A gennaio 2024 i chi percepisce una pensione potrà tornare a sorridere. Sono previsti, infatti, degli aumenti importanti degli assegni previdenziali erogati. Il primo mese dell’anno, senza dubbio, risulterà essere molto importante per quanti dovranno percepire una pensione.
Una delle novità più importanti è costituita dall’adeguamento degli importi all’inflazione. Ma non solo: sono previsti gli adeguamenti dettati dalla riforma degli scaglioni Irpef. Già oggi, comunque vada, è possibile sapere la data entro la quale le pensioni andranno in pagamento. Ma vediamo tutte le novità che i diretti interessati si devono aspettare per il nuovo anno.
Come visualizzare e cosa contiene il cedolino della pensione
Entro e non oltre il 31 dicembre 2023 l’Inps metterà a disposizione il cedolino della pensione di gennaio 2024 nella sua versione online. I diretti interessati lo potranno consultare direttamente sul sito dell’istituto. L’ammontare, che verrà erogato, comprenderà anche l’adeguamento all’inflazione del 5,4%. Oltre a questo i pensionati si dovranno aspettare una revisione degli scaglioni Irpef.
Quanti nel corso del 2023 hanno percepito una pensione minima hanno beneficiato di un incremento extra pari all’1,5%, che è aumentato addirittura del 6,4% per quanti abbiano superato i 75 anni. Il prossimo anno, inoltre, verrà riconosciuta una rivalutazione straordinaria degli assegni con pensione minima, ma non verrà più fatta alcuna distinzione tra quanti abbiano meno o più di 75 anni.
Quando pagano la pensione di gennaio 2024
A gennaio la pensione verrà erogata in conto corrente da mercoledì 3. Nella maggior parte dei casi questa operazione viene effettuata nel corso del primo giorno lavorativo, almeno per chi riceve un bonifico su un conto corrente postale (i giorni lavorativi vanno dal lunedì al sabato) o su uno bancario (in questo caso i giorni lavorativi vanno dal lunedì al venerdì).
Chi riceve il bonifico, quindi potrà verificare l’avvenuto accredito mercoledì 3 gennaio 2024. Discorso diverso, invece, per chi andrà a ritirare il proprio assegno previdenziale in contanti presso gli uffici postali. In questo caso è necessario rispettare il seguente calendario:
- mercoledì 3 gennaio: lettere dalla A alla B;
- giovedì 4 gennaio: lettere dalla C alla D;
- venerdì 5 gennaio: lettere dalla E alla K ;
- lunedì 8 gennaio: lettere dalla L alla O;
- martedì 9 gennaio: lettere dalla P alla R;
- mercoledì 10 gennaio: lettere dalla S alla Z.
Aumenti pensioni 2024: quali cifre verranno erogate
Quali sono gli importi che i contribuenti si dovranno aspettare per il prossimo anno? Ricordiamo che nel 2023 il trattamento minimo è risultato essere pari a 567,94 euro. Gli aumenti previsti a partire dal 1° gennaio 2024 sono i seguenti:
- 100% per chi percepisce un assegno fino a quattro volte il trattamento minimo, il cui importo è inferiore a 2.101,52 euro;
- 85% per chi percepisce un assegno fino a cinque volte il trattamento minimo: l’importo è compreso tra i 2.101,53 e i 2.626,90 euro;
- 53% per chi percepisce un assegno fino a sei volte il trattamento minimo: l’importo è compreso tra i 2.626,91 e i 3.152,28 euro;
- 47% per chi percepisce un assegno fino a otto volte il trattamento minimo: l’importo è compreso tra i 3.152,29 e i 4.203,05 euro;
- 37% per chi percepisce un assegno fino a dieci volte il trattamento minimo: l’importo è compreso tra i 4.203,06 e i 5.253,80 euro;
- 32% per chi percepisce un assegno oltre dieci volte il trattamento minimo: l’importo è superiore a 5.253,81.
Per il 2023 l’indice di perequazione automatica è stato determinato in via definitiva nella misura dell’8,1%. Il conguaglio – pari allo 0,8% – è arrivato sulla rata di pensione del mese di dicembre 2023. Per il 2024, invece, l’indice provvisorio di rivalutazione delle pensioni è pari al 5,4%.
È importante precisare che non verranno rivalutare le pensioni di accompagnamento, perché non hanno natura di prestazione pensionistica.
Le trattenute fiscali
Nei primi mesi del 2024 risultano essere di particolare importanza le ritenute erariali effettuate nel corso del 2023, ossia:
- Irpef;
- addizionale regionale a saldo;
- addizionale comunale a saldo.
Nel caso in cui le trattenute siano state effettuate in misura minore rispetto a quanto dovuto, nelle rate di gennaio e febbraio della pensione l’Inps provvederà a recuperare le differenze a debito. L’operazione potrebbe comportare l’azzeramento dell’assegno previdenziale, nel caso in cui gli importi dovuti dovessero risultare essere pari o superiore a quanto versato ogni mese.
Per quanti percepiscono un assegno previdenziale inferiore a 18.000 euro l’anno, per i quali il ricalcolo dell’Irpef ha comportato un conguaglio a debito superiore a 100 euro, la rateazione viene stesa fino alla mensilità di novembre.
Sempre a partire dalla mensilità di gennaio, oltre all’Irpef, l’Inps provvederà a trattenere le addizionali regionali e comunali relative al 2023.