In questi giorni si fa un gran parlare di pensioni e in particolare di Ape, ovvero di anticipo pensioni. APE è l’acronimo di Anticipo pensionistico ed è un progetto sperimentale a cui il Governo sta lavorando in concerto con i sindacati, per consentire, dal 2017, a chi ha raggiunto almeno i 63 anni di età di andare in anticipo in pensione.
In realtà non si hanno certezze su questa novità normativa, ma le informazioni sono state riferite dai sindacati a seguito dell’incontro con il Governo, avuto il 12 settembre. Quindi rimandiamo ad una esamina più dettagliata del futuro provvedimento quando se ne avrà almeno una bozza definitiva.
APE Anticipo Pensioni, i requisiti
Per prima cosa possiamo dire che il nuovo provvedimento coinvolgerà sia i lavoratori dipendenti e autonomi del privato che quelli del pubblico impiego. I soggetti interessati dovranno avere compiuto almeno 63 anni durante i primi due anni di sperimentazione, ovvero nel biennio 2017-2018, per poter chiedere l’anticipo che sarà di massimo 3 anni e 7 mesi. Quindi in questa prima fase sperimentale riguarderà i nati fino al 1954. Il progetto sperimentale potrà poi essere prorogato sulla base dei risultati ottenuti.
APE Anticipo Pensioni, cos’è
In pratica si tratterà di un “prestito mensile” che arriverà agli interessati da parte di banche e assicurazioni attraverso l’Inps, quindi i soggetti richiedenti potranno andare in pensione con un massimo di 3 anni e 7 mesi di anticipo, durante i quali percepiranno il “prestito mensile” sotto forma di pensione.
Gli stessi dovranno poi restituire a rate questo prestito, attraverso una decurtazione mensile dalla pensione per 20 anni a partire dalla data di pensionamento reale, ovvero secondo la norma vigente, sino al completo rimborso del capitale e degli interessi alle banche che hanno fornito la pensione anticipata. La parte di interessi varierà a seconda della pensione a cui si ha diritto.
APE Anticipo Pensioni, agevolazioni per i più bisognosi
Gli interessi dovrebbero azzerarsi per le pensioni inferiori a 1200 euro mensili, ovvero per le fasce più bisognose. Altra agevolazione riguarderanno i disoccupati di lungo corso e coloro che assistono un disabile.
Agevolazioni riguarderanno infine le attività usuranti facendo rientrare probabilmente categorie come i lavoratori dell’edilizia, gli insegnanti d’asilo e gli infermieri.
L’incontro definitivo fra Governo e Sindacati dovrebbe essere fissato al 21 settembre prossimo a seguito del quale si dovrebbero avere notizie più certe su questo importante provvedimento.