Il conguaglio previsto per la rivalutazione delle pensioni arriverà entro il 2023. Come già previsto in sede di lettura della relazione del NADEF, l’anticipo del conguaglio della perequazione degli assegni arriverà dal prossimo 1° dicembre 2023 determinando quindi un aumento delle pensioni.
La novità è inserita nel testo del decreto fiscale collegato alla Legge di Bilancio 2024, pubblicato in Gazzetta Ufficiale dello scorso 18 ottobre 2023. Il pagamento degli aumenti non arriverà a novembre, come si era ipotizzato, ma solo a dicembre, per dare il tempo all’INPS di calcolare e adeguare gli importi.
Aumento delle pensioni a dicembre 2023: chi sono i beneficiari
Gli aumenti in oggetto riguardano tutte le pensioni, dirette e di reversibilità, gli assegni di invalidità civile e gli assegni sociali. Gli aumenti saranno calcolati sul totale degli assegni mensili piuttosto che sul montante pensionistico, come era avvenuto in passato e pertanto la nuova misura porterà risparmi nelle casse dello Stato.
In sostanza l’aumento sarebbe comunque arrivato a a tutti i pensionati ma solo dal 1° gennaio 2024, in quanto si tratta di un conguaglio per l’adeguamento della quota di inflazione non riconosciuta all’inizio dell’anno.
Il decreto-legge del 18 ottobre ne anticipa di fatto il pagamento al 1° dicembre 2023 e anche con effetto retroattivo.
Pertanto saranno calcolati gli arretrati da gennaio a novembre 2023 e liquidati in unica soluzione sulle pensioni del mese successivo.
Aumento Pensioni 2023: le prime ipotesi nella relazione al Parlamento sulla Nadef 2023
Stando a quanto si apprende dalla relazione al Parlamento sulla Nadef 2023, il Governo avrebbe intenzione di destinare 3,2 miliardi di euro per coprire il conguaglio anticipato delle pensioni. L’assegno previdenziale dovrebbe aumentare, in questo modo, dello 0,8%. Questa rivalutazione non viene riconosciuta ad inizio 2023 e, almeno secondo la normativa, sarebbe dovuta arrivare solo e soltanto nel 2024.
L’aumento, almeno nelle intenzioni del governo, dovrebbe arrivare già nel corso del mese di novembre o dicembre 2024: questo significa che, i diretti interessati, avranno la possibilità di beneficiare della quota di adeguamento all’inflazione non riconosciuta ad inizio anno già entro il 2023.
Ricordiamo, infatti, che i pensionati nel 2023 sono riusciti a beneficiare di una rivalutazione pari al 7,3%. La maggiorazione era stata introdotta per compensare, almeno in parte, gli aumenti dei prezzi registrati nel corso del 2022 e che, in un secondo momento, sono stati determinati dall’Istat nell’8,1%.
Il restante 0,8%, almeno stando alle norme di legge attualmente in vigore, sarebbe dovuto arrivare direttamente con le pensioni del 2024.
Cosa prevede la Nadef 2023
Stando alla relazione al Parlamento della Nadef, il Governo avrebbe intenzione di anticipare i tempi del conguaglio. Per coprire questa spesa vengono utilizzati 3,2 miliardi di extra deficit. Nella Nadef viene riportato che:
Queste risorse nel 2023, attraverso un provvedimento d’urgenza, saranno destinate, in particolare, al conguaglio anticipato dell’adeguamento ISTAT per i trattamenti pensionistici previsto per l’anno 2024, a misure per il personale delle pubbliche amministrazioni e alla gestione dei flussi migratori.
Nel corso delle prossime settimane un decreto andrà a stabilire a quanto ammonterà il conguaglio delle pensioni. Il versamento dovrebbe arrivare nella mensilità di novembre o, al massimo, in quella di dicembre.
Di quanto aumentano le Pensioni
Andiamo a vedere concretamente cosa cambierà per chi percepisce tutti i mesi una pensione. I diretti interessati riceveranno un aumento dell’importo che spetta loro, il cui ammontare sarà differenziato in base ai vari scaglioni che sono stati individuati attraverso la Legge di bilancio 2023. Gli aumenti dovrebbero oscillare da un minimo di 50 euro per le pensioni minime – il cui ammontare è pari a 525 euro – ad un massimo di 200 euro riservato a quanti stanno percependo importi pari a quattro volte il minimo – il cui ammontare, in questo caso, risulta essere pari a 2.101,52 euro -.
Comunque vada, per poter effettuare i calcoli esatti è necessario attendere i dettagli e le istruzioni che arriveranno direttamente dal Governo. Maggiori informazioni saranno fornite proprio dalla norma che dovrebbe essere approvata a breve.
Le percentuali
Prima di proseguire è bene rammentare quali sino le percentuali degli aumenti previsti dalla legge:
- per gli assegni previdenziali che oscillano tra 2.101,53 e 2.626,90 euro al mese: 85% del tasso. In questo caso l’aumento sarà pari allo 0,68%. Chi percepisce una pensione di 2.500 euro godrà di un incremento di 17 euro;
- per gli assegni previdenziali compresi tra 2.626,91 e 3.152,28 euro: 53% del tasso, quindi 0,424%. Sarà possibile ricevere 12,72 euro al mese in più per le pensioni da 3.000 euro.
Pensioni, altre novità in arrivo nel 2024
La Legge di Bilancio 2024 contiene poi una serie di novità per quanto riguarda la previdenza. Anche se, almeno per il momento, la tanto agognata riforma delle pensioni non ci sarà ancora. Non per quest’anno, almeno. L’Esecutivo, con la Manovra 2024, ha a disposizione poche risorse, parte delle quali, come abbiamo visto, serviranno a coprire i conguagli di fine anno.
Tra le ipotesi che stanno circolando in queste ore, la più accreditata è quella che prevede una proroga delle misure che sono in vigore oggi. Stiamo parlando di Quota 103, Opzione Donna (o Quota 84) ed Ape Sociale. Le ultime due saranno accorpate in un unico fondo ed è probabile che venga ampliata la platea dei beneficiari.
Per quanto riguarda Quota 103, la misura dovrebbe rimanere sostanzialmente invariata. Si stanno valutando delle modifiche per Opzione Donna, che potrebbe permettere l’accesso alla pensione anticipata a più persone. Altra ipotesi sarebbe quella di ricorrere ad un modello sulla falsariga dell’Ape Donna: un vero e proprio trattamento di accompagnamento fino alla pensione di vecchiaia.
Oggetto di possibile modifica è anche l’Ape Sociale, per la quale potrebbe essere ampliato l’elenco delle misure gravose e usuranti, in favore di nuove professioni. Allo studio ci sarebbe anche Quota 84, che sarebbe riservato unicamente alle donne e che permetterebbe loro di andare in pensione anticipatamente a 64 anni con 20 di contributi.
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