nello specifico, sono coinvolti soprattutto coloro che hanno ottenuto una rivalutazione del 100% su una pensione fino a 3 volte il minimo previsto dall’Inps.
Restano esclusi definitivamente da un eventuale rimborso, i pensionati che percepivano una somma fino a 6 volte il minimo previsto dall’Inps.
Passi principali per la decisione della Corte Costituzionale sulle rivalutazioni pensioni
Come si è sviluppata la vicenda che ha portato ad oggi al rimborso parziale solo di alcune categorie di pensionati beneficiari delle misure del Decreto Poletti? Diverse, sono state le cause avviate in merito e che ritenevano tale Decreto in contrasto con i principi della costituzione su proporzionalità e adeguamento del relativo trattamento previdenziale.
Al vaglio della Corte Costituzionale, anche ulteriori disposizioni sulle rivalutazioni delle pensioni da parte della Legge di stabilità del 2014. Quest’ultima, escludeva per l’anno citato una perequazione sulle pensioni fino a sei volte il minimo previsto dall’Inps. Applicato, inoltre, un ulteriore blocco per le rivalutazioni al 2016.
In tema di pensioni anche nuove soglie per l’età pensionabile
Alle recenti e importanti decisioni della Corte Costituzionale sulle rivalutazioni delle pensioni, è da considerare anche una novità sulle nuove aspettative di vita e di un dato da parte dell’Istat che aumenta di 20.7 per i 65enni.
Il suddetto dato, infatti, è utilizzato come parametro principale per stabilire i limiti minimi per la richiesta della pensione di vecchiaia. La stessa, con molta probabilità potrebbe passare dall’attuale soglia di 66 anni a sette mesi ad una nuova di 67 anni.
La nuova rivalutazione, potrebbe essere attuata sia nei confronti degli uomini e sia nei confronti delle donne. Si attende, tuttavia, un decreto ministeriale apposito che confermi formalmente il nuovo range per la pensione minima di vecchiaia.