Non sempre il percorso lavorativo è lineare. Può capitare di interrompere l’attività per motivi personali, familiari o a causa di eventi imprevisti. In queste situazioni, l’assenza di un rapporto di lavoro comporta anche la sospensione della contribuzione previdenziale. È proprio in questi casi che entrano in gioco i contributi volontari INPS: uno strumento utile per mantenere la continuità contributiva in vista della pensione.
Ma di cosa si tratta esattamente? Quali sono i costi da sostenere? E in quali situazioni può essere davvero vantaggioso ricorrere a questa opzione?
Cosa sono i contributi volontari
I contributi volontari sono versamenti che i lavoratori possono effettuare autonomamente all’INPS per coprire i periodi in cui non svolgono attività lavorativa. L’obiettivo è quello di non interrompere la carriera assicurativa e maturare il diritto alla pensione di vecchiaia o anticipata, oppure incrementare l’importo della prestazione pensionistica futura.
Per accedere a questa possibilità è necessario ottenere l’autorizzazione preventiva da parte dell’Istituto.
Chi riguardano
Possono richiedere l’autorizzazione al versamento dei contributi volontari:
- i lavoratori che hanno cessato o interrotto l’attività lavorativa;
- chi ha almeno 5 anni di contributi versati (pari a 260 settimane) in qualsiasi epoca;
- oppure almeno 3 anni di contributi nei 5 anni precedenti la domanda.
Non possono invece accedere a questa facoltà i soggetti già titolari di pensione, fatta eccezione per alcune ipotesi particolari.
Quanto costano i contributi volontari nel 2025
L’importo dei contributi volontari dipende dalla categoria del lavoratore e dal reddito percepito nell’ultimo periodo di attività. Tuttavia, l’INPS stabilisce annualmente dei valori minimi. Per il 2025, gli importi minimi da versare sono i seguenti:
- Lavoratori dipendenti del settore privato: 3.777,36 euro annui (pari a 72,64 euro settimanali)
- Artigiani: 4.354,48 euro annui
- Commercianti: 4.391,40 euro annui
- Coltivatori diretti, coloni, mezzadri: da circa 1.034 a 4.248 euro l’anno, in base al reddito dichiarato
- Iscritti alla Gestione Separata: 27% del reddito di riferimento
Per i lavoratori dipendenti, il calcolo si basa sulla media delle retribuzioni imponibili degli ultimi 12 mesi di attività.
Gli importi indicati sono stati aggiornati sulla base della circolare INPS n. 58 del 14 marzo 2025.
In quali casi conviene versarli
Versare contributi volontari può rivelarsi una scelta strategica in diverse situazioni. È particolarmente utile per:
- raggiungere i requisiti minimi per l’accesso alla pensione di vecchiaia o anticipata;
- evitare la dispersione di contributi pregressi;
- aumentare l’importo della futura pensione;
- colmare periodi scoperti in una carriera lavorativa discontinua.
Prima di procedere, è comunque consigliabile effettuare una simulazione sul sito INPS o rivolgersi a un patronato per valutare la convenienza dell’operazione in base al singolo caso.
Come presentare la domanda
La domanda per ottenere l’autorizzazione al versamento dei contributi volontari può essere presentata:
- online, attraverso il portale INPS, utilizzando SPID, CIE o CNS;
- tramite l’app INPS Mobile;
- oppure tramite un patronato o intermediario abilitato.
In caso di accoglimento, l’INPS invierà i bollettini con gli importi da versare, che dovranno essere pagati con cadenza trimestrale.
Alternative alla contribuzione volontaria
Oltre alla contribuzione volontaria, esistono altre modalità per incrementare la propria posizione previdenziale, che possono rivelarsi più adatte o vantaggiose a seconda del profilo contributivo. Tra queste:
- Riscatto della laurea: consente di valorizzare gli anni di studio universitario non coincidenti con attività lavorativa, anche in forma agevolata per determinati soggetti. È una soluzione molto utilizzata da chi desidera anticipare l’accesso alla pensione o aumentare l’importo dell’assegno.
- Pace contributiva: si tratta di una misura sperimentale, attiva in via straordinaria, che permette di riscattare i cosiddetti “buchi contributivi” tra il 1° gennaio 1996 e il 31 dicembre 2023. Possono accedervi i lavoratori che non hanno contributi versati prima del 1996. Il riscatto è a pagamento, ma può essere utile per colmare discontinuità nella carriera.
- Riscatto del servizio militare o civile: chi ha svolto il servizio militare obbligatorio o il servizio civile sostitutivo può chiedere l’accredito gratuito del periodo, valido ai fini pensionistici. È un’opzione spesso trascurata, ma molto vantaggiosa.
Anche in questo caso, è fondamentale analizzare attentamente la propria posizione contributiva e valutare con un esperto la soluzione più adatta.
Conclusioni
I contributi volontari rappresentano uno strumento importante per chi desidera tutelare la propria posizione previdenziale in assenza di un’attività lavorativa. Possono essere particolarmente utili in presenza di carriere discontinue, per raggiungere prima i requisiti per la pensione o per evitare di perdere contributi già maturati.
Tuttavia, non sono l’unica strada disponibile. Esistono alternative come il riscatto della laurea, la pace contributiva o l’accredito del servizio militare, che meritano di essere valutate con attenzione.
Per approfondire la propria situazione, è sempre consigliabile accedere all’area personale MyINPS, consultare l’estratto conto contributivo aggiornato e rivolgersi a un patronato per ricevere una consulenza personalizzata.
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