Come era lecito aspettarsi, sono tante le novità incluse nella bozza della legge di Bilancio 2022, ossia quel documento contabile di assoluta importanza strategica per il paese, che include la previsione delle entrate e delle uscite sia per l’anno che verrà che su un arco triennale.
Ovviamente il testo non ha mancato anche di disporre sul delicato tema delle pensioni; ma in verità senza intervenire con norme di riforma strutturale vera e propria. All’orizzonte vi è infatti Quota 102, un meccanismo non definitivo, ma temporaneo e in vigore nel solo 2022. Esso presenta caratteristiche peculiari e specifici requisiti d’accesso.
Qui di seguito una breve guida con focus proprio su Quota 102: come funziona il meccanismo? Perché vale la pena conoscerlo? Ecco le risposte.
Legge di Bilancio 2022: cos’è Quota 102?
Stiamo per abbandonare Quota 100, ossia un progetto triennale di riforma destinato a concludersi con la fine dell’anno. D’altronde anche l’Europa ha raccomandato più volte all’Italia di ripensare il sistema pensionistico su nuove basi e criteri. Ecco allora innanzi Quota 102, il meccanismo introdotto dalla squadra di Governo nella Legge di Bilancio 2022.
Ci si potrebbe legittimamente chiedere come funziona in concreto e quali sono i requisiti d’accesso. Ebbene spiegarlo è molto semplice. Si tratta di una formula che consente un’uscita dal mondo del lavoro a 64 anni con 38 di contributi regolarmente versati. Vale a dire: ben prima di quanto previsto dalle regole ordinarie della Legge Fornero, 67 anni di età anagrafica e 20 anni di contributi versati.
Ma attenzione: è una misura provvisoria, che con tutta probabilità – in base alle informazioni in possesso – dovrebbe rimanere in vigore esclusivamente per l’anno prossimo, prima del ritorno definitivo alla Legge Fornero. Si tratta di un meccanismo contenuto nel ddl Bilancio 2022, in attesa del via libera definitivo del Parlamento.
In buona sostanza la novità, che si inserisce tra quelle più rilevanti in tema pensioni nella bozza ddl Bilancio 2022 approvato dal Consiglio dei Ministri lo scorso 28 ottobre 2021, è inerente ai requisiti di accesso al trattamento anticipato a cominciare dal prossimo anno. La sua durata pari a 12 mesi costituirebbe una sorta di soluzione transitoria, una mediazione tra Quota 100 e il ritorno alle regole della riforma Fornero, così come auspicato dalle parti sociali.
Quota 102: alcuni dettagli sui requisiti
Era apparso a tutti chiaro che dopo la fine di Quota 100, già annunciata da alcuni mesi, fosse necessario intervenire. Ebbene, come sopra accennato, ora il Governo Draghi include nel disegno di legge di Bilancio 2022 il meccanismo citato, ossia una nuova forma di pensione anticipata per il prossimo anno, variando la combinazione in merito ai requisiti d’accesso: 64 anni di età e 38 anni di contributi.
I contributi rispetto a Quota 100 restano invariati, mentre servono due anni di età anagrafica in più per l’accesso alla pensione anticipata, con il metodo delle quote. Quasi a prepararsi psicologicamente al ritorno alla Legge Fornero, a partire dal 2023, salvo ulteriori interventi e riforme sostanziali in materia previdenziale.
Qualora la bozza della legge di Bilancio ricevesse l’ok sul punto dal Parlamento, Quota 102 sarebbe formalmente in vigore a partire dal primo gennaio 2022; mentre il termine ultimo per la maturazione dei requisiti corrisponderebbe al 31 dicembre del prossimo anno.
Da notare che, così come già per il meccanismo di Quota 100, anche per Quota 102 il perfezionamento dei requisiti entro la fine del 2022 permetterebbe di esercitare il diritto al pensionamento anticipato anche in un momento successivo. E, analogamente a Quota 100, anche Quota 102 non è cumulabile con i redditi da lavoro autonomo o subordinato, tranne quelli legati al cd. lavoro autonomo occasionale nel corso dell’anno (limite pari a 5mila euro lordi).
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Quota 102: il possibile scenario pensioni nel 2023
Nel caso nel frattempo non intervenga una riforma strutturale del sistema pensionistico e previdenziale, che consenta di superare la legge Fornero, a partire dal primo gennaio 2023, sarà possibile andare in pensione soltanto alle condizioni delineate di seguito:
- pensione anticipata: 65 anni di età anagrafica, 42 anni e 10 mesi di contributi per gli uomini e 41 anni e 10 mesi di contributi per le donne;
- trattamento pensionistico di vecchiaia: 67 anni di età anagrafica, 20 anni di contributi per tutti;
- pensione per lavori usuranti (operai, conduttori di mezzi pesanti ecc.): 66 anni e 7 mesi di età anagrafica e 30 anni di contributi regolarmente versati.
Da notare che nel quadro trova tuttora spazio Opzione donna, la quale è riservata alle sole lavoratrici, con queste attuali caratteristiche:
- 58 anni di età anagrafica, se alle dipendenze;
- 59 anni se lavoratrici autonome;
- 35 anni di contributi regolarmente versati per tutte, maturati entro il 31 dicembre 2020.
Tuttavia anche su questo meccanismo andrebbe ad incidere la legge di Bilancio 2022, che deve però essere approvato dal Parlamento. Infatti, il requisito dell’età sarebbe modificato e aumentato rispettivamente a 60 e 61, da compiere entro la fine di quest’anno. Ribadiamo che tutto quanto incluso nella bozza dovrà essere discusso da Camera e Senato e poi, eventualmente, approvato. Dunque, allo stato attuale, non sono affatto escluse ulteriori novità sostanziali, anche sul fronte pensionistico.