I rimborsi IRPEF arrivano anche con la pensione, infatti l’INPS e gli altri istituti, che erogano gli assegni previdenziali, sono a tutti gli effetti i sostituti d’imposta dei pensionati. Questo significa, in altre parole, che nel momento in cui un contribuente ha un credito nei confronti dell’Agenzia delle Entrate, l’importo che spetta può arrivare direttamente insieme alla pensione nello stesso modo in cui arriva in busta paga.
Ma quando arriva, nel corso del 2024, il conguaglio dell’IRPEF a credito? La risposta non è univoca. Le tempistiche, infatti, sono condizionate dalla data nella quale è stato inviato il Modello 730. Ricordiamo che la presentazione delle dichiarazioni dei redditi costituisce l’elemento sul quale si pagano le “tasse”, o meglio le imposte per le persone fisiche. Solo dopo la sua presentazione, si saprà se il contribuente ha diritto a un conguaglio IRPEF a credito o se deve pagare un conguaglio a debito con trattenuta della somma su pensione o nella busta paga.
Rimborso IRPEF da 730, quando arriva ai pensionati
Una volta che il contribuente ha presentato il Modello 730, l’Agenzia delle Entrate provvede a calcolare le tasse relative al periodo d’imposta. E a verificare eventuali importi dovuti – che quindi devono essere pagati – e quelli in eccesso – e che devono essere rimborsati -. Proprio in quest’ultimo caso scatta l’eventuale rimborso IRPEF, che viene riconosciuto nel momento in cui l’imposta sul reddito versata risulti essere superiore rispetto al reddito che è stato percepito.
A stabilire nel dettaglio entro quando debbano essere riconosciuti i rimborsi IRPEF è il Decreto Legge n. 124 del 26 ottobre 2019, nel quale viene indicato il seguente calendario:
- per le dichiarazioni dei redditi presentate entro il 31 maggio: 15 giugno;
- per quelle presentate tra il 1° e il 20 giugno: 29 giugno;
- tra il 21 giugno e il 15 luglio: 23 luglio;
- dal 16 luglio al 31 agosto: 15 settembre;
- tra il 1° e il 30 settembre: 30 settembre.
Entro queste date quindi il sostituto d’imposta dovrà elaborare il prospetto di liquidazione dell’imposta, tramite il modello 730/4 e l’importo del credito emerso è erogato dal datore di lavoro con la prima retribuzione utile, e dall’ente pensionistico entro il secondo mese successivo.
Per fare un esempio pratico, il pensionato che presenta il 730 il 15 settembre riceverà l’eventuale credito nel cedolino pensione entro il mese di novembre.
Come leggere il calendario
Fin qui abbiamo visto il calendario ufficiale dei rimborsi IRPEF, ma ai fini pratici come deve essere letto. I primi a ricevere il rimborso sono i lavoratori dipendenti, che presentano il Modello 730 entro il 31 maggio. In questo caso l’importo viene riconosciuto nel corso del mese di luglio. Devono aspettare un po’ di più quanti percepiscono la pensione e presentano il 730 entro maggio: lo riceveranno ad agosto.
Gli ultimi, almeno a livello cronologico, sono quelli che presentano il Modello 730 proprio a ridosso della scadenza, che è fissata al 2 ottobre 2024 (è bene ricordare che il 30 settembre 2024 cade di sabato). In busta paga ai lavoratori lo riceveranno a ottobre, mentre chi è in pensione a novembre.
In altre parole l’Agenzia delle Entrate, comunica ai sostituti d’imposta gli importi che devono essere erogati ai singoli contribuenti entro le date che abbiamo comunicato in precedenza. Grosso modo il mese successivo rispetto alla comunicazione, il rimborso IRPEF arriva ai lavoratori dipendenti. Discorso diverso, invece, per i pensionati, che lo ricevono con un mese in ritardo.
Il calendario riportato dal decreto legge deve essere letto con un mese di ritardo da chi è un lavoratore dipendente e con due mesi di ritardo da chi percepisce una pensione.
Come funzionano i controlli preventivi
Ricordiamo che gli eventuali rimborsi IRPEF vengono erogati al netto di quella parte di credito che risulti essere già stata utilizzata o che si ha intenzione di utilizzare in compensazione. Con il Modello 730, quindi il contribuente può utilizzare il suo credito per saldare – attraverso l’istituto della compensazione – eventuali imposte dovute.
L’eventuale credito che non è stato utilizzato in compensazione viene rimborsato dal datore di lavoro o dall’ente che eroga la pensione. O direttamente dall’Agenzia delle Entrate.
Ricordiamo che l’Agenzia delle Entrate può effettuare dei controlli preventivi sul Modello 730, nel caso in cui dovesse contenere degli elementi di incoerenza rispetto ai criteri che sono stati pubblicati direttamente dal direttore dell’AdE. O, quando il contribuente abbia maturato un rimborso maggiore a 4.000 euro.
Come rendere più veloci i rimborsi
L’eventuale erogazione dei rimborsi che risultano essere di competenza dell’Agenzia delle Entrate avviene in via prioritaria attraverso un bonifico su un conto corrente postale o bancario.
Per agevolare le operazioni, a questo punto, il contribuente ha la facoltà di comunicare le coordinate del proprio conto corrente direttamente all’AdE, in modo da poter utilizzare questo strumento per ricevere i rimborsi IRPEF di sua competenza. Nel caso in cui questa comunicazione non dovesse essere stata effettuata, l’erogazione – quando non arriva in busta paga o con la pensione – avviene attraverso degli assegni emessi da Poste Italiane.