È proprio in questi giorni che si sta consumando la diatriba tra l’Adepp e l’INPS in merito al cumulo gratuito per i professionisti. La questione riguarda quindi la possibilità per i lavoratori che hanno una avuto una carriera, sia nel pubblico/privato sia come professionisti iscritti in un Albo professionale, di poter cumulare in maniera del tutto gratuita i contributi versati nelle rispettive casse previdenziali.
Oggetto della discordia è il costo della pratica che secondo l’INPS deve essere coperto dalle rispettive Casse professionali in misura proporzionale alla quote di pensione erogata al proprio iscritto. Per l’Adepp, l’associazione per le casse dei professionisti, invece le cose stanno in maniera diversa, ossia il costo delle pratiche deve essere tutto coperto proprio dall’Inps. Intanto i pensionati attendono.
Cos’è il cumulo gratuito per i professionisti
Grazie a un intervento normativo contenuto nella Legge di Bilancio 2017 (art. 1, co. 195 e ss. della L. n. 232/2016) è stata modificata la disciplina per l’accesso al c.d. cumulo gratuito per i professionisti (ai fini pensionistici). In particolare, il Governo ha dato la possibilità ai lavoratori che hanno avuto una carriera lavorativa piuttosto instabile, di poter cumulare tutti i contributi previdenziali non coincidenti maturati in gestioni pensionistiche diverse, ivi inclusi i periodi di riscatto della laurea, ai fini sia delle pensioni di vecchiaia sia di quelle anticipate.
In base a tale istituto, i soggetti che abbiano contributi (relativi a periodi non coincidenti) in diverse forme pensionistiche obbligatorie di base (inerenti ai lavoratori dipendenti o ai lavoratori autonomi e parasubordinati iscritti in regimi INPS) possono cumulare gratuitamente i medesimi, in alternativa agli istituti della ricongiunzione (eventualmente onerosa) o della totalizzazione.
L’estensione del cumulo gratuito per i professionisti
La Circolare INPS n. 140 del 12.10.2017 ha espressamente chiarito che la predetta norma non si applica solamente ai lavoratori iscritti a due o più forme di assicurazione obbligatoria per invalidità, vecchiaia e superstiti dei lavoratori dipendenti, oppure ai lavoratori autonomi (commercianti, artigiani, coltivatori diretti e mezzadri).
La norma si applica anche quindi anche ai lavoratori iscritti alle casse professionali, ecco spiegato il cosiddetto cumulo gratuito per i professionisti (es. Cassa Forense, Cassa dei Dottori Commercialisti eccetera).
Il blocco: chi paga il costo della pratica?
Il presidente dell’INPS, Tito Boeri, si augura “che prevalga la ragionevolezza tra le Casse” e “si giunga ad un accordo”. Intanto c’è un esercito di circa 8.000 cittadini in attesa di pensione che ora si ritrovano senza un assegno pensionistico e senza stipendio.
Dopo un silenzio durato 14 mesi (il cumulo gratuito è entrato in vigore il 1° gennaio 2017), solo un mese fa, è stata firma la convenzione tra l’INPS e le Casse dei professionisti, al fine di sbloccare definitivamente la situazione. Tutto risolto? Niente affatto. Lo stallo, come ben noto, riguarda il costo della pratica di 65 euro che nessuno delle due parti ha voglia di accollarsi. Di sicuro le Casse professionali non verseranno un centesimo ritenendo che sia obbligo dell’INPS gestire la faccenda. Il massimo esponente dell’INPS afferma però di non aver ricevuto alcun corrispettivo dal governo per la copertura di questi costi. Questo perché la legge sul cumulo gratuito finanzia i maggiori oneri previdenziali.
E allora che si fa? Chi paga i 65 euro? Nello strano triangolo INPS-Adepp-professionista a fare come al solito le spese è quest’ultimo in attesa di quanto gli spetta di diritto.