La pensione di vecchiaia 2018 è la principale prestazione erogata dall’Inps per i lavoratori che hanno raggiunto i requisiti minimi per maturare il diritto all’uscita dal lavoro. Si basa, su due importanti requisiti come l’età e il numero di contributi utili accantonati.
Per l’uscita dal lavoro nel 2018 con la pensione di vecchiaia si richiedono almeno 66 anni e sette mesi e 20 anni di contributi. Esistono, anche specifiche categorie, per le quali è possibile richiedere una pensione senza contributi e ricevere un assegno sociale se in possesso di un basso reddito.
Categorie come le casalinghe, possono accedere anche ad una pensione di vecchiaia se iscritte in apposito fondo e con il versamento di almeno cinque anni di contributi.
Pensione di vecchiaia 2018, cosa prevede la Riforma Fornero
Il D.L. numero 201 del 2011 ovvero la Legge Fornero di riforma delle pensioni, è intervenuta mediante una riforma innalzando l’età minima per accedere alla pensione di vecchiaia. Fino al 2021, in base al sesso e al settore lavorativo, si prevedono degli adeguamenti alle aspettative di vita e ad una età più alta per accedere alla misura pensionistica.
Per la pensione di vecchiaia 2018, è richiesta una età anagrafica di 66 anni e 7 mesi per esercitare il diritto a tale trattamento pensionistico. Dal 2019, invece, è previsto un primo innalzamento a 67 mesi per le principali categorie lavorative a seguito del miglioramento delle aspettative di vita. Per i contributi minimi per richiedere la pensione di vecchiaia, sono confermati i 20 anni.
La recente riforma pensioni 2017 ha tuttavia previsto alcune forme di anticipo pensionistico fra cui APE Social e APE volontario per permettere l’uscita dal lavoro anticipata. Rientrano nell’APE sociale alcune categorie lavorative speciali come i disoccupati, i careviger, gli invalidi e i lavoratori gravosi.
In questo caso, saranno richiesti anche contributi pari a 30 per le prime categorie e 36 per i lavoratori gravosi, per presentare la suddetta domanda di pensione anticipata. Maturati anche i requisiti anagrafici richiesti per la pensione di vecchiaia, si potrà passare a quest’ultimo trattamento.
Come richiedere la pensione di vecchiaia 2018
Per richiedere la pensione di vecchiaia 2018, sono necessari 20 anni di contributi e una età minima già compiuta di 66 anni e sette mesi. Si dovrà quindi presentare una domanda telematica all’Inps mediante uno dei tre canali a disposizione dell’utente, ovvero:
- Online sul portale dell’Inps alla sezione telematica predisposta per i pensionati. E’ richiesto l’utilizzo di un Pin personale preventivamente rilasciato dall’Inps.
- Tramite contact center INPS. E’ attivo un contact center gratuito per l’acquisizione delle domande di presentazione della pensione di vecchiaia.
- Tramite intermediari. Soggetti autorizzati come patronati e Caf possono supportare il pensionato alla corretta presentazione della domanda.
Sul sito dell’Inps nell’area dedicata alla pensione di vecchiaia 2018, sono presenti anche utili sezioni informative su cos’è questa prestazione, chi ne ha diritto e quanto spetta.
Calcolo pensione di vecchiaia con Pensione futura
Il calcolo della pensione di anzianità è molto semplice da eseguire, grazie ad un servizio dedicato noto come la mia pensione futura. Quest’ultimo, infatti, permette di avviare una simulazione rispetto alla futura pensione, considerando tre fattori principali come età, storia lavorativa e retribuzione.
E’ rivolto ai lavoratori con contribuzione al Fondo Pensioni dei lavoratori dipendenti e ai lavoratori con contribuzione versata alla Gestione separata.
Con il servizio Pensione Futura, è anche possibile controllare i contributi effettivamente versati all’Inps e comunicare eventuali periodi mancanti, oltre che conoscere la data presunta della pensione di vecchiaia.
