La Manovra 2023 ha prorogato la pensione anticipata Opzione Donna 2023, ma per renderla più sostenibile per le casse dello Stato, questa opzione è vincolata, oltre che ai requisiti anagrafici e contributivi, anche ad una sorta di condizione soggettiva, che la lavoratrice deve avere alla data della domanda. Di fatto rendendo l’accesso a questa forma di pensionamento anticipato per un numero minore di lavoratrici. Ci riferiamo in particolare alle caregiver, alle donne con invalidità di grado non al di sotto del 74%, oppure licenziate o dipendenti da aziende in crisi. Il Governo ha modificato inoltre anche i requisiti anagrafici.
L’INPS ha poi rilasciato la circolare n. 25 del 6 marzo 2023, con la quale recepisce le novità e fornisce istruzioni e chiarimenti in materia elencando profili destinatari della norma, requisiti e condizioni richieste e poi dando indicazioni sulla decorrenza del trattamento pensionistico e sulle modalità di presentazione della domanda. Nel frattempo le modifiche per tornare ai vecchi requisiti non sono state approvate dal Governo e dalla maggioranza e quindi le regole di accesso sono rimasta invariate.
Aggiornamento: l’INPS ha rilasciato il Messaggio numero 2547 del 06-07-2023 fornendo ulteriori chiarimenti in merito al precedente Messaggio n. 4560 del 2021 in materia di accesso alla pensione anticipata c.d. opzione donna nei casi di riscatto a percentuale dei periodi ante 1996 a seguito dell’esercizio della facoltà di opzione al sistema contributivo.
Di seguito facciamo il punto sulla situazione alla luce delle novità apportate in manovra. I dettagli.
Cos’è e come funziona in breve Opzione Donna 2023
Opzione donna consiste in un regime sperimentale, previsto a favore delle lavoratrici, che permette di anticipare l’uscita dal mondo del lavoro – e dunque il pensionamento – di alcuni anni rispetto alle regole ordinarie.
La finalità del meccanismo di anticipo pensionistico in oggetto è tener conto e tutelare in modo specifico la popolazione femminile, su cui tipicamente grava il lavoro di cura non retribuito di minori e anziani della famiglia. In questo modo si intende in qualche modo riconoscere loro questo “doppio lavoro”, prevedendo la possibilità di andare un po’ prima in pensione.
Il meccanismo permette dunque alle sole lavoratrici (sia del settore privato che pubblico, come anche alle autonome) di pensionarsi, con uno sconto importante rispetto ai requisiti tipici, ma a condizione di accettare il ricalcolo dell’assegno con il sistema contributivo, e dunque meno ‘remunerativo’.
In attesa di una riforma pensioni strutturale ed organica, attesa per il 2023, che introduca regola nuove e che consenta di archiviare la discussa legge Fornero, rimangono pertanto in piedi i vari meccanismi sperimentali di pensionamento anticipato. Per questo nella legge di Bilancio è chiaro il segnale di proseguire, almeno per ora, con Opzione donna, oltre che con Quota 103 e Ape Sociale.
Quali sono i nuovi requisiti per accedere a opzione donne 2023
In un percorso non esente da difficoltà e intoppi, la legge di Bilancio 2023 mostra i suoi punti fermi e, tra essi, anche le nuove regole su Opzione donna. Infatti non c’è stato alcun ripensamento del Governo e le lavoratrici, dipendenti o autonome che hanno conseguito i requisiti entro il 31 dicembre 2022 potranno accedere a questo pensionamento anticipato a patto di trovarsi in una delle seguenti condizioni:
- caregiver, e ci riferiamo al familiare che cura ed assiste nelle varie attività quotidiane chi non è autosufficiente;
- invalide con percentuale non al di sotto del 74%. Ovviamente deve trattarsi di una riduzione della capacità lavorativa acclarata dalle competenti commissioni per il riconoscimento dell’invalidità civile;
- licenziate o dipendenti da aziende in crisi.
