Il governo sta lavorando alle prossime misure, in previsione della Legge di Bilancio 2024, e tra queste ci sono anche diversi interventi sul sistema pensionistico italiano. Viene esclusa per il momento la possibilità di una riforma strutturale del sistema delle pensioni attuale, tuttavia si prospetta che verranno apportate alcune modifiche a misure già esistenti.
Una modifica particolare è al centro dell’attenzione, ovvero quella alla misura di prepensionamento dedicata esclusivamente alle lavoratrici donne. Attualmente è presente per autonome e dipendenti la misura Opzione Donna, tuttavia è stata fortemente criticata per diversi aspetti, e si ipotizza un possibile ritorno nel 2024 di questo sistema, ma con specifiche modifiche.
Il governo lavora quindi sull’ipotesi dell’introduzione di una nuova misura, l’Ape Donna 2024 (o Ape sociale donna), che possa garantire alle lavoratrici di determinate categorie l’accesso al prepensionamento a 61 anni di età, una sorta di via intermedia tra le misure attualmente esistenti Opzione Donna e Ape Sociale. Vediamo nel dettaglio quali saranno le sue caratteristiche.
Ape Donna 2024: come funzionerà
Al momento è esclusa una riforma ad ampia portata che riguardi il sistema delle pensioni italiane, per cui si ipotizza una mini riforma con alcune modifiche o proroghe a misure già esistenti. La prima ipotesi è quella dell’introduzione della nuova misura Ape Donna, rivolta alle lavoratrici donne, sia dipendenti che autonome, che rientrano entro certi requisiti.
La misura andrebbe a correggere alcune caratteristiche dell’attuale Opzione Donna, che la rendono ristretta a poche beneficiarie effettive. Ricordiamo infatti che questo tipo di pensione per il 2023 ha subito delle modifiche rispetto all’anno precedente, che ne hanno ridotto la platea di possibili destinatarie.
Con l’Ape Donna, le lavoratrici potrebbero andare in pensione a 61 anni di età, beneficiando di una particolare indennità simile a quella ad oggi proposta dall’Ape Sociale. In questo modo l’accesso alla misura sarebbe anticipato a 61 anni anziché 63 come accade attualmente.
A chi sarà rivolta l’Ape Donna
Questa misura aggiuntiva verrebbe introdotta in più rispetto a Opzione Donna, mentre quest’ultima potrebbe subire alcune modifiche. L’Ape Donna quindi sarebbe diretta ad alcune categorie particolari di beneficiarie, come:
- Le lavoratrici che si trovano senza lavoro perché licenziate;
- Lavoratrici che hanno una invalidità confermata superiore al 74%;
- Lavoratrici che sono caregiver, ovvero che assistono familiari con disabilità;
- Lavoratrici che lavorano in mansioni definite come gravose.
In ogni caso si sta discutendo anche sul requisito contributivo, ovvero la regola attualmente applicata per Opzione Donna per cui la lavoratrice deve aver versato almeno 35 anni di contributi all’ente previdenziale.
Secondo le prime indiscrezioni, l’Ape Donna potrebbe essere più vantaggiosa rispetto all’attuale Opzione Donna anche per ciò che riguarda gli importi. Le lavoratrici infatti con la nuova misura potrebbero accedere, da 61 anni di età, ad una indennità di 1.500 euro lordi per 12 mesi, fino al raggiungimento dell’età di 67 anni, soglia per accedere alla pensione di vecchiaia.
Per il momento si possono fare solamente delle ipotesi, perché in ogni caso questa misura dovrà essere confermata dalle prossime decisioni del governo, e dalla Legge di Bilancio 2024, anche in base alle risorse a disposizione.
Come cambierà Opzione Donna
Con l’introduzione dell’Ape Donna tuttavia non è detto che verrà eliminata la misura attuale di Opzione Donna, che potrebbe invece essere modificata per alcuni aspetti. Opzione Donna potrebbe essere rivista in modo da ampliare le categorie beneficiarie della misura, ovvero togliendo il vincolo dei figli a carico.
In questo caso le destinatarie sarebbero le lavoratrici licenziate, le caregivers, oppure chi presenta una invalidità almeno al 74%, e ancora, coloro che risultano essere occupate presso imprese che si trovano in crisi. In questo caso le lavoratrici potrebbero accedere ad Opzione Donna a 58 anni di età.
Una delle questioni maggiormente discusse riguarda l’età di accesso a questa misura: attualmente infatti Opzione Donna consente l’accesso in queste fasce di età:
- 60 anni di età in linea generale (rispettando il requisito contributivo e rientrando nelle categorie viste sopra);
- 59 anni di età per le donne che hanno un figlio a carico (e con gli stessi requisiti visti sopra);
- 58 anni di età per le donne che hanno due o più figli a carico (e con gli stessi requisiti visti sopra).
Valutando i requisiti attuali, pochissime donne possono al momento accedere ad Opzione Donna, soprattutto all’età di 58 anni. Alcune ipotesi per il 2024 vedono una sostanziale modifica in questo senso consentendo a tutte le donne che rispettano i requisiti di accedervi a 58 anni di età, escludendo il criterio relativo ai figli a carico.
Per il momento comunque non si può ancora dire nulla di definitivo, perché Opzione Donna potrebbe essere modificata, ma anche cancellata e rimpiazzata solamente dall’Ape sociale Donna.
Pensioni e Legge di Bilancio 2024
Oltre alle misure rivolte alle donne, con la prossima Legge di Bilancio potrebbero arrivare ulteriori novità, e alcune misure di pensionamento attuali potrebbero essere prorogate.
Un esempio è l’Ape Social, per cui è molto probabile una proroga per tutto il 2024, con alcune modifiche. Questa misura consente a determinate categorie di lavoratori, soprattutto coloro che svolgono una mansione definita come usurante, di accedere ad una particolare indennità al compimento di 63 anni di età.
Le categorie dei beneficiari potrebbero essere ulteriormente ampliate nel 2024 dalla prossima Legge di Bilancio, per cui anche in questo caso verrebbe aumentato il numero di persone coinvolte da questa misura. Ricordiamo che attualmente possono accedervi i caregivers, i disoccupati, coloro che hanno una capacità lavorativa ridotta almeno al 74%, e coloro che svolgono mansioni gravose.
Un’altra misura che con molta probabilità verrà confermata per il prossimo anno è Quota 103. La misura verrebbe prorogata al 2024, permettendo l’accesso alla pensione a 62 anni di età dopo averne versati 41 di contributi.
Anche in questo caso si tratta di una misura volta ad anticipare l’accesso alla pensione ad alcune categorie di lavoratori, prima che vengano compiuti i 67 anni di età per la pensione di vecchiaia.
Intorno a queste possibili novità per il 2024 si attende che il governo decida dove destinare le risorse disponibili, e quali possono essere indirizzate agli interventi sulle pensioni.