Il Consiglio dei Ministri ha da poco approvato il disegno di Legge di Bilancio 2024, per cui il governo sta lavorando a diverse misure in ottica fiscale, per il lavoro e sulle pensioni. Non ci sarà una vera e propria riforma del sistema pensionistico italiano, come si ipotizzava in precedenza, tuttavia cambieranno alcuni aspetti sulle pensioni 2024.
In particolare sotto la lente di ingrandimento ci sono i sistemi attuali di prepensionamento, e le misure agevolative disponibili per alcune categorie di lavoratori. Stiamo parlando di Opzione Donna, Ape Sociale e Quota 103.
Negli scorsi mesi sono state fatte diverse ipotesi intorno a questi sistemi proposti dall’INPS attualmente, per introdurre alcune modifiche per i beneficiari. Vediamo in questo articolo cosa cambierà nel 2024 per le pensioni, in base agli interventi in programma con la manovra per il prossimo anno.
Legge di Bilancio 2024: il sistema Quota 103
Una delle principali misure di prepensionamento destinate a tornare nel 2024 è Quota 103: si tratta di un sistema introdotto, sulla scia delle misure disponibili gli scorsi anni, per evitare un ritorno diretto alla Legge Fornero come unica possibilità di pensionamento.
Senza questa misura-ponte infatti, per i lavoratori italiani sarebbe possibile accedere alla pensione non prima dei 67 anni di età, nel rispetto delle attuali pensioni di vecchiaia e anzianità. Quota 103 quindi ritornerà, tuttavia non migliorerà con il prossimo anno.
Al contrario, i requisiti andranno a peggiorare: al momento attuale è possibile utilizzare questa misura per accedere alla pensione con 62 anni di età e dopo aver versato 41 anni di contributi. Questo tuttavia non sarà possibile il prossimo anno, per cui il requisito salirà a 63 anni di età, con 41 anni di contributi versati.
Nonostante questo innalzamento di età, non si parla di una Quota 104 vera e propria, perché rimarranno attivi gli incentivi per coloro che decidono di continuare a lavorare nonostante la possibilità di accedere a questo sistema di prepensionamento.
La Legge di Bilancio 2024 quindi interviene complessivamente con una penalizzazione della precedente misura, e in parte ciò è dovuto anche alle limitate risorse del governo per mettere in moto un cambiamento più grande per ciò che riguarda la Legge Fornero.
Ape Sociale e Opzione Donna 2024 in un unico fondo
Intorno ad Opzione Donna è stato aperto un ampio dibattito, soprattutto per il restringimento dei requisiti per l’accesso a questa possibilità, dell’ultimo anno. Il governo ha quindi deciso di dire addio a Opzione Donna e l’Ape Sociale per come le conosciamo oggi.
Le due misure attualmente sono destinate a questi lavoratori:
- Opzione Donna: lavoratrici donne autonome o dipendenti, con 60 anni di età anagrafica e relativa riduzione per chi ha figli a carico e 35 anni di contributi versati, con il requisito di rientrare in alcune specifiche casistiche (assistere un familiare portatore di handicap, oppure avere un’invalidità almeno al 74%, oppure con un licenziamento da un’azienda in crisi);
- Ape Sociale: destinata a lavoratori che si trovano in alcune situazioni specifiche, molto simili a quelle di Opzione Donna, o che svolgono mansioni rientranti tra le categorie definite come gravose. In questo caso l’accesso alla pensione avviene a 63 anni di età e con 30 anni di contributi versati (che sale a 36 per chi svolge mansioni gravose).
Le diverse modifiche apportate a queste misure hanno provocato dei cambiamenti nei requisiti e nel funzionamento di questo tipo di pensioni negli ultimi anni, e il governo attuale ha deciso di cancellare queste due possibilità, sostituendole con un unico fondo dedicato alla flessibilità in uscita.
Negli scorsi mesi si era ipotizzato anche l’arrivo di una sorta di misura intermedia, l’Ape Donna, idea che per il momento sembra abbandonata.
Secondo quanto previsto da questo unico fondo, il prossimo anno sarà possibile accedere alla pensione a 63 anni avendo versato 36 anni di contributi per tutti coloro che sono disoccupati, caregiver di familiari portatori di handicap, che sono disabili o che svolgono mansioni gravose.
Il requisito contributivo invece scenderebbe a 35 anni per le lavoratrici donne. I dibattiti intorno al futuro delle due misure Opzione Donna e Ape Sociale finiranno quindi con l’arrivo di un’unica misura per garantire l’uscita anticipata dal lavoro per le categorie di lavoratori definite come svantaggiate. Resta da vedere se l’adesione a tale fondo sarà maggiore da parte dei lavoratori rispetto a quanto accaduto con le due misure attuali.
Rivalutazione delle pensioni 2024
Un altro aspetto da considerare per le pensioni per il prossimo anno riguarda la rivalutazione: sarà disponibile per le pensioni minime agli over 75, e a questa si affiancherà anche la rivalutazione in base all’inflazione attuale, come accaduto già lo scorso anno.
Anche se le modifiche alle misure di prepensionamento arriveranno per il 2024, il governo punta ad introdurre le rivalutazioni delle pensioni già quest’anno, a partire da novembre 2023. In base a quanto riportato dalla NADEF, la Nota di Aggiornamento del Documento di Economia e Finanza, ci sarà quindi un conguaglio anticipato per ciò che riguarda l’adeguamento ISTAT relativo alle pensioni.
Questa mossa ha l’obiettivo di sostenere i cittadini percettori di pensione di fronte ai rincari attuali causati dall’inflazione. Si parla quindi di un adeguamento dello 0,8% in linea con l’attuale andamento economico. Questo conguaglio tuttavia arriverà per livelli, ovvero sarà garantito per intero solamente a chi riceve una pensione fino a 4 volte il trattamento minimo.
Negli altri casi questa rivalutazione verrà applicata in percentuale, in modo da impattare in misura minore sulle pensioni più elevate, e da sostenere maggiormente chi riceve una pensione più bassa.
Legge di Bilancio 2024: altri interventi sulle pensioni
Oltre alle modifiche viste prima, con la manovra 2024 si attendono anche altri interventi annunciati dal governo. Uno di questi riguarda i contribuenti con sistema contributivo puro, a proposito della pensione di vecchiaia. Attualmente questo sistema impone la maturazione di un assegno pensionistico di almeno 1,5 volte la pensione sociale, per poter smettere di lavorare a 67 anni di età.
Questo vincolo viene rimosso dall’attuale governo, permettendo a diversi lavoratori di accedere alla pensione senza dover attendere ulteriormente (in alcuni casi si poteva aspettare anche fino a 70 anni di età).
Un intervento centrale della Legge di Bilancio 2024 è la modifica agli scaglioni IRPEF: in questo caso il sistema passerà da 4 aliquote a 3, a vantaggio dei redditi più bassi. Questo vuol dire che chi ha un reddito annuo fino a 28.000 euro potrà beneficiare dello scaglione attualmente previsto solamente per chi guadagna fino a 15.000 euro, ovvero al 23% di tassazione.
Questo cambiamento implicherà anche una modifica del pagamento delle tasse da parte dei pensionati, oltre ad influire sui lavoratori. Non cambierà la no tax area per i pensionati, ovvero la soglia massima per cui si è esonerati dalle imposte, tuttavia si prevede anche una modifica alle detrazioni fiscali, con riduzione di queste agevolazioni per i redditi più elevati.