In questi giorni si sente spesso parlare di Reddito di ultima istanza, di buoni spesa dei comuni e di reddito di emergenza, ma di cosa si tratta e quando si potranno richiedere? L’Italia, come noto, sta attraversando una crisi sanitaria e economica senza precedenti; a causa del repentino propagarsi del Coronavirus (COVID-19) molte imprese sono state costrette a sospendere, ridurre o cessare l’attività lavorativa. Fra i più colpiti dalla crisi ci sono alcuni dei soggetti principali dell’economia reale, fatta da lavoratori autonomi, partite IVA, PMI e anche gran parte dei lavoratori.
Oltre alla cassa integrazione ordinaria e in deroga per i dipendenti, l’esecutivo ha previsto un’indennità di 600 euro, per il mese di marzo, per alcune categorie di lavoratori autonomi a partite IVA iscritti all’AGO, nonchè co.co.co. e taluni lavoratori dipendenti (stagionali del turismo e dell’agricoltura e lavoratori dello spettacolo).
Tuttavia, non tutti i lavoratori autonomi rientrano nella predetta agevolazione economica. Pertanto, all’art. 44 del Dl 18/2020 è stato istituito il “Fondo per il reddito di ultima istanza” a favore dei lavoratori danneggiati dal virus COVID-19 fra cui professionisti e autonomi non iscritti all’INPS. Inoltre il Governo ha anticipato il fondo di solidarietà dei Comuni stanziato al momento 400 milioni di euro da destinare a “buoni spesa per i Comuni” nei confronti di chi non ha lavoro e non ha accesso ad altri sussidi come il reddito di cittadinanza o la NASpI. Infine è al vaglio del Governo una nuova misura universale denominata Reddito di emergenza (REM).
Andiamo in ordine e vediamo nel dettaglio a chi spetta il bonus 600 euro per poi vedere nell’ordine: il reddito di ultima istanza, i buoni pasto o spesa dei comuni e il reddito di emergenza.
Bonus 600 euro: a chi spetta
Prima di introdurre il campo di applicazione del “reddito di ultima istanza”, occorre capire prima chi rientra nel bonus 600 euro. In particolare, possono usufruire dell’indennità:
- i liberi professionisti con partita IVA attiva alla data del 23 febbraio 2020. Sono compresi in questa categoria i partecipanti agli studi associati o società semplici iscritti alla gestione separata;
- i collaboratori coordinati e continuativi con rapporto attivo alla predetta data del 23 febbraio 2020 e iscritti alla Gestione separata dell’INPS;
- gli autonomi iscritti alle gestioni speciali dell’Ago (artigiani, commercianti, coltivatori diretti, coloni e mezzadri);
- i soci di società di persone e di capitali iscritti all’Ago;
- i lavoratori dipendenti stagionali dei settori del turismo e degli stabilimenti termali rimasti senza lavoro dal 1° gennaio al 17 marzo 2020;
- gli operai agricoli a tempo determinato e le altre categorie di lavoratori iscritti negli elenchi annuali;
- i lavoratori dello spettacolo iscritti al Fondo pensioni dello spettacolo.
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Reddito di ultima istanza: campo di applicazione
I professionisti e autonomi, che abbiano perso il lavoro a causa dell’epidemia COVID-19 e che non rientrano tra le predette categorie di lavoratori, hanno diritto ad accedere al cosiddetto “Fondo per il reddito di ultima istanza”.
Si tratta di un Fondo volto a garantire il riconoscimento un’indennità mensile, in favore di chi ha cessato, ridotto o sospeso l’attività lavorativa per il coronavirus e non ha accesso ad altre misure di sostegno al reddito.
Bonus 600 euro professionisti iscritti alle casse
Il Ministero del Lavoro ha varato il DM con il quale istituisce il reddito di ultima istanza per autonomi e i professionisti iscritti alle casse di previdenza private. Questi soggetti potranno percepire i 600 euro, ma devono fare richiesta alla propria cassa.
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Il primo vincolo da tener conto è il reddito professionale: potranno infatti fare richiesta di bonus autonomi e professionisti:
- che hanno percepito nell’anno di imposta 2018 un reddito complessivo non superiore a 35mila euro
- e chi, sempre nello stesso anno di imposta, ha percepito un reddito complessivo compreso tra 35mila e 50mila euro cessando, riducendo o sospendendo la propria attività autonoma o di libero-professionale di almeno il 33% nel primo trimestre 2020 rispetto allo stesso periodo del 2019 a causa dell’emergenza coronavirus.
- inoltre potrà fare domanda di bonus anche chi ha chiuso la partita Iva dal 23 febbraio al 31 marzo.
Infine, si legge nel comunicato stampa, il lavoratore deve essere in regola con gli obblighi contributivi relativi all’anno 2019 e l’indennità non concorre alla formazione del reddito imponibile.
Buoni spesa dei comuni: cosa sono e come funzionano
Con DPCM 28 marzo 2020 il Governo ha stanziato 400 milioni tramite il Fondo di solidarietà comunale 2020. Si tratta di un fondo gestito dai Comuni e serve ad aiutare immediatamente le famiglie in maggiore difficoltà.
I 400 milioni di euro saranno gestiti dalla Protezione Civile e si dovranno trasformare in breve tempo in buoni acquisto da erogare alle persone più in difficoltà economica.
I buoni acquisto si dovranno quindi usare per comprare alimenti e beni di prima necessità. Al momento non si sa bene come si dovranno richiedere e come si useranno i buoni pasto dei comuni, in quanto il DPCM si limita a riportare solo lo stanziamento e la ripartizione dei fondi.
Saranno poi i comuni a stabilire chi e come potrà richiedere i buoni pasto. Probabilmente si darà priorità alle famiglie con ISEE basso e che non accesso ad altre tutele quali il reddito di cittadinanza o altri ammortizzatori sociali; pensiamo ad esempio ai lavoratori saltuari o stagionali, piccoli artigiani e commercianti, piccole partite IVA ecc.
Vi invitiamo quindi a consultare il sito del vostro comune di residenza per trovare i numeri di telefono da contattare per ricevere questi buoni. Infatti dal 1° aprile la maggior parte dei comuni ha già predisposto i moduli da compilare per poterli richiedere.
Reddito di emergenza: cos’è e come funziona
Ultimo di questa lista, ma non per importanza, è il cosiddetto reddito di emergenza (REM). Si tratta, come detto in premessa, di una nuova misura al vaglio del Governo, che potrebbe essere inserita già nel Decreto Aprile o Decreto Cura Italia bis.
La platea dei beneficiari dovrebbe essere quella del bonus 600 euro, ma si parla anche di un ampliamento del reddito di cittadinanza. In pratica dovrebbe trattarsi di una sorta di reddito universale da erogare a tutte le categorie di lavoratori autonomi o dipendenti rimasti disoccupati a causa del coronavirus e che non hanno accesso ad altre forme di aiuti da parte dello Stato.