A partire dal 1° settembre 2024, entrano in vigore le nuove regole in materia di violazioni contributive: queste modifiche, previste dal decreto legge n. 19 del 2 marzo 2024 (decreto Pnrr), rappresentano un importante passo avanti nel rafforzamento dei controlli e delle sanzioni per chi non adempie correttamente agli obblighi di versamento dei contributi previdenziali e assistenziali.
La nuova normativa introdotta a partire dal 1° settembre 2024 prevede incentivi per i datori di lavoro che scelgono di regolarizzare spontaneamente le loro posizioni contributive entro 120 giorni dalla scadenza. In questi casi, le sanzioni applicate sono sensibilmente ridotte rispetto al regime ordinario. Previste inoltre novità per l’accertamento d’ufficio da parte dell’INPS e maggiore collaborazioni fra aziende e Istituto. Ecco i dettagli.
Violazioni contributive e nuovo regime sanzionatorio: ecco cosa cambia dal 1° settembre
La riforma del regime sanzionatorio è il fulcro delle modifiche introdotte dalla normativa. In particolare, sono previsti diversi scenari di applicazione delle sanzioni a seconda del comportamento del contribuente e del tipo di violazione.
- Versamento spontaneo entro 120 Giorni: Se un datore di lavoro riconosce autonomamente una violazione e provvede al versamento dei contributi entro 120 giorni senza che vi siano state contestazioni o richieste da parte degli enti impositori, la penalizzazione sarà meno severa. In questo caso, infatti, non si applicherà la maggiorazione del 5,5% al tasso ufficiale di riferimento (TUR), ma solo il tasso di base. Questo incentivo mira a promuovere la regolarizzazione spontanea delle posizioni debitorie.
- Evasione contributiva: La situazione è diversa in caso di evasione contributiva, ossia quando vi è un comportamento volto a nascondere i rapporti di lavoro in essere. In questo scenario, la sanzione civile sarà del 30% annuo, un tasso molto più alto rispetto alle sanzioni ordinarie. Tuttavia, se il contribuente denuncia spontaneamente la situazione debitoria entro 12 mesi dal termine previsto per il pagamento, la sanzione sarà ridotta al TUR maggiorato di 5,5 punti percentuali. Inoltre, se il versamento avviene in unica soluzione entro 90 giorni dalla denuncia, la sanzione subirà un’ulteriore riduzione di 2 punti percentuali.
- Rilevazione d’Ufficio da Parte degli Enti Impositori: Se la violazione viene scoperta attraverso un’ispezione, la normativa prevede una sanzione ridotta del 50% a patto che il versamento dei contributi venga effettuato in un’unica soluzione entro 30 giorni, oppure rispettando un piano di rateizzazione concesso dagli enti preposti.
Invito al contribuente: una nuova procedura per la regolarizzazione
Una delle novità più significative introdotte dalla normativa è l’istituzione di una procedura di invito al contribuente. Questa procedura, attiva dal 1° settembre 2024, prevede che l’INPS metta a disposizione dei contribuenti tutte le informazioni rilevanti sugli imponibili e altri dati necessari per determinare gli obblighi contributivi.
L’obiettivo è quello di stimolare i datori di lavoro a regolarizzare la propria posizione contributiva in modo spontaneo, evitando così sanzioni più gravi. I datori di lavoro avranno la possibilità di avviare un contraddittorio con l’INPS, durante il quale potranno chiarire eventuali fatti o circostanze non chiari o non conosciuti. Questo contraddittorio potrebbe portare a una rettifica degli importi dovuti, con una conseguente riduzione delle sanzioni applicate.
Se il contribuente accetta di regolarizzare la propria posizione entro i termini stabiliti dall’INPS, verranno applicate sanzioni ridotte, con un tasso massimo del 40% dei contributi non corrisposti. Tuttavia, in caso di mancata regolarizzazione, l’INPS procederà con la notifica di un atto di recupero, applicando sanzioni civili più elevate.
Sanzioni civili in dettaglio: ecco le novità
La nuova normativa specifica in dettaglio le sanzioni civili che verranno applicate nei diversi casi di omissione o evasione contributiva.
- Omissione Contributiva: Se i contributi non vengono versati entro le scadenze previste, ma non vi è intenzione di occultare i rapporti di lavoro, verrà applicato il tasso ufficiale di riferimento, con un limite massimo del 40% dei contributi non versati.
- Evasione Contributiva: Nei casi di evasione, ossia quando vi è un tentativo deliberato di nascondere i rapporti di lavoro, la sanzione sarà più pesante, pari al 30% in ragione d’anno, con un limite massimo del 60% dei contributi dovuti.
Queste sanzioni possono essere ulteriormente ridotte se il contribuente collabora e regolarizza la sua posizione entro i termini stabiliti dall’INPS.
Novità per l’accertamento d’ufficio da parte dell’INPS
La nuova normativa prevede un potenziamento delle attività di accertamento d’ufficio da parte dell’INPS, con l’obiettivo di contrastare in modo più efficace le violazioni contributive. Questo accertamento sarà supportato da un più ampio utilizzo delle banche dati delle pubbliche amministrazioni, permettendo un incrocio di informazioni più preciso e tempestivo.
L’INPS potrà invitare i contribuenti a fornire documentazione rilevante, a rispondere a questionari su specifiche situazioni contributive, o a presentarsi di persona per chiarimenti. Questo processo di accertamento culminerà nella notifica di un avviso di accertamento, che darà al contribuente 30 giorni di tempo per regolarizzare la sua posizione.
In caso di mancata risposta o di ulteriore accertamento di violazioni, l’INPS potrà procedere con sanzioni più severe, secondo quanto previsto dalla nuova lettera b-bis) del comma 8, art. 116 della legge n. 388 del 23 dicembre 2000.
Implicazioni per le imprese: conclusioni
L’entrata in vigore delle nuove norme rappresenta un cambiamento significativo per le imprese italiane. Le aziende dovranno adattarsi a un contesto normativo più stringente, dove le violazioni contributive saranno oggetto di controlli più frequenti e sanzioni più pesanti. Questo richiederà una gestione più attenta e rigorosa degli obblighi contributivi, con un focus particolare sulla tempestività dei versamenti.
Inoltre, le imprese dovranno essere pronte a collaborare attivamente con l’INPS, sia per quanto riguarda la regolarizzazione spontanea delle proprie posizioni, sia durante le fasi di accertamento d’ufficio. In questo nuovo clima di responsabilità, la trasparenza e la correttezza nella gestione dei rapporti di lavoro e dei contributi previdenziali diventeranno elementi fondamentali per evitare pesanti sanzioni e mantenere una buona reputazione aziendale.