Isopensione fino al 31 dicembre 2023: è questa una delle novità più importanti previste dalla Legge di Bilancio 2021 (L. n. 178/2020) all’art. 1, co. 345 in tema di previdenza. Mediante tale strumento è possibile accedere al pensionamento anticipato qualora si raggiungano i requisiti minimi nei 7 anni successivi alla cessazione del rapporto di lavoro. In altre parole è possibile pensionarsi con un anticipo di 7 anni. Si ricorda, al riguardo, che tale meccanismo è stato previsto, in via sperimentale per il triennio 2018-2020, dalla cd. “Riforma Fornero”.
Quindi, la Legge di Bilancio 2021 proroga la misura di ulteriori tre anni consentendo ai lavoratori di imprese, con almeno 15 dipendenti, di poter accordarsi per l’isopensione e ritirarsi in anticipo, a 7 anni dalla pensione.
Ma come funzione del dettaglio? Chi può accedervi? È necessario fare apposita domanda? Chi paga la pensione? E ancora, a quanto ammonta il trattamento previdenziale?
Ecco tutto quello che c’è da sapere in materia di isopensione alla luce della Manovra 2021.
Isopensione: cos’è?
L’isopensione è un meccanismo di pensionamento anticipato per i lavoratori che sono prossimi al pensionamento. In pratica, entrambe le parti – lavoratore e datore di lavoro – possono di comune accorso decidere di chiudere il rapporto di lavoro anzitempo, in modo tale che il lavoratore possa godere di un importo “ponte” fino alla data di effettivo pensionamento.
Per accedere all’ispoensione è necessario soddisfare determinati requisiti soggettivi, tra cui l’organico minimo aziendale, il quale non deve essere pari o inferiore a 15 unità.
Tra l’altro, per il buon andamento dell’intesa occorre un cd. “accordo di esodo” trilaterale tra:
- INPS;
- azienda;
- sindacati.
Isopensione 2021-2023: come funziona
Una volta compreso che l’isopensione non è altro che un meccanismo che permette al lavoratore di uscire anzitempo dal lavoro e collocarsi a riposo, pare opportuno osservare più da vicino come funziona.
Innanzitutto, si specifica l’arco temporale di anticipo del pensionamento. Inizialmente, la Riforma Fornero (L. n. 92/2012) prevedeva che il lavoratore potesse anticipare al massimo 4 anni. Quindi, era necessario che il lavoratore avesse almeno 63 anni per accedere alla pensione di vecchiaia (attualmente raggiungibile a 67 anni).
Successivamente, la Legge di Bilancio 2018 (L. n. 205/2017), estendo la misura fino al 31 dicembre 2020, aveva anche ampliato la misura fino a 7 anni di anticipo.
Ora, la Legge di Bilancio 2021 ha mantenuto l’anticipo di 7 anni, allargando la misura, in via sperimentale, fino al 2023
Ciò detto, per tutti i lavoratori che accedono all’isopensione è direttamente il datore di lavoro a versare la pensione al posto dell’INPS. Ma non solo, l’azienda dovrà anche farsi carico dei contributi figurativi. In questo modo i lavoratori non subiscono alcuna penalizzazione dal punto di vista previdenziale, garantendo continuità contributiva.
Isopensione 2021-2023: accordi di esodo
Come detto, per accedere all’isopensione c’è bisogno di un accordo di esodo tra: azienda, INPS e sindacati. In caso di accordo raggiunto, il lavoratore che ha fatto richiesta di ispensione viene informato circa la possibilità di aderire a tale istituto.
Il passaggio successivo consiste nella validazione dell’atto da parte dell’INPS, dopo avere verificato tutti i requisiti pensionistici dei lavoratori che intendo anticipare la pensione. L’Istituto Previdenziale, inoltre, deve:
- calcolare la base di computo dell’organico aziendale che – come detto – deve essere mediamente superiore a 15 dipendenti;
- emettere un provvedimento nel quale sono descritte le informazioni relative al costo complessivo del programma di esodo annuale che l’azienda deve sopportare.
A questo punto, il datore di lavoro viene informato circa i costi da sopportate. La comunicazione avviene via PEC.
L’assegno di esodo viene messo in pagamento a partire del mese successivo alla risoluzione del rapporto.
Isopensione 2021-2023: a quanto ammonta l’assegno
Infine, si rammenta a quanto ammonta l’assegno di esodo. A tal proposito, la norma dispone che esso è pari al trattamento pensionistico che spetterebbe al lavoratore al momento di accesso alla prestazione medesima.
Chiaramente, la pensione erogata con l’isopensione contiene alcune differenze rispetto alla normale pensione erogata dall’INPS, che si riepilogano di eseguito:
- non esiste la perequazione automatica;
- non esistono gli ANF;
- non possono essere effettuate trattenute per il pagamento di oneri.