Come abbiamo recentemente ricordato in queste pagine, il decreto Lavoro ha portato con sé numerose novità e, tra esse, l’annunciata archiviazione del reddito di cittadinanza – per come lo conosciamo oggi. La misura sarà sostituita dal cosiddetto assegno di inclusione e, proprio in riferimento a questa nuova prestazione, ricordiamo che il provvedimento approvato in CdM lo scorso primo maggio e pubblicato sulla gazzetta ufficiale del 4 maggio, prevede altresì nuove disposizioni per gli over 67, che di fatto sono una versione rivisitata della precedente pensione di cittadinanza.
Cerchiamo allora di seguito di fare chiarezza a riguardo e di capire come funzionerà l’assegno di inclusione per i pensionati, chi saranno i beneficiari e quali requisiti dovranno avere. I dettagli.
Come cambia la pensione di cittadinanza con l’assegno di inclusione
Il decreto Lavoro (D.L. n. 48/2023), recentemente varato, lancia l’assegno di inclusione, una prestazione di sostegno contro la povertà e l’esclusione sociale, che entrerà in vigore dal primo gennaio del prossimo anno. Detto assegno si rivolge espressamente ai nuclei familiari in difficoltà e che includono al loro interno disabili, minori o over 60. Il suo importo potrà toccare i 500 euro al mese.
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Ma attenzione perché detto strumento accrescerà il suo ammontare a 630 euro mensili se la famiglia è formata anche da over 67 o disabili gravi – somma a cui vanno peraltro aggiunti ulteriori 280 euro mensili in caso di affitto.
In buona sostanza siamo innanzi ad una versione revisionata della pensione di cittadinanza che abbiamo conosciuto finora, e le novità in oggetto costituiscono applicazione pratica di quanto previsto nella legge di Bilancio 2023. Proprio l’ultima manovra ha infatti:
- stabilito alcune modifiche alle regole del reddito di cittadinanza applicabile nel corso di quest’anno, in vista comunque dell’addio a detto istituto, e della pensione di cittadinanza dal 2024, nel quadro di una generale riforma delle misure di sostegno alla povertà e di inclusione attiva;
- istituito un “Fondo per il sostegno alla povertà e all’inclusione attiva“, ovvero una iniziativa in cui confluiscono parte dei risparmi legati all’archiviazione del RdC e della pensione di cittadinanza nella versione attuale.
Come funziona oggi la pensione di cittadinanza
Per capire i cambiamenti che riguarderanno la pensione di cittadinanza, ricordiamo in sintesi le caratteristiche della misura di sostegno così com’è stata finora. Ebbene, si tratta di un sussidio economico a supporto del reddito familiare e mirato espressamente alle famiglie in difficoltà i cui membri abbiano compiuto tutti 67 anni di età.
La prestazione può essere assegnata anche nelle ipotesi nelle quali nel nucleo familiare siano presenti soltanto soggetti in stato di disabilità grave o non autosufficienti. In linea generale, le regole di funzionamento della pensione di cittadinanza non sono diverse rispetto a quelle del reddito di cittadinanza, ma non ci sono gli adempimenti legati alla ricerca dell’impiego.
La manovra 2023 non ha cambiato i requisiti di cui all’art. 2 del D.L. n. 4/2019 per accedere alla pensione di cittadinanza e, in base alle regole finora applicate, è necessario inoltre avere un ISEE al di sotto dei 9.360 euro annui, come pure un patrimonio immobiliare, distinto dalla casa di abitazione, non maggiore di 30mila euro e un patrimonio mobiliare non maggiore di 6mila euro – aumentabile di 2.000 euro per ciascun ulteriore membro fino a 10mila euro. Non solo: supplementari incrementi sono possibili in ipotesi di componenti del nucleo familiare disabili.
Qual è l’importo del nuovo assegno di inclusione over 67
Come accennato sopra, di fatto il decreto Lavoro svolge un’opera di revisione della pensione di cittadinanza, di cui beneficeranno i nuclei familiari formati dagli over 67 o da disabili, già in possesso dei requisiti per conseguire il nuovo assegno di inclusione (ADI). In concreto siamo innanzi ad un’integrazione del reddito familiare che parte, come sopra accennato, da 630 euro di base mensili per 12 mensilità – per un totale di 7.560 euro annui – e che sarà in vigore a partire dal primo gennaio del prossimo anno – insieme al lancio dello stesso Assegno di Inclusione. Quest’ultima misura dal prossimo anno sostituirà il discusso reddito di cittadinanza, e intenderà sollecitare la ricerca dell’impiego anche grazie allo strumento di attivazione al lavoro (SDA).
Della nuova pensione di cittadinanza si avvarranno i nuclei familiari beneficiari all’assegno di inclusione (ADI), formati appunto da una o più persone con età dai 67 anni in su. Ma attenzione perché la prestazione è concessa anche se in famiglia convivono uno o più disabili gravi o non autosufficienti e senza limiti di età anagrafica.
Il calcolo della misura considera anche la cd. quota affitto. Infatti, si prevede un aumento di 3.360 euro annui (circa 280 euro al mese in più) per i nuclei beneficiari di pensione di cittadinanza che vivono in un immobile in affitto.
Assegno di inclusione over 67: beneficiari, requisiti e limiti
Ricapitolando, la pensione di cittadinanza sarà dunque assegnata alle famiglie beneficiarie dell’assegno di inclusione, ma a patto che:
- nel nucleo familiare vi sia almeno una persona con età dai 67 anni o più, oppure una persona con handicap acclarato;
- l’ISEE non sia maggiore di 9.360 euro annui e il reddito familiare sia pari a non più di 7.560 euro annui.
Tuttavia se è vero che l’assegno di inclusione indica il limite a 30mila euro per il patrimonio immobiliare, in caso di pensione di cittadinanza il tetto massimo è pari invece a 10.000 euro di valore (esclusa la cd. fissa dimora).
Attenzione però perché non si può accedere alla nuova pensione di cittadinanza, pur avendo i requisiti sopra indicati, nelle ipotesi nelle quali un membro del nucleo familiare sia intestatario o abbia disponibilità di autoveicoli di cilindrata maggiore di 1600 cc. o motoveicoli di cilindrata maggiore di 250 cc, come anche navi e imbarcazioni da diporto o di aeromobili.
Quanto dura e come fare domanda
La pensione di cittadinanza, come l’assegno di inclusione, sarà versata mese dopo mese per un periodo continuativo non superiore a 18 mesi. La prestazione potrà essere rinnovata, con anteriore sospensione di un mese, per ulteriori 12 mesi.
Concludendo, detta pensione, proprio come l’assegno di inclusione, potrà essere domandata – e ottenuta – con modalità telematiche, facendo domanda all’istituto di previdenza, che la assegnerà dopo aver controllato il possesso dei requisiti e delle condizioni citate. Sarà poi compito dell’Inps chiarire nello specifico le procedure, e non a caso non mancherà prossimamente un decreto attuativo per capire passo dopo passo come richiederla e ottenerla. Pertanto per tutte le ulteriori informazioni circa modalità di erogazione e meccanismi per ottenere la pensione di cittadinanza, daremo opportuni aggiornamenti a seguito delle indicazioni che saranno fornite da Inps.
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