Dal 2 agosto è previsto il primo pagamento del bonus Maroni, il beneficio destinato ai lavoratori, sia del settore privato che pubblico, che decidono di rinunciare alla pensione anticipata Quota 103, nonostante abbiano maturato i requisiti necessari. In particolare, questo incentivo permette di aumentare il netto della retribuzione in busta paga in cambio della rinuncia al versamento dei contributi previdenziali da parte del datore di lavoro.
La richiesta può essere effettuata direttamente dal lavoratore tramite il sito web dell’INPS oppure attraverso i patronati. Quali sono i requisiti necessari per ottenere l’incentivo? Come si presenta la domanda? Qual è il valore del beneficio?
Bonus Maroni, cos’è e come funziona
Il bonus Maroni è che una specie di premio in busta paga per chi sceglie di rimandare il pensionamento anticipato, pur essendo nella condizione di aver già conseguito i requisiti di accesso alla Pensione Quota 103.
Questo incentivo si chiama così in quanto ricalca uno strumento già previsto nel 2004 e restato in vigore fino al 2007. Questo era mirato a contenere le spese previdenziali e portava la firma dell’allora Ministro Roberto Maroni, recentemente scomparso.
Il bonus consiste in un esonero dal pagamento dei contributi previdenziali a carico del lavoratore dipendente pari al 9.19% della retribuzione imponibile (contributo IVS) così come avviene per il taglio del cuneo fiscale.
La misura è stata attuata dal Decreto 21 marzo 2023 del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, di concerto con il Ministero dell’Economia, pubblicato in Gazzetta Ufficiale n. 110 del 12 maggio 2023, ma è stata rimandata più volte fino ad arrivare ad oggi.
Come aumenta la busta paga?
Come detto, l’incentivo Maroni ha lo scopo di mantenere i lavoratori sul posto di lavoro attraverso un aumento dello stipendio netto, a favore di coloro che spostano in avanti l’uscita dal mondo del lavoro e quindi l’effettivo pensionamento. Siamo dunque innanzi a un esonero o sgravio contributivo che ammonta alla percentuale del 9,19%.
Ricapitolando, il nuovo bonus Maroni:
- consiste in uno sgravio contributivo assegnato ai lavoratori dipendenti che pur avendo conseguito i requisiti previdenziali per Quota 103 scelgono di restare al lavoro;
- prevede un esonero pari al 9.19% del totale dei contributi previdenziali da versare;
- comporta che il corrispondente importo dovuto come contribuzione gravante sul dipendente non sarà assegnato all’Inps, ma piuttosto entrerà nello stipendio netto del lavoratore.
Ecco dunque spiegato in sintesi il meccanismo del bonus Maroni nel 2024 che per trattenere il dipendente al lavoro, implica una retribuzione più alta.
Cos’è la Pensione Quota 103
La pensione Quota 103 è una forma di pensionamento anticipato introdotta in Italia, che consente ai lavoratori di ritirarsi prima rispetto all’età pensionabile standard. Questo sistema si basa sulla somma dell’età anagrafica e degli anni di contributi versati.
Per accedere alla pensione Quota 103, i requisiti sono:
- Avere almeno 62 anni di età.
- Aver maturato almeno 41 anni di contributi.
In altre parole, la somma dell’età e degli anni di contributi deve essere pari a 103. Questo meccanismo offre un’opzione di pensionamento anticipato per coloro che hanno una lunga carriera contributiva, consentendo loro di lasciare il mondo del lavoro prima di raggiungere l’età pensionabile ordinaria.
Quali sono vantaggi e svantaggi del bonus Maroni
Da una parte il lavoratore potrà continuare a lavorare con una retribuzione più alta (di circa il 10% come visto prima).
Tuttavia, attenzione anche a questo dettaglio: alla data nella quale il dipendente andrà effettivamente in pensione, l’assegno previdenziale versato avrà un importo uguale a quello che varrebbe alla data della prima scadenza utile per il pensionamento. Ciò significa che si baserà sull’anzianità contributiva conseguita fino a quel momento.
Pertanto i nuovi contributi versati dopo l’attestazione del possesso dei requisiti di pensione non aumenteranno il montante contributivo del lavoratore e di conseguenza l’importo della pensione rimarrà invariato.
Come richiedere il Bonus Maroni
Il bonus si può richiedere direttamente all’INPS, il quale ha fornito le istruzioni per la domanda tramite un apposito messaggio n. 2426 del 28 giugno 2023.
Per accedere al bonus, il lavoratore deve:
- dare comunicazione all’INPS della volontà di accedere all’incentivo;
- successivamente l’INPS provvede a certificare al lavoratore, dandone comunicazione al datore di lavoro, il raggiungimento dei requisiti minimi pensionistici per l’accesso al trattamento di pensione anticipata flessibile entro 30 giorni dalla richiesta o dall’acquisizione della documentazione integrativa necessaria;
- infine il datore di lavoro, acquisisce la certificazione e procede all’eventuale recupero, a conguaglio, degli sgravi contributivi già maturati ma trattenuti dalla busta paga e versati all’INPS.
La domanda di accesso al Bonus Maroni può essere presentata dall’interessato direttamente sul sito dell’INPS attraverso i seguenti canali:
- direttamente dal sito web INPS www.inps.it, seguendo il percorso “Pensione e Previdenza” > “Domanda di pensione” e proseguendo all’interno dell’area tematica “Domanda Pensione, Ricostituzione, Ratei, Certificazioni, APE Sociale e Beneficio precoci” accedendo tramite:
- SPID (Sistema Pubblico di Identità Digitale) almeno di Livello 2,
- CNS (Carta Nazionale dei Servizi)
- o CIE (Carta di Identità Elettronica 3.0);
- tramite Patronato;
- contattando il Contact Center Integrato al numero verde 803164 (gratuito da rete fissa) o al numero 06164164 (da rete mobile a pagamento in base alla tariffa applicata dai diversi gestori).
Da quando decorre il Bonus Maroni
Come chiarito dall’INPS nella Circolare 39 del 27 febbraio 2024 e nel Messaggio 1107 del 14 marzo 2024, chi acquisisce il diritto a Quota 103 nel 2024 può beneficiare dell’esonero contributivo a partire dalle seguenti date:
- 2 agosto 2024 per i lavoratori del settore privato, con pensione a carico della Gestione esclusiva dell’AGO;
- 1° settembre 2024 per i lavoratori del settore privato, con pensione a carico di una Gestione diversa da quella esclusiva dell’AGO;
- 2 ottobre 2024 per i dipendenti delle Pubbliche Amministrazioni, secondo l’articolo 1, comma 2, del D.Lgs. numero 165/2001, con pensione a carico della Gestione esclusiva dell’AGO;
- 1° novembre 2024 per i dipendenti delle Pubbliche Amministrazioni, secondo l’articolo 1, comma 2, del D.Lgs. numero 165/2001, con pensione a carico di una Gestione diversa da quella esclusiva dell’AGO.
Queste date non sono casuali, poiché corrispondono alle finestre temporali per l’accesso a Quota 103.