Preannunciato qualche settimana dal Governo è ora realtà la novità per gli anziani bisognosi di cure e assistenza, che rientra all’interno di una riforma più complessa in favore delle persone anziane. Sul lato economico la misura più importante contenuta nel decreto approvato in data 11 marzo dal CdM riguarda una sorta di “bonus anziani” di 850 euro che andrebbe ad aggiungersi all’indennità di accompagnamento.
Si tratta di un assegno di assistenza mensile che sommandosi all’indennità di accompagnamento (531,76 euro), porterà ad un totale di circa 1.380 euro per circa 25mila persone già titolari dell’indennità di accompagnamento, non autosufficienti, almeno 80enni e con un bisogno assistenziale “gravissimo”. Si tratta di una platea di potenziali abbastanza ristretta dunque, ma è già un inizio.
Aggiornamento: è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale del 18 marzo il decreto legislativo n. 29 del 15 marzo 2024, recante disposizioni in materia di politiche in favore delle persone anziane.
Vediamo più da vicino le novità e, in particolare la cd. prestazione universale per anziani in specifiche condizioni di salute e di reddito.
Bonus Anziani: finalità del provvedimento e misure chiave per la tutela della salute nella terza età
Il decreto legislativo, nell’ambito del cd. Patto per la Terza Età (legge-quadro 33 del 23 marzo 2023 prescritta dal Pnrr), mette in campo risorse utili a garantire all’anziano una vita serena, attiva e dignitosa, fondandosi – come chiarito dalla Premier durante un recente Question Time alla Camera – sui seguenti punti chiave:
- il diritto di continuare a vivere e a curarsi nella propria casa;
- la facilitazione e semplificazione dell’accesso ai servizi e alle procedure di valutazione della persona non autosufficiente;
- l’introduzione, in via sperimentale e a scelta del cittadino, di una prestazione universale graduata in base alla necessità, per gli anziani non autosufficienti più gravi.
Di fatto la nuova misura, contenuta nel primo decreto attuativo approvato l’11 marzo, potrà potenziare l’ammontare dell’assegno di accompagnamento di circa il 200% nel biennio 2025 / 2026, ma sarà graduata in base al bisogno e, inizialmente, si rivolgerà agli anziani in più grave condizione di salute e in stato di forte difficoltà economica.
Non solo. Detto assegno si combinerà con politiche includenti progetti di coabitazione per gli anziani soli. Ciò permetterà loro di avere un’abitazione in cui vivere, senza però rinunciare alla socializzazione e ai servizi necessari.
Quando arriva il Bonus anziani
Come detto in precedenza la fase sperimentale della misura partirà solo a gennaio 2025 per concludersi a dicembre 2026.
Per il momento quindi non sono previste somme aggiuntive per gli ultra ottantenni non auto sufficienti e fragili oltre all’assegno di accompagnamento.
Prestazione universale per gli anziani: come funziona e quanto spetta
In base alle informazioni oggi disponibili, ecco come potrà funzionare la nuova misura della prestazione universale agli anziani:
- sarà previsto un assegno fino a 850 euro al mese rivolto ad over 80 indigenti gravissimi, o con un livello di bisogno assistenziale gravissimo;
- la misura avrà lo scopo di favorire il progressivo potenziamento delle prestazioni assistenziali per il sostegno della domiciliarità e dell’autonomia personale delle persone anziane non autosufficienti;
- l’attribuzione sarà inizialmente in via sperimentale dal primo gennaio 2025 al 31 dicembre 2026;
- il dato dell’ISEE del richiedente dovrà essere sotto il tetto dei 6mila euro;
- i beneficiari dovranno già beneficiare dell’indennità di accompagnamento;
- ad erogare la misura sarà l’Inps che, previamente, disporrà anche la verifica dell’effettivo possesso dei requisiti da parte dell’anziano;
- la prestazione sarà mensile ed esente da imposizione fiscale.
Quali sono i fondi previsti per il bonus anziani
Da notare che, anche nell’ottica dell’attuazione di tutti gli obiettivi di cui al PNRR, il Governo per la specifica misura metterà a disposizione una dotazione corrispondente a 500 milioni di euro in due anni – 300 milioni nel 2025 e 200 mln nel 2026. La richiesta del nuovo assegno universale andrà fatta online, tramite il sito dell’Inps o attraverso i patronati.
In base al testo del d. lgs. in Consiglio dei Ministri approvato il 25 gennaio, si sa altresì che la prestazione in oggetto sarà formata da:
- una quota fissa monetaria pari all’indennità di accompagnamento;
- una quota integrativa denominata “assegno di assistenza”, del valore di 850 euro al mese.
La citata prestazione universale sarà erogabile sotto forma di trasferimento monetario e di servizi alla persona. In particolare, la quota integrativa definita “assegno di assistenza”, sarà destinata al compenso per il lavoro di cura e assistenza effettuato da badanti e assistenti in regola, o all’acquisto di servizi mirati al lavoro di cura e assistenza forniti da imprese dell’assistenza sociale.
Revoca del bonus anziani in questo caso
Come previsto dal Decreto attuativo l’assegno mensile sarà revocato nel caso in cui non dovesse essere speso, per:
- retribuire il lavoro di cura e assistenza svolto da “badanti”
- o per acquistare l’assistenza da imprese di servizi
tuttavia anche in caso di revoca della somma aggiuntiva l’indennità di accompagnamento resterà comunque.
Con il decreto Anziani protetto il diritto alle cure nella propria casa
Il provvedimento attuativo della legge 33/2023 recante deleghe al Governo in materia di politiche in favore delle persone anziane mira dunque ad agevolare, ove possibile, la vita dell’anziano non autosufficiente, supportandolo economicamente al fine di continuare a curarsi nell’ambiente domestico. Da un lato, ciò favorirà la sua serenità e dall’altro le strutture sanitarie potranno giovarsi di un servizio alternativo che, di fatto, le sgraverà da ulteriori incombenze.
Ecco perché la quota della prestazione universale anziani va letta come importo per la remunerazione del costo del lavoro di cura e assistenza svolto da lavoratori domestici o per l’acquisto di servizi di cura e assistenza forniti da imprese qualificate.
Concludendo, questo è il primo passo attuativo di un innovativo modello di welfare, che ambisce a dare risposte concreti ai bisogni dell’intera platea di anziani, che in Italia sono più di 14 milioni – dei quali 3,8 non autosufficienti. La riforma dell’assistenza mirerà a promuovere altresì il mantenimento in salute e l’integrazione nella società degli anziani – con il varo di progetti in ogni ambito della vita, dal lavoro ai viaggi, dall’abitazione con il cohousing fino alla prevenzione sanitaria e al miglioramento delle competenze informatiche.