L’ipotesi è quella di permettere alle lavoratrici di andare in pensione con qualche anno di anticipo. Questo è il motivo per il quale il governo ha allo studio una soluzione alternativa ad Opzione Donna: Quota 84. Una misura che, stando alle prime indicazioni che sono circolate, dovrebbe prendere come modello l’opzione contributiva della pensione anticipata e modificarla, in modo da plasmarsi alle esigenze delle lavoratrici.
Il Governo, proprio con la Legge di Bilancio 2024, si dovrà attivare per creare un’opzione apposita per permettere alle donne di andare in pensione anticipatamente. Le lavoratrici, infatti, risultano essere penalizzate dai requisiti di Opzione Donna, che sono stati introdotti attraverso la Manovra 2023.
Fino a questo momento le ipotesi più accreditate sono due:
- il ritorno ad Opzione Donna, così come era in vigore fino al 2022. Questa misura permetteva di andare in pensione al compimento dei 58 anni e dopo aver maturato almeno 35 anni di contributi. Non era richiesto nessun altro requisito;
- l’Ape sociale rosa ( o al femminile o Ape Donna), che permettesse alle lavoratrici di andare in quiescenza ad un’età compresa tra i 60 ed i 61 anni, avendo maturato almeno 35 anni di contributi.
Sulla scena, in questi giorni, si è andata ad aggiungere Quota 84. Questa misura, così come Opzione Donna, permetterà di andare in pensione anticipatamente alle lavoratrici che accetteranno il ricalcolo contributivo dell’assegno.
Quota 84: come funziona l’opzione contributiva
Prima di addentrarci meglio a comprendere come possa funzionare Quota 84 è necessario soffermarci un attimo sulla cosiddetta opzione contributiva della pensione anticipata, sulla quale si basa la nuova misura. Questa particolare misura è riservata a quanti hanno dei contributi che sono stati versati dopo il 1° gennaio 1996. In alternativa vi possono ricorrere attraverso il computo della Gestione Separata.
Sfruttando l’opzione contributiva della pensione anticipata, i diretti interessati hanno la possibilità di smettere di lavorare con tre anni di anticipo rispetto alla pensione di vecchiaia. Ma soprattutto con gli stessi contributi. Questo significa, in estrema sintesi, poter andare in quiescenza all’età di 64 anni e con 20 anni di contributi.
Per poter beneficiare di questa misura, però, è necessario che l’assegno previdenziale sia pari ad almeno 2,8 volte l’assegno sociale. Per il 2023 hanno la possibilità di accedere a questa agevolazione quanti al compimento dei 64 anni abbiano maturato almeno vent’anni di contributi. Ed abbiano diritto ad un assegno previdenziale annuo che sia pari ad almeno 18.319,02 euro.
Cosa comporta tutto questo per le lavoratrici? Quante rientrano interamente nel regime contributivo – e che quindi hanno iniziato a lavorare dopo il 1° gennaio 1996 – hanno la possibilità di accedere alla pensione anticipata a 64 anni. Il governo, però, avrebbe intenzione di semplificarne i requisiti, andando a rivedere, in particolar modo, quelli che riguardano l’importo minimo di pensione che è necessario raggiungere per potervi aderire.
Le caratteristiche di Quota 84
Sono due gli elementi su cui si basa Quota 84: l’età anagrafica – che deve essere pari ad almeno 64 anni – ed i contributi previdenziali: 20 anni. Dalla loro somma prende il nome la misura. L’opzione allo studio del governo, però, ha alcune differenze rispetto a quella contributiva che abbiamo analizzato in precedenza. Nello specifico le differenze consistono:
- prima di tutto l’accesso a Quota 84 sarebbe garantito a tutte le lavoratrici, anche a quelle con dei contributi accreditati prima del 31 dicembre 1995. In questo caso, chi dovesse aderire alla misura, dovrà accettare il ricalcolo interamente contributivo dell’assegno previdenziale. Una scelta che potrebbe portare ad una riduzione della pensione tra il 20 ed il 30%;
- il requisito economico risulterebbe essere meno restrittivo rispetto a quanto è previsto ad oggi. Per accedere a Quota 84 non è necessario che l’assegno previdenziale sia pari a 2,8 volte quello sociale, ma dovrebbe essere tra le 2 e le 2,5 volte. Basandosi sui valori aggiornati del 2023, per poter andare in pensione, sarebbe sufficiente un assegno compreso nella forbice tra 13.085,02 euro – ossia due volte quello sociale – e i 16.356,27 euro – due volte e mezzo -.
Di quanto verrebbe anticipata la pensione
Nel caso in cui Quota 84 diventasse realmente operativa, le donne potrebbero andare in pensione con tre anni di anticipo rispetto a quanto previsto con la pensione di vecchiaia. Questa, oggi come oggi, prevede il raggiungimento dei 67 anni di età ed i vent’anni di contributi. È importante sottolineare, però, che sebbene andare in quiescenza in questo modo può sembrare più semplice, non è detto che risulti essere altrettanto conveniente, dato che l’assegno verrà penalizzato. Situazione in cui non si ritrovano quanti sono già interamente e completamente nel sistema contributivo.
Prima di chiudere, comunque, è necessario sottolineare e precisare che quella che abbiamo analizzato, almeno per il momento, costituisce unicamente un’ipotesi. Per la quale si è solo e soltanto nella fase di studio. Per sapere se Quota 84 possa diventare realtà è necessario attendere la Legge di Bilancio 2024. A pesare sulla sua effettiva attivazione sono i costi: le risorse a disposizione del governo sono limitate. Per le pensioni è probabile che vengano utilizzati i risparmi ottenuti dal minor accesso a Quota 103.