Non ha portato molto bene l’ennesimo incontro tra governi e parti sociali per discutere della riforma del lavoro, svoltasi lo scorso lunedi. Il Ministro Fornero vorrebbe chiudere l’argomento entro il 21, 23 marzo ma, i sindacati frenano.
Nessuna discussione sulla cd flessibilità in uscita (altro nome per chiamare l’art 18) che, sicuramente verrà affrontata negli incontri bilaterali programmati per oggi e nei giorni a seguire. Il problema è dato dagli ammortizzatori sociali sia per l’accorciamento del periodo di transizione: si vorrebbe iniziare nel 2012 per andar a regime nel 2015, sia in merito alle risorse per gli ammortizzatori stessi.
I sindacati però non ci stanno: per la Camusso si è fatto un passo indietro nella trattativa. “Nessuna nuova risorsa sugli ammortizzatori sociali da parte del governo ma solo una diversa distribuzione di quelle esistenti”. Anche per la Marcegaglia, la riforma anticipata degli ammortizzatori sociali è un problema perché nel periodo di transizione “dovremo gestire ristrutturazioni complesse”.
La CGIL avverte che questa è una riforma contro i giovani e non è universale: “gli ammortizzatori sociali lasciano fuori i lavoratori monocommittenti, 600mila persone, insieme a tutti i precari che fanno due lavori e con i loro contratti non riescono a mettere insieme i periodi per ottenere l’indennità di disoccupazione”.
Sulla stessa linea Bonanni che parla di “ rischio ecatombe sociale” in merito agli ammortizzatori. Nella giornata odierna, il segretario della Cisl, da Trieste ha avvertito il governo: “Rischia di saltare il tavolo se non viene modificata la posizione del governo sulla mobilità. Dopo la vicenda delle pensioni, se salta anche questo tavolo del lavoro, ci sarà una cesura non facile. Facendo scelte irragionevoli, si sfida anche la gente”.
Intanto, arriva l’Assicurazione sociale per l’impiego (ASPI), annunciata dalla Fornero nel corso del tavolo che, sostituisce le attuali indennità di mobilità, incentivi di mobilità, disoccupazione per apprendisti, una tantum cocopro e altre indennità. E’ un nuovo ammortizzatore sociale per il settore privato e per i dipendenti con contratto a termine del settore pubblico.
Potranno usufruire dell’assicurazione sociale, probabilmente dal 2015, chi ha due anni di anzianità assicurativa e almeno 52 settimane lavorative nell’ultimo biennio. La durata andrà dagli 8 ai 12 mesi per tutti i lavoratori, aumentati a 18 mesi nel caso di disoccupati oltre i 58 anni. L’importo sarà di € 1119,00 lordi mensili, con un abbattimento del 15% dopo i primi 6 mesi e un ulteriore 15% dopo altri 6 mesi.
Rimarrebbe sempre la cassa integrazione ordinaria, mentre per quella straordinaria potrebbe essere abolita l’ipotesi di cessazione attività. I contratti a tempo determinato dovrebbero poi, costare di più.
Oggi la Fornero si dice delusa della reazione dei sindacati al tavolo di lunedi: “Mi risulta molto difficile capire che i sindacati non si dichiarino d’accordo su una riforma del lavoro che prevede inclusione e universalita’ di ammortizzatori sociali. Avrei voluto sentire una piccola parola di apprezzamento ma non ne ho sentita neanche mezza”.
Intanto è previsto per lunedi prossimo l’incontro alla presenza anche del premier Monti. Staremo a vedere l’evolversi della situazione. Di una cosa sono certa : che sia necessaria una riforma del lavoro è innegabile; questa è una buona opportunità per farla e farla bene; quindi perchè tanta fretta? sarebbe meglio ponderare per bene le cose e trovare un accordo che soddisfi tutti. Ricordiamoci che “La gatta furiosa fa i figli ciechi!”.