In data 12 febbraio la Commissione Nazionale presso il Ministero del Lavoro per l’aggiornamento delle retribuzioni di colf e badanti retributivo ha sottoscritto, in data 12 febbraio 2021, l’accordo sui nuovi minimi retributivi relativi al lavoro domestico, derivanti dalla variazione del costo della vita, decorrenti dal 1° gennaio 2021.
Si tratta quindi dell’aggiornamento dei minimi retributivi di chi svolge, a vario titolo, attività di assistenza presso abitazioni private. Insomma, più soldi in busta paga per il lavoro domestico nel 2021, con l’adeguamento dei minimali salariali.
Vediamo più nel dettaglio.
Retribuzioni colf e badanti 2021: ecco i dettagli
Come appena accennato, i collaboratori impegnati nel lavoro domestico potranno contare – per tutto il 2021 – su un aumento della busta paga, in ragione dell’aggiornamento dei minimi salariali. Infatti, il Ministero del Lavoro ha recentemente reso noti gli importi minimi da pagare, sulla scorta degli accordi sottoscritti con le associazioni di categoria.
Come comunicato dal sindacato UIL TuCS, ossia uno dei soggetti firmatari del Contratto Collettivo Nazionale del Lavoro Domestico: “Il 12 febbraio 2021 si è tenuta la riunione telefonica col Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali per l’aggiornamento dei minimi retributivi del Ccnl “Lavoro Domestico” (adottando le tabelle previste nel Ccnl sottoscritto a settembre 2020, secondo l’art. 45 del contratto) a far data dal 01/01/2021 fissati dalla Commissione Nazionale. Presenti all’incontro le associazioni datoriali Fidaldo, Domina e Federcolf e le organizzazioni sindacali Filcams Cgil, Fisascat Cisl e UILTuCS”.
Online è facilmente consultabile dal sito del Ministero del Lavoro la tabella di aggiornamento dei minimi retributivi 2021 per il CCNL Lavoro Domestico che alleghiamo di seguito.
Da rimarcare che gli incrementi in busta paga si legano anche e soprattutto agli aggiornamenti Istat relativi alla variazione annuale dell’indice dei prezzi al consumo. Come abbiamo già visto in un altro recente articolo, compito dell’Istituto nazionale di statistica è infatti quello di monitorare l’evoluzione socio-economica del Paese. Pertanto, le sue rilevazioni hanno particolare rilevanza anche in rapporto all’adeguamento dei valori delle buste paga dei lavoratori.
Lavoro domestico Tabella minimi retributivi 2021 (169,8 KiB, 7.843 hits)
Quali sono gli aumenti?
Pertanto, possiamo affermare che, in virtù dell’aggiornamento dei minimi retributivi, nel 2021 lo stipendio mensile minimo per i collaboratori domestici (colf, badanti, baby sitter) non può attestarsi al di sotto dei 645,50 euro al mese. La retribuzione in oggetto si riferisce al lavoro domestico che attiene al profilo A, ossia la qualifica base.
Per il collaboratore domestico con contratto a ore, la retribuzione oraria minima, oscilla da un minimo di 4,69 euro ad un massimo 8,33 euro per il profilo più alto. E’ chiaro che all’aumentare del numero delle mansioni e delle complessità, aumenterà la paga per ogni ora lavorata. Appare quasi superfluo ricordare che il privato cittadino che si avvale delle prestazioni nell’ambito di un contratto di lavoro domestico (ad es. pulizia; assistenza anziani; baby-sitting ecc.), non può retribuire il collaboratore secondo cifre inferiori a quelle minime stabilite per il 2021.
Indennità vitto e alloggio
Non solo aumenti di stipendio per coloro che risultano occupati come collaboratori domestici, nell’ambito di un regolare contratto di lavoro. Infatti, i soggetti che svolgono mansioni a pieno servizio o a mezzo servizio, se sono occupati per gran parte della giornata, hanno diritto anche ad indennità di vitto e alloggio.
Rimarchiamo però che, almeno per tutto il 2021, le indennità in oggetto non ricevono alcuna sostanziale modifica per effetto della variazione dell’inflazione. Da inizio gennaio 2021, il costo minimo del pasto (pranzo e cena) è pari a 1,96 euro, invece il costo dell’alloggio corrisponde a 1,69 euro.
Differenti considerazioni per quanto riguarda l’indennità notturna per lavoro domestico (ad es. quella cui hanno diritto i custodi); ai collaboratori domestici che alloggiano dalle ore 21 alle ore 8 del giorno dopo, è infatti riconosciuta una retribuzione di almeno 677,78 euro al mese.
La retribuzione minima per le badanti è incrementata
Discorso ancora diverso per le badanti, ossia coloro assistono la persona anziana – fragile; malata o non autosufficiente – per rivolgerle un servizio personalizzato di cura, di compagnia e di sorveglianza. Infatti per esse, che si prendono cura di persone disagiate e non autosufficienti nelle ore notturne, la retribuzione minima sale a 1.012,27 euro al mese. Chi svolge mansioni particolarmente complesse e per le quali occorre un elevato grado di preparazione e qualifica, vale la retribuzione pari a 1.417,21 euro mensili (personale qualificato con profilo Super).
Attenzione però: l’aumento retributivo del lavoro domestico 2021 riguarda esclusivamente coloro che stipendiano il proprio collaboratore in rapporto alle tariffe sindacali. Invece per i datori di lavoro domestico, che versano importi più alti per la sussistenza di un superminimo assorbibile, la retribuzione permarrà invariata, essendo comunque al di sopra di quella minima.
Concludendo, si tratta certamente di buone notizie per tutti coloro che risultano regolarmente contrattualizzati nell’ambito del lavoro domestico. D’altronde, dette novità non possono che tener conto anche e soprattutto del progressivo rilievo che colf; badanti e baby sitter stanno avendo ormai nel mondo delle professioni.
Il rapporto Domina inerente il lavoro di colf e badanti
Nell’ultimo anno – secondo il recente rapporto Domina inerente il lavoro di colf e badanti – vi è stato un vero e proprio boom di assunzioni in questo settore, in concomitanza con l’inizio del periodo di lockdown. Infatti, nel marzo 2020 si è avuto un incremento notevolissimo del numero di nuovi occupati: oltre 50 mila nel mese di marzo 2020, con un +58,5% rispetto al 2019.
E’ anche vero che questo rapporto ha però segnalato che, su un totale di circa 2 milioni di lavoratori domestici, 6 su 10 sono in nero. Meno di un milione, dunque, i lavoratori regolari.
Complessivamente, le famiglie italiane spendono non pochi miliardi di euro all’anno per questa forma di assistenza e lavoro domestico; permettendo così allo Stato un risparmio sostanziale superiore ai dieci miliardi di euro di Welfare.