Importo pensioni di vecchiaia, calcolo
L’importo della pensione di vecchiaia varia in base all’anzianità contributiva e al tipo di sistema contributivo o retributivo di cui lo stesso è parte. I lavoratori con anzianità successiva al 31 dicembre 1995 ad esempio, appartengono al sistema contributivo, mentre prima di tale riferimento temporale, è applicato un sistema misto detto pro rata.
Con il sistema contributivo, tale importo è determinato mettendo in correlazione i contributi di ogni anno sulla base di una aliquota di computo applicata ai lavoratori dipendenti e il montante individuale. Quest’ultimo, è calcolato in base ai contributi di ogni anno rivalutati. E’ poi da applicare al suddetto montante, un coefficiente di trasformazione come da tabella allegata sul sito dell’Inps.
Il sistema retributivo, invece, prevede un differente calcolo della pensione e con riferimento ai dati sull’anzianità contributiva e la media delle retribuzioni percepite nell’ultimo periodo di lavoro.
Pensione sociale senza contributi, come richiederla
E’ possibile richiedere una pensione sociale senza contributi, se in presenza di specifici requisiti di legge come la cittadinanza italiana e un reddito basso. Si parla quindi di pensione di vecchiaia senza contributi, che è una prestazione economica erogata dall’Inps a favore di:
- Soggetti italiani o cittadini comunitari iscritti all’anagrafe del Comune di Residenza. Possono essere ammessi all’assegno sociale, anche i cittadini extracomunitari in possesso di un permesso di soggiorno di lungo periodo.
- Reddito inferiore ad un limite stabilito di anno in anno dalla legge. Per l’anno in corso, tale reddito non deve superare i 5824,91 euro se il pensionato non è sposato. Reddito non superiore a 11.649,82 euro per i pensionati sposati.
Sono richiesti per la pensione di vecchiaia senza contributi, anche dei requisiti anagrafici pari a 66 anni e sette mesi. La presentazione della domanda è online, mediante uno dei canali attivi come servizio online con Pin personale, contact center o intermediazione di enti patronati.
L’importo è di 448,07 euro per tredici mensilità ed è erogato dall’Inps se in presenza dei requisiti di reddito appena menzionati. In caso di variazioni del suddetto reddito o superamento dei limiti reddituali, l’assegno sociale decade.
Pensione casalingha, quando si ha diritto?
Dal 1997, è istituito un Fondo di previdenza a favore della cosiddetta pensione casalinga. Quest’ultimo, è utile per ricevere una pensione di vecchiaia al raggiungimento dei requisiti di età previsti dalla Legge e in base ai contributi versati. Esiste, infatti, uno specifico Fondo di Previdenza Inps Inail in cui è possibile versare mensilmente dei contributi per maturare il diritto.
Per aderire al suddetto fondo è necessario essere uomini o donne con una età compresa tra i 16 ed i 65 anni e non essere titolari di pensione diretta. E’ inoltre necessario, non svolgere una attività lavorativa dipendente o autonoma.
La priorità per accedere alla pensione, infatti, è dedicarsi ad una attività di assistenza e cura della casa e delle famiglia, senza retribuzione o vincoli di subordinazione. Le pensioni casalinghe, potranno essere poi richieste al compimento di almeno 57 anni di età. Richiesto anche un versamento di almeno 5 anni di contributi nel fondo.
Pensione di vecchiaia anticipata, chi ne ha diritto
La pensione anticipata, è infine una ulteriore prestazione pensionistica a favore di coloro che presentano un requisito contributivo di legge e indipendentemente dall’età anagrafica del richiedente.
Introdotta con la Legge Fornero, prevede di esercitare il diritto alla pensione maturati 42 anni e 10 mesi di contributi per gli uomini. Anche le donne possono esercitare il diritto alla pensione vecchiaia anticipata con 41 anni di 41 anni e 10 mesi di contributi versati indipendentemente dall’età.
Sul portale dell’Inps, è comunque predisposta una ricca e completa sezione con tutte le informazioni. Presenti anche utili dettagli su chi ne ha diritto e come richiederla con il servizio dedicato.