Aumento delle pensioni da gennaio 2022 e fino al 2023 per via del meccanismo della perequazione. Infatti è ormai certa la percentuale di rivalutazione da assegnare ai trattamenti pensionistici nel 2022 e da gennaio 2023, tenuto conto del nuovo andamento dell’inflazione. Dal primo gennaio del 2023 ecco di nuovo il meccanismo che consente l’adeguamento pieno degli assegni all’inflazione. Ciò all’evidente scopo di impedire la perdita di potere d’acquisto dei pensionati e delle famiglie in generale.
Il Ministero dell’Economia e delle Finanze, di concerto con il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, ha pubblicato, nella Gazzetta Ufficiale n. 271 del 19 novembre 2022, il Decreto 10 novembre 2022, con il quale comunica la perequazione automatica delle pensioni con decorrenza dal 1° gennaio 2023, il valore della percentuale di variazione – anno 2022 ed il valore definitivo della percentuale di variazione – anno 2021.
Aggiornamento: l’INPS, con la circolare INPS 22 dicembre 2022, n. 135, comunica la conclusione di tutte le attività di rivalutazione delle pensioni e delle prestazioni assistenziali, propedeutiche al pagamento delle prestazioni previdenziali e assistenziali nel 2023 e indica nel dettaglio tutte le operazioni effettuate. Dal 1° gennaio 2023 la percentuale di variazione per il calcolo della perequazione delle pensioni per il 2022 è determinata in misura pari al 7,3%.
Cos’è la perequazione delle pensioni
A partire dal 2023 scatterà un aumento del cedolino pensione in rapporto al costo della vita. Quest’ultimo, nella seconda metà dell’anno ormai vicino alla conclusione, è aumentato come effetto del rimbalzo della crescita dell’economia italiana. Per questa via e con il ritorno della perequazione, si intende compensare due anni di congelamento degli aumenti delle pensioni per effetto dell’inflazione nulla e negativa. Ben sappiamo che oggi l’inflazione attraversa invece una nuova fase di boom.
Sgomberiamo il campo da ogni possibile dubbio. La perequazione consiste nel concetto che individua la rivalutazione dell’importo pensionistico collegato dall’andamento dell’inflazione. In sostanza, si tratta di un meccanismo con il quale l’importo delle prestazioni in oggetto è di fatto adeguato all’aumento del costo della vita, secondo quanto segnalato dall’Istat. Come accennato, grazie alla perequazione, lo Stato può tutelare il potere d’acquisto di ogni trattamento previdenziale pensionistico. Vero è che negli anni le modalità di erogazione della rivalutazione sono state più volte riviste dal legislatore, per persistenti necessità di contenimento della spesa pubblica.
Da rimarcare che l’adeguamento in questione – ossia il ritorno della perequazione – deve essere compiuto su tutti i trattamenti pensionistici versati dal sistema di previdenza pubblica, ossia dall’assicurazione generale obbligatoria; dalle relative gestioni dei lavoratori autonomi; e dai fondi ad essa sostitutivi, esonerativi, esclusivi, integrativi ed aggiuntivi. Nel meccanismo dell’adeguamento dell’importo delle pensioni al costo della vita rientrano:
- le pensioni dirette (ad es. pensione di vecchiaia);
- le pensioni indirette.
Il meccanismo vale a prescindere dalla circostanza che dette prestazioni siano o meno integrate al trattamento minimo.
Aumento pensioni 2023: cosa cambia da gennaio
La linea è stata dunque tracciata ed anche per i sindacati non è rinviabile la rivalutazione delle pensioni, che finalmente reintegri il potere d’acquisto perso negli ultimi anni. Ma è pur vero che la perequazione o rivalutazione di più di 22 milioni di pensioni costerà non poco: secondo gli osservatori, non meno di 4 miliardi di euro. D’altronde, come accennato poco sopra, rivalutare le pensioni significa applicare a tutte le pensioni – dirette, come vecchiaia e anticipata, e indirette, come quelle ai superstiti – l’indice FOI (famiglie operai e impiegati) elaborato da Istat, vale a dire la variazione dei prezzi al consumo. Detto indice fissa il valore di riferimento per la stima dell’aumento da applicare sulle pensioni. Detto aumento è prima calcolato in forma di indice provvisorio e poi in modo definitivo come indice da conguagliare a inizio dell’anno.
Nel 2021 le pensioni non sono state rivalutate, in quanto l’inflazione prevista in via provvisoria per il 2020 era di segno negativo. Per il prossimo anno, le previsioni dicono che salirà, anche in considerazione della variazione del costo della vita.
Riassumendo, sicuri incrementi in vista per i pensionati, in virtù della reintroduzione del meccanismo della perequazione, dal prossimo mese. Il primo gennaio è infatti il giorno del ritorno della perequazione piena delle pensioni, congelata di fatto nel 2020: la rivalutazione sarà applicata in modo decrescente all’aumentare della pensioni ma anche, a differenza del 2020, calcolata in maniera progressiva scaglione per scaglione. Questa formulazione avrà la diretta conseguenza di condurre ad incrementi più generosi agli assegni inferiori.
Perequazione pensioni, le stime dell’INPS
Molto interessante è un documento dell’Inps, il quale fa il punto della situazione e indica alcune previsioni in tema di aumento delle pensioni dal prossimo anno. Questi i punti chiave del dossier:
- pensioni di importo fino a 2.062,32 euro: incremento pari all’1,7%;
- trattamenti pensionistici di importo tra i 2.062,33 euro e i 2.577,90 euro: rivalutazione dell’1,53%;
- pensioni di importo al di sopra di 2.577,90 euro: aumento dell’1,275%.
Il dossier Inps ci informa anche del valore della pensione minima 2022. Infatti, il trattamento minimo Inps per il prossimo anno (perequato all’1,6%) sarà pari a 523,83 euro – al posto degli attuali 515,58 euro ogni mese.
Infine il ritorno della perequazione consentirà altresì di rivalutare le pensioni sociali. Infatti, l’assegno si adeguerà da 460,28 euro a 467,65 euro ogni mese.
Perequazione automatica delle pensioni 2023, le cifre del MEF
Come detto in premessa il Ministero dell’Economia e delle Finanze, di concerto con il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, ha pubblicato, nella Gazzetta Ufficiale n. 271 del 19 novembre 2022, il Decreto 10 novembre 2022, con il quale comunica la perequazione automatica delle pensioni con decorrenza dal 1° gennaio 2023, il valore della percentuale di variazione – anno 2022 ed il valore definitivo della percentuale di variazione – anno 2021.
In particolare:
- La percentuale di variazione per il calcolo della perequazione delle pensioni per l’anno 2021 è determinata in misura pari a +1,9 dal 1° gennaio 2022.
- La percentuale di variazione per il calcolo della perequazione delle pensioni per l’anno 2022 è determinata in misura pari a +7,3 dal 1° gennaio 2023, salvo conguaglio da effettuarsi in sede di perequazione per l’anno successivo.
- Le percentuali di variazione per le pensioni alle quali si applica la disciplina dell’indennità integrativa speciale (di cui alla legge 27 maggio 1959, n. 324), sono determinate separatamente sull’indennità integrativa speciale, ove competa, e sulla pensione.