Sul sistema di pensionamento italiano, gestito dall’INPS, il governo quest’anno sostanzialmente conferma le misure presenti nel 2023, con qualche variazione. In particolare si è molto discusso sugli interventi sulle pensioni anticipate, in primis su Quota 103.
Questa possibilità è stata data lo scorso anno come ponte dal passaggio all’originaria Quota 100 alla Legge Fornero applicata per la pensione di vecchiaia, ovvero a 67 anni di età.
Originariamente la misura permetteva di accedere in anticipo alla pensione sommando l’età del lavoratore agli anni di contributi versati. Successivamente è stata riproposta per alcuni anni, per essere confermata come Quota 103 nel 2024.
Nel dettaglio, quest’anno Quota 103 si ripresenta con gli stessi requisiti utilizzati in precedenza, ovvero con 62 anni di età e 41 di contributi versati, ma con alcune penalizzazioni. A confermarne il funzionamento è la recente circolare INPS, che vediamo qui nel dettaglio.
Come funziona Quota 103 nel 2024
La Legge di Bilancio 2024 ha confermato il ritorno di Quota 103 anche per quest’anno e l’INPS ha pubblicato, nella circolare n.39 del 27 febbraio 2024, tutti i dettagli sul suo funzionamento.
Il diritto alla pensione anticipata viene garantito per l’anno in corso a coloro che hanno raggiunto un’età anagrafica di 62 anni e un’anzianità contributiva di 41 anni.
Questo permette quindi anche nel 2024 a diversi lavoratori di accedere prima del tempo alla pensione, ovvero senza dover attendere il compimento dei 67 anni di età come previsto invece dalla legge Fornero. Sostanzialmente Quota 103 rimane quest’anno pressoché invariata rispetto all’anno scorso per ciò che riguarda i requisiti di accesso.
Tuttavia ci sono anche dei punti che la rendono svantaggiosa rispetto alla misura presente l’anno scorso. La circolare va a precisare che anche questa tipologia di pensione è calcolata seguendo le regole del sistema contributivo, con una penalizzazione agli importi che vedremo tra poco.
Chi può accedere a Quota 103 nel 2024
Come abbiamo visto, è possibile accedere a questa misura di prepensionamento per chi rispetta gli stessi requisiti presenti lo scorso anno. Quota 103 può quindi essere corrisposta ai lavoratori dipendenti nel settore privato, nel pubblico, ma anche ai lavoratori autonomi con una partita Iva.
Per raggiungere il requisito contributivo è possibile tenere conto di qualsiasi somma versata dal lavoratore, anche in diverse forme, in base alla gestione INPS di riferimento. Va tenuto conto il requisito di contribuzione di 35 anni, che devono essere valutati al netto di quelli che sono stati i periodi di malattia, disoccupazione o similari, per le prestazioni per cui è richiesto.
Restano esclusi da Quota 103 anche nel 2024 coloro che lavorano nelle Forze Armate, nelle Forze di Polizia, il personale del corpo dei Vigili del Fuoco e la Guardia di Finanza. Possono accedervi invece coloro che sono iscritti al Fondo pensioni per i lavoratori dello spettacolo.
Quando si può accedere a Quota 103 2024
Vediamo nello specifico quando è possibile iniziare a ricevere gli importi spettanti con la pensione Quota 103. Bisogna evidenziare alcune differenze tra lavoratori dipendenti nel settore privato, nel settore pubblico o autonomi:
- Lavoratori dipendenti (con datori diversi da quelli delle Pubbliche Amministrazioni): la pensione ha decorrenza dopo 7 mesi da quando si maturano i requisiti;
- Lavoratori dipendenti delle Pubbliche Amministrazioni: la pensione ha decorrenza dopo 9 mesi da quando si maturano i requisiti;
- Lavoratori autonomi: la pensione ha decorrenza dopo 7 mesi da quando si maturano i requisiti.
Questa distinzione è importante per conoscere qual è l’effettivo momento in cui può partire l’erogazione da parte dell’INPS dell’importo mensile per la pensione anticipata. Le prime erogazioni quindi avverranno a settembre 2024. Va ricordato che non è possibile fare un cumulo tra questa pensione ed eventuali redditi da lavoro.
Quota 103 2024: gli importi
La circolare INPS spiega anche quali sono le limitazioni che riguardano gli importi erogabili tramite Quota 103 ogni mese. In sostanza, le pensioni mensili corrispondono ad una cifra che non supera come totale lordo 4 volte il trattamento minimo.
Di fatto quindi viene posta una limitazione non indifferente all’importo massimo cumulabile dal pensionato con questa misura, che non può superare 2.394,44 euro. Questa cifra tuttavia fa riferimento all’anno in corso, non è ancora confermato il futuro di Quota 103 per il 2025 e come funzionerà eventualmente questo limite.
Rinuncia a Quota 103: come funziona l’incentivo
Per coloro che raggiungono i requisiti di accesso a Quota 103 ma rinunciano a questa possibilità, viene garantito un incentivo proseguendo la propria attività lavorativa come dipendente. Questa alternativa quindi è applicata solamente per i lavoratori assunti come dipendenti subordinati.
Si prevede in questo caso un esonero contributivo sulla parte trattenuta in busta paga dal sostituto di imposta, a carico del lavoratore, che può arrivare fino al 10% rispetto al normale stipendio. Questo esonero contributivo viene quindi applicato in diversi momenti in base al settore specifico:
- 2 agosto 2024: lavoratori dipendenti nel settore privato con Gestione esclusiva AGO;
- 1 settembre 2024: lavoratori dipendenti nel settore privato con Gestione differente da quella esclusiva AGO;
- 2 ottobre 2024: lavoratori dipendenti delle Amministrazioni Pubbliche con Gestione esclusiva AGO;
- 1 novembre 2024: lavoratori dipendenti delle Amministrazioni Pubbliche con Gestione diversa da quella esclusiva AGO.
Come accedere a Quota 103 2024
Ricordiamo brevemente che le modalità di accesso a questo tipo di pensione anticipata sono le stesse previste lo scorso anno. L’erogazione avviene tramite INPS, per cui è necessario per l’interessato, che rispetta tutti i requisiti visti sopra, presentare una domanda specifica sul sito INPS online o rivolgendosi direttamente all’ente.
Anche chi rispetta i requisiti previsti, ma intende continuare a svolgere il proprio lavoro senza accedere alla pensione anticipata, deve comunicare la propria intenzione all’INPS di accedere all’incentivo contributivo. Tale incentivo verrà quindi comunicato anche al datore di lavoro che potrà applicarlo in busta paga.