Pensioni in leggero aumento dal 1° gennaio 2020, grazie al meccanismo della perequazione automatica. Il Ministero dell’Economia e delle Finanze, di concerto con il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, ha pubblicato, sulla Gazzetta Ufficiale del 27 novembre 2019, il Decreto Interminsteriale 15 novembre 2019 che individua:
- il valore della variazione della percentuale, salvo conguaglio, per il calcolo dell’aumento di perequazione delle pensioni, con decorrenza dal 1° gennaio 2020;
- il valore definitivo della variazione percentuale da considerarsi, con decorrenza dal 1° gennaio 2019.
Nel primo caso, la percentuale di variazione per il calcolo della perequazione delle pensioni, per l’anno 2019 è pari allo 0,4% dal 1° gennaio 2020, salvo conguaglio da effettuarsi in sede di perequazione per l’anno successivo. Nel secondo caso, invece, la percentuale di variazione definitiva per il calcolo della perequazione delle pensioni per il 2018 è pari all’1,1%.
Sul punto, ricorda il Decreto Interministeriale in commento, per le pensioni alle quali si applica la disciplina dell’indennità integrativa speciale di cui alla L. n. 324/1959, le predette percentuali di variazione sono determinate separatamente sull’indennità integrativa speciale, ove competa, e sulla pensione.
Perequazione pensioni: cos’è e come funziona
Il meccanismo di “perequazione automatica” è disciplinato dall’articolo 11 del D. Lgs. 503/1992. Tale norma prevede che gli aumenti a titolo di perequazione automatica delle pensioni previdenziali ed assistenziali si applicano sulla base del solo adeguamento al costo vita con cadenza annuale.
Tali aumenti sono calcolati applicando, all’importo della pensione spettante alla fine di ciascun periodo, la percentuale di variazione che si determina rapportando il valore medio dell’indice ISTAT dei prezzi al consumo per famiglie di operai ed impiegati (FOI), relativo all’anno precedente il mese di decorrenza dell’aumento, all’analogo valore medio relativo all’anno precedente.
In altre parole, per l’anno in corso si conferma l’aumento delle pensioni, pari all’1,1%, mentre per il prossimo anno le pensione saranno aumentate solamente dello 0,4%. Quest’ultimo dato, però, è assolutamente provvisorio, quindi occorre attendere i dati ISTAT del prossimo anno per venire a conoscenza del dato definitivo.
Aumento pensioni: importi degli assegni per il 2020
Tuttavia, per effetto della Legge di Bilancio 2020, che ha introdotto nuovi criteri e modalità di calcolo della rivalutazione annuale delle pensioni, non tutti i pensionati godranno del 100% della rivalutazione.
Il meccanismo di rivalutazione del prossimo anno prevede sei aliquote:
- 100% per i trattamenti pensionistici il cui importo complessivo sia pari o inferiore a 4 volte il trattamento minimo INPS;
- 77% per le pensioni con importi superiori a 4 volte e pari o inferiore a 5 volte il trattamento minimo;
- 52% per importi superiori a 5 volte e pari o inferiori a 6 volte il trattamento minimo;
- 47% per i trattamenti pensionistici il cui importo complessivo sia superiore a 6 volte e pari o inferiore a 8 volte il trattamento minimo;
- 45% per importi superiori a 8 volte e pari o inferiori a 9 volte il trattamento minimo;
- 40% per i trattamenti di importo complessivo superiore a quest’ultimo limite.
Quindi, ad esempio, ipotizziamo che un pensionato sia titolare di una pensione pari a 1.000 euro. Grazie alla rivalutazione provvisoria dello 0,4%, riceverà un aumento pari a 4 euro. Diversamente, in caso di pensionato titolare di un assegno pari a 2.300, ricadendo quindi nella seconda fascia, l’aumento sarà di circa 7 euro.
MEF, DM 15 novembre 2019
Alleghiamo infine il testo del Decreto Ministeriale del Ministero dell’Economia e delle Finanze con il quale si rendono noti:
- il valore per il calcolo di perequazione delle pensioni, salvo conguaglio, per il 2020;
- il valore definitivo della variazione per l’anno 2018 con decorrenza dal 1° gennaio 2019.
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