Come annunciato già da varie settimane, ottobre è il mese della rivalutazione dei trattamenti pensionistici, disposta dall’Inps in via straordinaria e anticipata, per dare una risposta al boom dell’inflazione e all’aumento dei prezzi. Necessità primaria è tutelare il potere di acquisto delle famiglie e dei pensionati e il beneficio della rivalutazione va proprio in questa direzione.
Si tratta dell’attuazione pratica di quanto previsto dall’art. 21 del DL n. 115 del 2022, ovvero il decreto Aiuti bis, ed ora una circolare Inps ad hoc (la n. 114 di quest’anno) pubblicata da poco chiarisce, con istruzioni contabili, come funziona il meccanismo di rivalutazione transitorio dell’aumento pensioni, previsto per far fronte alla delicata situazione socio-economica odierna.
A beneficiarne saranno però non tutti coloro che percepiscono la pensione, ma soltanto coloro che rientrano sotto uno specifico tetto. Vediamo allora i dettagli della novità degli aumenti pensioni di ottobre e chi di fatto se ne potrà giovare.
Aumento pensioni ottobre 2022 come reazione agli effetti dell’inflazione
La circolare Inps n. 114 del 2022, di fatto, dà il via libera e dettaglia il meccanismo di rivalutazione pensioni, straordinario e transitorio, introdotto con il decreto Aiuti bis. Il documento indica peraltro che l’aumento pensioni varrà anche sulla tredicesima mensilità, ovvero quella di dicembre, in rapporto ai ratei di tredicesima cui si ha diritto.
Il beneficio dell’aumento pensioni sarà applicato alle seguenti categorie di soggetti:
- gli invalidi civili e titolari di assegno sociale o pensione sociale beneficeranno dell’aumento straordinario del 2% per le mensilità di ottobre, novembre e dicembre 2022. In altre parole, è un anticipo della rivalutazione delle pensioni in misura uguale al 2% dal primo ottobre;
- gli altri pensionati riceveranno questo aumento a patto che l’assegno lordo di settembre 2022 non sia maggiore di 2.692 euro (maggiorato di € 52,44 in base alla clausola di salvaguardia per un importo massimo di euro 2.744,44).
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Aumento delle pensioni sia per le dirette che le indirette
L’Inps ha confermato inoltre che la misura attiene ai titolari di trattamenti pensionistici diretti o indiretti (pensione ai superstiti). Esclusi invece i titolari di assegni non previdenziali. Pensiamo alle prestazioni di accompagnamento alla pensione come ad es. l’Ape sociale o l’assegno straordinario di solidarietà.
Lo abbiamo accennato all’inizio: la scelta dell’aumento pensioni è legata al fenomeno dell’inflazione, ovvero la crescita progressiva; sostenuta e continuativa dei prezzi, nel corso del tempo. Ed è proprio ciò che si sta verificando in questo periodo, un aumento dei prezzi di ampia portata, persistente e non attinente soltanto ad alcuni beni e servizi.
Chiaro che una crescita dei prezzi come quella che stiamo vivendo ha rilevanti ripercussioni sul potere d’acquisto. Con quest’ultimo ci riferiamo in pratica a ciò che si può spendere in base al proprio reddito.
Di fatto l’inflazione nel breve tempo riduce il potere d’acquisto di cittadini, lavoratori e pensionati, perché il reddito non cresce con la stessa velocità dell’aumento dei prezzi. In termini pratici, con una identica quantità di denaro rispetto al passato, oggi si può comprare una quantità inferiore di beni e servizi. E proprio perché l’inflazione riduce il valore della moneta nel corso del tempo, le istituzioni hanno scelto la via dell‘aumento pensioni ottobre 2022, straordinario e anticipato, come risposta (parziale) a questo fenomeno.
Come identificare la perequazione nel cedolino pensione
Abbiamo detto che il limite della pensione oltre il quale non c’è l’aumento pensioni è 2.692 euro lordi. Ebbene, considerando che rileva il meccanismo della perequazione cumulata al raggiungimento di questo importo partecipano tutte le prestazioni pensionistiche di cui al Casellario Centrale delle Pensioni. Perciò sono comprese anche quelle versate da enti previdenziali diversi dall’Inps.
In particolare, la rivalutazione e aumento pensioni varrà con lo stesso strumento perequativo al momento in vigore, ovvero farà riferimento a criteri di progressività.
Come accennato sopra, l’aumento pensioni varrà da ottobre a dicembre 2022, e sarà individuabile dall’interessato sul suo cedolino della pensione, con la voce ‘Incremento D.L. Aiuti bis’. Attenzione anche ai trattamenti previdenziali con pagamento annuale o semestrale: per essi l’aumento in oggetto sarà pagato con la rata di gennaio del prossimo anno. E, lo ribadiamo, l’aumento sarà versato anche sulla tredicesima in proporzione ai ratei di tredicesima spettanti.
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Aumento pensioni e tassazione IRPEF
Ricordiamo inoltre che l’aumento non è esente da Irpef e sarà tassato su ogni mensilità. Perciò possiamo stimare che gli aumenti netti saranno compresi tra 10 e 30 euro, in base alla classe di reddito in cui si colloca l’assegno. L’aumento dal primo gennaio 2023 sarà riassorbito in occasione delle consuete operazioni di rinnovo delle pensioni.
Infine, all’aumento pensioni si somma un’altra misura a favore dei pensionati, ovvero l’anticipo del conguaglio dello 0,2% al primo novembre 2022 (e non dal primo gennaio 2023), disposto dal decreto Aiuti bis. Ciò in quanto l’inflazione definitiva nel 2021 è risultata corrispondente a + 1,9% anziché dello 1,7%, in via provvisoria applicato dall’Inps per il 2022. Per quanto riguarda questa diversa misura, l’istituto di previdenza ha rinviato ad un ulteriore documento.
Per tutti i dettagli su quanto disposto da Inps in merito all’aumento pensioni ottobre, rinviamo invece alla circolare n. 114 del 13 ottobre.