L’8 giugno scorso è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale il Decreto 15 maggio 2018 che introduce, per il triennio 2019-2021, la revisione dei coefficienti di trasformazione del montante contributivo. I coefficienti mostrano un taglio pensionistico circa dell’1% dal 2019.
Oltre il danno, anche la beffa. I futuri pensionati italiani non soltanto andranno in pensione, anno dopo anno, sempre più in ritardo, come previsto dalla Manovra c.d. “Salva Italia” del governo Monti-Fornero, ma guadagneranno ora anche in meno rispetto a chi si è già pensionato. La conferma arriva per mezzo del Decreto 15 maggio 2018 pubblicato in Gazzetta Ufficiale n. 131 dell’8 giugno 2018, che ha aggiornato per il triennio 2019-2021 i coefficienti di trasformazione del montante contributivo.
Confrontando i coefficienti con quelli del triennio 2016-2018, è possibile notare come per i pensionati che intendono accedere alla pensione di vecchiaia a 67 nel 2019, la riduzione sarà dello 0,096%. Infatti, per i 67enni si passa dal 5,700% del triennio 2016-2019, al 5,604% del triennio 2019-2021. Ma chi sono i pensionati interessati dal nuovo taglio pensionistico? Conti alla mano, a quanto ammonta più o meno la riduzione?
Taglio pensionistico dal 2019: chi saranno i pensionati colpiti?
Iniziamo subito a chiarire che le pensioni colpite saranno quelle basate con il sistema di calcolo contributivo, ossia tutti quei assegni pensionistici che sono calcolati in base al montante contributivo maturato durante la carriera lavorativa.
Ma perché la riduzione colpisce solo chi accede alla pensione con il contributivo? Per rispondere alla domanda bisogna innanzitutto comprendere come funzione il meccanismo di calcolo. In pratica, il montante contributivo (che è l’importo dei contributi maturati dal lavoratore) viene moltiplicato per i coefficienti di trasformazione stabiliti dalla legge. Per il triennio 2019-2021 tali coefficienti sono stati rivisti al ribasso, il che si produrrà in maniera negativa sull’assegno pensionistico di ogni singolo pensionato. Infatti, l’importo pensionistico finale non è altro che la moltiplicazione del montante contributivo per la percentuale del coefficiente di trasformazione. Ed è chiaro che se scende la predetta percentuale, automaticamente si abbassa anche la pensione.
Dunque, i soggetti maggiormente colpiti dal taglio pensionistico sono coloro che si collocano a riposo nel 2019, 2020 o 2021. La penalizzazione riguarda, sia chi accede alla pensione interamente con il sistema di calcolo contributivo sia chi accede con il metodo misto (ossia metà contributivo e metà retributivo). In quest’ultimo caso, la riduzione verrà calcolata solamente per la quota relativa al sistema contributivo.
Pensioni 2019: i nuovi coefficienti di trasformazione
La Manovra “Salva Italia” (art. 24 della L. n- 214/2011) ha previsto una revisione dei coefficienti di trasformazione di montanti contributivi ogni tre anni. Il Decreto 15 maggio 2018 ha interessato quelli riguardanti il 2019, 2020 e 2021, i quali sono stati così rivisitati:
57 anni: divisore pari a 23,812 e coefficiente pari al 4,2%; |
58 anni: divisore pari a 23,236 e coefficiente pari al 4,304%; |
59 anni: divisore pari a 22,654 e coefficiente pari al 4,414%; |
60 anni: divisore pari a 22,067 e coefficiente pari al 4,532%; |
61 anni: divisore pari a 21,475 e coefficiente pari al 4,657%; |
62 anni: divisore pari a 20,878 e coefficiente pari al 4,79% |
63 anni: divisore pari a 20,276 e coefficiente pari al 4,932%; |
64 anni: divisore pari a 19,672 e coefficiente pari al 5,083%; |
65 anni: divisore pari a 19,064 e coefficiente pari al 5,245%; |
66 anni: divisore pari a 18,455 e coefficiente pari al 5,419%; |
67 anni: divisore pari a 17,844 e coefficiente pari al 5,604%; |
68 anni: divisore pari a 17,231 e coefficiente pari al 5,804%; |
69 anni: divisore pari a 16,609 e coefficiente pari al 6,021%; |
70 anni: divisore pari a 15,982 e coefficiente pari al 6,257%; |
71 anni: divisore pari a 15,353 e coefficiente pari al 6,513%. |
Pensioni più leggere dal 2019: di quanto scendono?
Appresa la notizia, molti lavoratori prossimi alla pensioni si chiedono di quanto si abbasserà la loro pensione. Per esempio, un lavoratore che accede alla pensione di vecchiaia a 67 anni nel 2019, di quanto vedrà scendere la sua pensione, rispetto a chi si è già pensionato nel 2018?
Come abbiamo anticipato, la differenza nel caso di specie è di 0,096% che va moltiplicato per il montante contributivo. Quindi, ipotizzando un lavoratore ha versato annualmente all’INPS il 33% di 30.000 euro per 38 anni di contributi, il montante contributivo (senza fare calcoli circa la rivalutazione dello stesso) è di 376.200 euro, che va moltiplicato per 5,604%. Pertanto, avremo 21.082,25 euro annui che diviso 13 mensilità fa 1.621,71 euro. Ergo, lo 0,096% al pensionato costerà 361,15 euro annui.