Con l’ordinanza n. 5839 del 5 marzo 2025, la Corte di Cassazione torna ad occuparsi dei criteri che devono presiedere alla ripartizione della pensione di reversibilità tra l’ex coniuge divorziato e il coniuge superstite. Si tratta di un tema complesso e delicato, che interessa molte famiglie e che spesso sfocia in contenziosi legali, soprattutto nei casi di seconde nozze o famiglie ricostruite.
Questa guida fa il punto sulla normativa e sulla giurisprudenza più recente, spiegando quando spetta la pensione di reversibilità, come si calcola, e quali sono i criteri per la ripartizione tra più soggetti aventi diritto.
Cos’è la pensione di reversibilità
La pensione di reversibilità, o rendita ai superstiti, è una prestazione economica che l’INPS eroga ai familiari di un pensionato o lavoratore deceduto, allo scopo di garantire una continuità di reddito. La prestazione si basa su una percentuale della pensione percepita o maturata dal defunto e spetta, in primo luogo, al coniuge superstite, ma può essere riconosciuta anche ad altri familiari (figli, genitori, fratelli e sorelle) se ricorrono determinati requisiti.
Nel caso in cui il defunto avesse più coniugi, cioè un coniuge superstite e un ex coniuge divorziato, si pone il problema della ripartizione della reversibilità.
Quando l’ex coniuge ha diritto alla reversibilità
L’ex coniuge divorziato può avere diritto a una quota della pensione di reversibilità solo se ricorrono due condizioni:
- Deve essere titolare di un assegno divorzile, stabilito dal giudice al momento della separazione;
- Non deve essersi risposato.
In mancanza anche solo di uno di questi due requisiti, la reversibilità non spetta all’ex coniuge. Al contrario, se entrambi i requisiti sono soddisfatti, egli può essere ammesso alla prestazione insieme al coniuge superstite, con quote che verranno stabilite dal giudice.
Come si ripartisce la pensione di reversibilità tra ex e attuale coniuge
La ripartizione della pensione di reversibilità non avviene in modo automatico o paritario. La giurisprudenza ha affermato, in più occasioni (tra cui l’ordinanza della Cassazione n. 5850 del 4 marzo 2024), che si tratta di una valutazione equitativa, basata su diversi criteri:
- La durata dei rispettivi matrimoni (con il defunto): è il parametro principale, anche se non esclusivo;
- Le condizioni economiche dei coniugi: si valutano redditi, patrimonio e capacità lavorativa;
- L’assistenza morale e materiale prestata al defunto: durante il matrimonio o nella malattia;
- Presenza di figli, situazioni di disagio o altre circostanze familiari rilevanti.
Il giudice del tribunale ordinario è l’unico competente a decidere la ripartizione delle quote, su istanza di uno dei due soggetti interessati, e il provvedimento ha effetto retroattivo a partire dalla data del decesso.
Esempio pratico di calcolo pensione reversibilità coniuge
Supponiamo che il defunto percepisse una pensione lorda mensile di 1.500 euro. In base alla normativa, la pensione di reversibilità spettante al coniuge è pari al 60% della pensione del deceduto, quindi 900 euro.
Se ci sono sia un ex coniuge con diritto alla prestazione (assegno divorzile e non risposato) che un coniuge superstite, il giudice dovrà decidere come suddividere i 900 euro.
Se il matrimonio con l’ex coniuge è durato 25 anni e quello con il coniuge superstite solo 5, ma quest’ultimo ha assistito il defunto nella malattia e ha minori a carico, il giudice potrebbe comunque non assegnare automaticamente l’80% all’ex coniuge. Ogni elemento contribuisce alla decisione finale.
A chi spetta la pensione di reversibilità
La pensione di reversibilità spetta ai familiari superstiti di un lavoratore o pensionato deceduto, iscritti a una gestione previdenziale INPS. I soggetti aventi diritto sono individuati dalla legge e, in ordine di priorità, sono:
- Il coniuge superstite, anche se separato (purché con diritto agli alimenti);
- L’ex coniuge divorziato, solo se titolare di assegno divorzile e non risposato;
- I figli, minorenni, studenti o inabili al lavoro;
- In mancanza di coniuge e figli, possono subentrare i genitori, fratelli o sorelle inabili e a carico del defunto.
Leggi anche: Pensione di reversibilità o indiretta ai nipoti maggiorenni, le istruzioni dell’INPS
Come si ottiene la pensione di reversibilità
La domanda per la reversibilità va presentata all’INPS, esclusivamente in modalità telematica, tramite:
- il sito inps.it, con SPID, CIE o CNS;
- contact center INPS;
- patronati e intermediari abilitati.
L’assegnazione della quota tra ex e attuale coniuge, però, non viene decisa dall’INPS, ma rimane una questione di competenza giudiziaria.
Conclusione
In presenza sia di un coniuge superstite sia di un ex coniuge divorziato, la pensione di reversibilità non si divide automaticamente.
È necessario valutare caso per caso, tenendo conto di una serie di elementi personali, economici e familiari. In caso di disaccordo, si potrà ricorrere al tribunale per ottenere la giusta ripartizione.
Per evitare errori o sorprese, è consigliabile rivolgersi a un legale o a un patronato sin dalla fase iniziale della richiesta.
Clicca qui e poi fai click sulla Stellina in alto a destra