Dopo l’introduzione della pace fiscale, il governo ha approvato anche alcune norme volte a favorire il perfezionamento dei requisiti pensionistici attraverso il riscatto dei contributi per la copertura dei periodi contributivi arretrati rimasti scoperti, che prendono il nome di “pace contributiva“. La novità, inserita nel decreto legge 4/2019 o “decretone” insieme a quota 100 e reddito di cittadinanza, consente – in via sperimentale per un triennio 2019-2021 – la possibilità di coprire fino a 5 anni di periodi pregressi non lavorati o comunque in assenza di contributi versati e in assenza di obbligo contributivo. L’INPS a fine febbraio ha pubblicato il modulo AP135 “Domanda di riscatto dei periodi non coperti da contribuzione”; si trova allegato a fondo pagina.
La sistemazione della posizione contributiva non potrà essere utilizzata dai soggetti già titolari di pensione, e non vale per sanare periodi per i quali sussiste obbligo contributivo (anche in altre gestioni previdenziali diverse da quella per la quale se ne chieda la valorizzazione). Ma andiamo con ordine e vediamo nel dettaglio tutto quello che c’è da sapere su questo provvedimento.
Pace contributiva, cos’è e come funziona
Le norme sulla pace contributiva si applicano:
- ai lavoratori dipendenti, ovvero iscritti all’assicurazione generale obbligatoria per l’invalidità, la vecchiaia e i superstiti dei lavoratori dipendenti ed alle forme sostitutive ed esclusive della medesima;
- artigiani e commercianti iscritti alle gestioni speciali dei lavoratori autonomi;
- ai lavoratori parasubordinati e altri iscritti alla gestione separata INPS.
Tali soggetti devono essere:
- privi di anzianità contributiva al 31 dicembre 1995;
- non già titolari di pensione.
Dunque è possibile affermare che la pace contributiva si applica solamente ai contributivi “puri”, cioè che non hanno periodi contributivi accreditati al 31 dicembre 1995. Quindi, non può utilizzarlo chi ha il calcolo della pensione con il sistema retributivo o misto. Di conseguenza, tale strumento risulta inutile per la quota 100 che è destinata a lavoratori con 62 anni di età e 38 di contributi.
Riscatto contributivo: quali periodi interessa
Possono essere riscattati in tutto o in parte i periodi compresi tra la data del primo e quello dell’ultimo contributo comunque accreditato nelle forme assicurative su menzionate, non soggetti a obbligo contributivo e che non siano già coperti da contribuzione, comunque versata e accreditata, presso forme di previdenza obbligatoria.
Il riscatto dei contributi può essere fatto per un periodo massimo di 5 anni, anche non continuativi. La domanda può essere presentata anche dai superstiti, parenti e affini entro il secondo grado.
Pace contributiva: quanto costa riscattare i contributi
Riscattare i periodi contributivi ha ovviamente il suo costo. Ma il governo ha riservato a tal fine delle agevolazioni fiscali che ammortizzano in parte la spesa sostenuta dal contribuente.
Innanzitutto, l’onere è determinato in base ai criteri fissati dal comma 5 dell’articolo 2 del decreto legislativo 30 aprile 1997 n.184. In pratica, si applica l’aliquota contributiva prevista dal regime presso il quale si esercita il riscatto agli ultimi 12 mesi di retribuzione. Per i lavoratori del settore privato l’onere per il riscatto può essere sostenuto dal datore di lavoro dell’assicurato destinando, a tal fine, i premi di produzione spettanti al lavoratore stesso. In tal caso, è deducibile dal reddito di impresa e, ai fini della determinazione dei redditi da lavoro dipendente.
L’agevolazione, invece, consiste in una detrazione al 50%, che viene ripartita in cinque quote annuali di pari importo.
Il versamento dell’onere può essere effettuato ai regimi previdenziali di appartenenza:
- in unica soluzione;
- ovvero in massimo 60 rate mensili, ciascuna di importo non inferiore a € 30,00, senza applicazione di interessi per la rateizzazione.
La rateizzazione dell’onere non può essere concessa nei casi in cui i contributi da riscatto debbano essere utilizzati per la immediata liquidazione della pensione diretta o indiretta. Altra limitazione si ha nel caso in cui gli stessi siano determinanti per l’accoglimento di una domanda di autorizzazione ai versamenti volontari; qualora ciò avvenga nel corso della dilazione già concessa, la somma ancora dovuta sarà versata in unica soluzione.
Riscatto agevolato anni di laurea per under 45
È previsto, altresì, un riscatto agevolato per gli anni di laurea al fine di incrementare l’anzianità contributiva, ma esclusivamente per gli under 45. Il calcolo della somma da pagare dovrà essere effettuato considerando, per ognuno degli anni da riscattare, il livello minimo imponibile annuo. Tale importo, poi, va moltiplicato per l’aliquota prevista per i lavoratori dipendenti.
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Modulo AP135 INPS – Domanda Pace contributiva
Alleghiamo infine il modulo di domanda per la pace contributiva, ovvero per riscattare i contributi dei periodi non coperti da contribuzione. Si tratta del Modulo AP135 che può essere compilato, stampato e consegnato all’INPS.
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