Continuano a susseguirsi delle novità in materia di pensioni con le proposte del Governo al lavoro in questi giorni con i sindacati per decidere la nuova età minima per uscire dal lavoro.
In particolare, si pensa soprattutto all’utilizzo di una base biennale sulla aspettativa vita Istat per il calcolo della nuova età pensionabile.
Aspettativa vita, come potrebbe essere calcolata per le categorie escluse dal nuovo aumento età
Alle prime ipotesi sulla pensione a 67 anni e le 15 categorie escluse dal Governo come agricoltori, marittimi, pescatori e siderurgici, la materia si arricchisce di nuove novità. Tra le ultime proposte, infatti, quella di introdurre un nuovo calcolo per l’età della pensione in base alla speranza di vita.
Quest’ultimo dato, di recente pubblicazione dell’Istat ha introdotto particolari statistiche rispetto alla nuova aspettativa vita in aumento e di un parametro ad oggi utilizzato proprio per stabilire il limite di età a cui andare in pensione.
Dalla pubblicazione Istat, sono poi seguiti gli attuali lavori del Governo per stabilire i cambiamenti da adottare e un nuovo limite a 67 anni per le principali categorie lavorative.
Ad una commissione scientifica, il compito di decidere quali categorie esonerare dal nuovo possibile aumento a 67 anni. Confrontando l’andamento della speranza della vita per categorie considerare più gravose e deciderne dei nuovi limiti. In merito, si prevede di stabilire comunque una soglia minima su 36 anni di contributi e lo svolgimento di lavori gravosi negli ultimi anni lavorativi.
Aspettativa vita dei principali lavoratori, le nuove proposte del Governo
Per le altre categorie lavorative, la nuova riforma delle pensioni prevede ad oggi una nuova e ulteriore proposta da parte del Governo. Ossia di utilizzare il nuovo parametro delle aspettative di vita dell’Inps cambiandone il riferimento temporale.
In questo modo il dato potrà essere più veritiero e considerare non solo l’aumento della speranza della vita dei lavoratori. Ad oggi, è applicata una base triennale, mentre nella proposta del Governo, vi è quella di adottare una base biennale.
E’ da considerare, inoltre, che per il prossimo 13 novembre 2017, Governo e Sindacati dovranno passare all’incontro definitivo e ufficiale sulla materia delle pensioni. Alla suddetta data, dovranno essere comunicate le decisioni definitive sulle pensioni del prossimo triennio. In particolare, si attendono riscontri su età minima ed eventuale aumento a 67 anni e le categorie lavorative (al momento dovrebbero essere 15) incluse o escluse.
I punti principali sulla nuova riforma delle pensioni del Governo
In definitiva, prima dell’incontro decisivo del 13 novembre 2017 in materie di pensioni sono emersi diversi punti come:
- Possibilità di non aumentare a 67 anni il limite minimo per la pensione di vecchiaia almeno per quanto riguarda il 2019.
- Applicazione del dato sull’aspettativa di vita su base biennale e non triennale.
- Possibilità di lasciare invariata l’età pensionabile nel caso in cui l’aspettativa di vita dovesse calare nel biennio.
Il Governo è anche al lavoro su alcuni importanti punti presentati dai sindacati per stabilire delle maggiori misure di tutela sulla prossima riforma delle pensioni per donne e giovani.