Altre novità sul fronte pensioni e previdenza, legate in particolare ai liberi professionisti. Infatti, l’Inps ha appena aggiornato le tabelle per la determinazione degli oneri di ricongiunzione in base alla legge n. 45 del 1990, a carico dei liberi professionisti che chiedono il pagamento rateale.
Di fatto, abbiamo che i liberi professionisti che fanno domanda nel 2022, al fine di rateizzare gli oneri di ricongiunzione ai sensi della citata legge, dovranno pagare di più. Documento di riferimento è la circolare Inps n. 30 del 2022, in cui è chiarito che l’aumento è conseguenza dell’incremento – pari al + 1,9% – dell’indice dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati, acclarato dall’ISTAT per il 2021.
Vediamo allora qualche ulteriore dettaglio proprio in tema di ricongiunzione liberi professionisti, oneri da versare e pagamento rateale.
Pensione liberi professionisti, ricongiunzione più costosa nel 2022: i destinatari
Quanto appena accennato riguarda i liberi professionisti che intendono spostare la contribuzione in entrata o in uscita dalla cassa professionale. Accenniamo altresì al fatto che la legge n. 45 del 1990 dispone che i contributi oggetto di trasferimento siano maggiorati degli interessi calcolati al 4,5% e portati in detrazione della riserva matematica, quantificata sulla scorta dell’età anagrafica del lavoratore; dell’anzianità contributiva complessivamente maturata in capo all’assicurato e della retribuzione in godimento. Ma qui rileva soprattutto che l’onere di ricongiunzione, in applicazione dell’art. 2, comma 3, della legge citata:
- può essere oggetto di rateizzazione, per un numero di rate mensili non al di sopra della metà delle mensilità corrispondenti ai periodi ricongiunti;
- con la maggiorazione di un interesse annuo composto corrispondente al tasso di variazione medio annuo dell’indice dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati, acclarato dall’ISTAT con riferimento al periodo di dodici mesi che termina al 31 dicembre dell’anno anteriore.
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Aggiornamento tabelle Inps ricongiunzione liberi professionisti
Come ricordato sopra, lo scorso anno il tasso di inflazione è stato corrispondente a +1,9% e, dunque, allo scopo della predisposizione dei piani di ammortamento degli oneri legati alle domande di ricongiunzione presentate nel 2022, l’Istituto di previdenza ha aggiornato:
- le tabelle che indicano l’ammontare della rata mensile costante per il piano di ammortamento;
- la tabella che individua il debito rimanente, in ipotesi di sospensione del versamento delle rate mensili prima dell’estinzione del debito.
Non possiamo infatti dimenticare che annualmente l’Inps, attraverso una circolare ad hoc, fornisce le tabelle dei coefficienti da usare per i piani di ammortamento degli oneri di ricongiunzione, legati alle domande fatte nel corso dello stesso anno. L’aggiornamento si compie in base al tasso di variazione medio annuo dell’indice dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati, come acclarato dall’Istituto nazionale di statistica per l’anno anteriore a quello di riferimento.
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Pensione liberi professionisti, ricongiunzione più costosa nel 2022: il meccanismo e le normative di riferimento
A questo punto, è opportuno notare che la ricongiunzione dei contributi consiste in un istituto che consente, a chi ha posizioni assicurative in gestioni previdenziali distinte, di riunire – con trasferimento – tutti i periodi contributivi in un’unica gestione. La finalità è quella di conseguire una sola pensione.
Detto istituto, per i liberi professionisti, è regolato – come accennato – dalla legge n. 45 del 1990 e di fatto è utile a valorizzare spezzoni di vita contributiva versati in differenti casse previdenziali. In particolare la ricongiunzione:
- si compie a domanda del diretto interessato o dei suoi superstiti;
- deve includere tutti i periodi di contribuzione (obbligatoria, volontaria, figurativa) che il lavoratore ha maturato in almeno due diverse forme previdenziali fino al momento della richiesta;
- impone che detti periodi non siano già stati sfruttati per liquidare una pensione diretta.
Peculiarità dell’istituto della ricongiunzione è che i periodi ricongiunti sono fatti valere come se fossero sempre stati versati nel fondo nel quale sono stati unificati. Essi danno dunque diritto a pensione, sulla scorta dei requisiti di cui al fondo stesso. In linea generale, questo strumento implica oneri economici a carico di colui che fa domanda, differenti in base alla sua retribuzione; all’età anagrafica; all’anzianità contributiva complessiva e all’importo del contributo che si vuole trasferire da una gestione all’altra.
La domanda di ricongiunzione va effettuata da parte dell’assicurato alla sede competente dell’istituto; ente; cassa; fondo o gestione previdenziale, nell’ambito del quale si vuole ricongiungere i vari periodi contributivi. La possibilità di ricongiunzione di solito può essere esercitata una sola volta.