I sindacati restano ancora divisi rispetto alle ultime misure presentate sul tavolo tecnico da parte del Governo. Due le misure principali su cui vi sono le maggiori spaccature e in particolare sulla nuova età pensionabile e categorie escluse (al momento se ne prevedono 15) a partire dal 2019.
Passo in avanti, invece, sulla sperimentazione fino al 2019 per l’Ape sociale.
Età pensionabile nel 2019 a 67 anni per le principali categorie lavorative
Il tema principale e al centro del dibattito tra Governo e Sindacati è in relazione all’età pensionabile e ai nuovi requisiti di età previsti. Nel 2019, infatti, sarebbe previsto un aumento dei suddetti requisiti di età ad una nuova soglia di 67 anni in base alle aspettative maggiori di vita riscontrate dall’Istat e utilizzato come parametro principali sulle pensioni.
L’aumento in questione è previsto non solo per le pensioni di vecchiaia che passerebbero dall’attuale soglia di 66 anni e sette mesi a 67, ma anche per le pensioni anticipate. In particolare, si prevede un innalzamento a 3 mesi con un aumento finale di 42 anni e 10 mesi per gli uomini. Soglia aumentata a 41 anni e 10 mesi anche per le donne e sempre a partire dal 2019.
Stop ad aumento età pensionabile per 15 lavori gravosi
Il Governo ha poi definito 11 attività gravose per le quali non scatterà la nuova età pensionabile. Tali categorie sono poi state in seguito aumentate a 15, prevedendo ruoli come operai e marittimi che potranno presentare la richiesta di pensione prime della nuova soglia di 67 anni.
Saranno necessari dei requisiti, tuttavia, per poter rientrare in tale eccezione. In particolare, l’attuale indirizzo del Governo è di aver svolto attività gravose per almeno 7 anni nei 10 anni che precedono il pensionamento. E’ inoltre necessario avere una anzianità contributiva di almeno 30 anni.
Giovani e Donne, le potenziali misure del Governo sulle pensioni 2019
I giovani e le donne sono tra le prime categorie a generare ancora perplessità da parte dei sindacati sulle nuove riforme del Governo dal 2019. Rispetto alla categoria dei giovani, ad esempio, il Governo è orientato soprattutto in tema di previdenza complementare. Al lavoro, anche su misure di sostenibilità sociale sulle pensione di vecchiaia e anticipata.
Per le donne, invece, le misure ad oggi previste prevedono una riduzione dei contributi necessari per richiedere l’accesso all’Ape sociale fino a 6 mesi per ogni figlio e per un massimo di due anni. Il Governo, inoltre, potrebbe pensare ad allargare i requisiti di accesso all’Ape sociale anche ad altre categorie di lavoratrici e non solo in base al numero dei figli.
Ape sociale verso la sperimentazione a tutto il 2019
Passo in avanti, invece, sul fronte dell’Ape sociale con l’istituzione di un fondo a favore di questa nuova misura. Si prevede, anche una ipotesi di proroga al 2019 della sperimentazione. Per la richiesta dell’anticipo pensionistico è necessario avere un requisito minimo di età di 63 anni.
Vi ricordiamo, inoltre, che di recente è stato stipulato anche un accordo tra Abi e Ania sulle pensioni anticipate. L’accordo prevede l’applicazione di specifiche percentuali sul Taeg in fase di erogazione e per la fase di ammortamento sul finanziamento da richiedere in merito. Si attende, solo la formalizzazione da parte dell’Inps e delle decisioni finali da parte del Governo sulla riforma delle pensioni, previo accordo con i sindacati.