Per quanto riguarda le donne lavoratrici e caregiver, è opportuno precisare che ci si riferisce a chi svolge assistenza alla data della richiesta di prepensionamento e da almeno 6 mesi al coniuge o a un parente di primo grado convivente con handicap acclarato in stato di gravità (art. 3 comma 3 legge 104/1992), oppure un parente o un affine di secondo grado convivente, laddove i genitori o il coniuge della persona con handicap in stato di gravità abbiano compiuto i 70 anni d’età oppure siano anch’essi colpiti da problemi di salute invalidanti o siano morti o mancanti.
Quali sono i nuovi requisiti anagrafici per Opzione donna 2023
Novità anche per quanto riguarda i requisiti anagrafici perché sarà possibile accedere ad Opzione donna con:
- 60 anni di età anagrafica e 35 anni di contributi perfezionati da parte delle lavoratrici, dipendenti o autonome, entro il 31 dicembre 2022;
- con uno sconto di un anno per ciascun figlio entro un massimo di 2 anni. Ovvero il requisito anagrafico cala di un anno (59 anni) in presenza di un figlio e di due anni in presenza di due figli (58 anni);
- mentre per licenziate o dipendenti di aziende in situazione di crisi varranno 58 anni e 35 anni di contributi (comunque conseguiti entro fine anno). Per queste lavoratrici non conterà dunque l’eventuale presenza di figli.
Ricordiamo inoltre che, con l’ultima proroga prevista nella manovra 2022, lo strumento è stato sfruttato dalle lavoratrici in possesso di 35 anni di contributi e 58 anni di età (59 anni le autonome) entro il 31 dicembre dello scorso anno.
Alcune ulteriori precisazioni
In Opzione donna 2023 confermato il meccanismo di differimento nel versamento del primo rateo pensionistico (la cd. «finestra mobile») di 12 mesi dal conseguimento dei citati requisiti di accesso all’agevolazione (18 mesi per le lavoratrici autonome).
Attenzione infine a quanto segue: la stretta su Opzione donna non colpisce coloro che hanno conseguito i requisiti anagrafici e contributivi di cui alle leggi previgenti (cioè 58/59 anni di età insieme con 35 di contributi) entro il 31 dicembre dello scorso anno. Si tratta infatti di diritti acquisiti e questo vale anche se la decorrenza della pensione si colloca dopo il 31 dicembre di quest’anno. In altre parole, per queste persone non ci sono novità, con la conseguenza che potranno continuare a pensionarsi senza dover osservare le nuove regole restrittive.
Cosa si intende per finestra mobile
La pensione anticipata con opzione donna, presenta alcuni limiti che potrebbero disincentivare le lavoratrici a protendere per tale meccanismo di pensionamento. Uno su tutti è sicuramente il meccanismo di calcolo, che è quello contributivo (in genere più penalizzante rispetto al sistema retributivo).
Altro fattore da considerare per chi intendesse accedere all’opzione donna è la decorrenza del primo assegno pensionistico, in quanto tale tipologia di prestazione soggiace ancora alla cd. “finestra mobile” (cfr. INPS, Circolare n. 53/2011), che prevede un meccanismo in base al quale l’erogazione avviene:
- dopo 12 mesi dalla maturazione dei predetti requisiti per le dipendenti;
- dopo 18 mesi per le autonome.
Come fare domanda
Per fare la domanda di pensione con Opzione Donna 2023 è necessario collegarsi sul sito INPS nella sezione “Domanda Pensione, Ricostituzione, Ratei, ECOCERT, APE Sociale e Beneficio precoci”. L’INPS ha recepito le novità sulla misura con messaggio n. 467 del 1° febbraio 2023 aggiornando la procedura online.
Da tale data quindi si può accedere all’area riservata mediante credenziali di accesso:
- SPID;
- Carta nazionale dei servizi (CNS);
- Carta di identità elettronica 3.0 (CIE).
Come noto il PIN INPS non è più valido per accedere.
Chi non vuole procedere da solo, può anche farsi seguire da un patronato.
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