E così, il governo, anche per la riforma del lavoro è ricorsa alla fiducia; non una ma ben quattro. Nella giornata dello scorso 30 maggio, il Ministro per i rapporti con il Parlamento Giarda ha posto, a nome del Governo, la questione di fiducia sull’approvazione di quattro emendamenti relativi al disegno di legge “Disposizioni in materia di riforma del mercato del lavoro in una prospettiva di crescita” .
Il governo ha diviso la riforma in quattro pacchetti, introducendo 4 emendamenti sostitutivi su cui, ha posto quattro diverse questioni di fiducia. Il primo emendamento sostitutivo degli articoli della riforma dall’1 al 21; il secondo, sostitutivo degli articoli dal 22 al 40; il terzo relativo agli articoli dal 41 al 54 e, l’ultimo per gli articoli dal 55 al 77.
In pratica, le quattro suddivisioni corrispondono rispettivamente alle sezioni della riforma relative alle norme di flessibilità in entrata, di flessibilità in uscita, degli ammortizzatori sociali e della formazione.
La prima votazione si è conclusa con 247 sì, 33 voti contrari e 1 astenuto; la seconda votazione con 246 voti favorevoli, 34 contrari e nessuna astensione. Questa mattina, a partire dalle ore 9,30 avranno luogo la terza e la quarta chiama; dalle ore 12, in diretta televisiva, si svolgeranno le dichiarazioni di voto e la votazione finale.
Con il primo si, dunque, si è dato il via libera anche al nuovo articolo 18 che, tra le altre cose, prevede l’obbligatorietà del tentativo di conciliazione nell’ipotesi di licenziamento per motivi economici.
Durante la prima votazione , relativa appunto, al pacchetto contenente l’art 18, c’è stato in aula un lancio di volantini da parte di ex parlamentari di Rifondazione Comunista e del Pdci con scritte come : “Non votate la controriforma del lavoro”.“Giù le mani dall’articolo 18″, “No alla controriforma del governo e della Bce”, “.
Il Ministro Fornero, nella sua discussione finale ha detto che la riforma del lavoro ”non è una bacchetta magica, che possa risolvere tutti i problemi del Paese”, ma ha l’obiettivo di ”rendere possibile un percorso per risolvere alcuni problemi quali il recupero dell’occupazione, della produttività e del reddito, che apra la strada a nuove vie di sviluppo”.
In merito all’art 18, il Ministro ha affermato che ”Non è stata utilizzata l’accetta; non lo abbiamo distrutto perché è un valore”. Il governo, spiega il ministro, ha invece ”limitato il valore” delle norme ”punitive nei confronti dell’imprese”. In questo modo la ”disciplina sanzionatoria sui licenziamenti illegittimi è in linea con gli standard europei”.
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