Il crollo delle nascite è un dato allarmante per l’Italia: nel 2022 infatti la denatalità ha raggiunto cifre record per il paese. L’Istat ha segnato un calo del -1,9% di nascite rispetto al 2021. Il crollo demografico trova le sue cause non soltanto nelle difficoltà degli ultimi anni, tra cui la pandemia, ma anche in una difficoltosa situazione economica generale per le famiglie italiane.
Il governo Meloni ha deciso di intervenire con alcune misure specifiche contro la denatalità, per bloccare il calo demografico. Attualmente neanche l’immigrazione dall’estero riesce infatti a portare in rialzo questi dati.
Tra le recenti proposte pervenute al governo, arriva anche un nuovo Piano Famiglia, che potrebbe contenere alcune misure aggiuntive rispetto all’Assegno Unico, ovvero il Reddito di Infanzia e l’Assegno di Gioventù. Vediamo in questo articolo di cosa si tratta.
Nuovo piano famiglia: quali sono le principali proposte della maggioranza
Una recente proposta avanzata da Tommaso Foti, capogruppo per Fratelli d’Italia (Fdi), va a delineare un disegno di legge rivolto alle famiglie italiane, in particolar modo volto ad incentivare la denatalità.
Uno dei problemi per cui in Italia sempre più coppie decidono di non fare figli riguarda l’aspetto economico: l’attuale Assegno Unico infatti non basterebbe a coprire le esigenze economiche per il mantenimento di uno o più figli, per cui molti vi rinunciano.
Nel nuovo piano famiglia verrebbero incluse, oltre all’Assegno Unico per i figli, già presente, altre due misure di sostegno al reddito, ovvero un Reddito di Infanzia specifico per figli fino a 6 anni di età, e un Assegno di Gioventù dedicato ai giovani fino a 25 anni di età, erogato principalmente per far fronte ai costi necessari per seguire un percorso di studi.
Al momento il nuovo piano famiglia contiene solamente delle proposte, non vi è nulla di deciso o di definitivo, perché queste ipotesi devono ancora essere confermate. Oltre a queste misure, ricordiamo che da diverso tempo si ipotizza l’intervento di un quoziente familiare specifico per andare a ridurre il carico fiscale sulle famiglie, in particolare nel caso in cui siano presenti figli.
Intorno a questa misura fiscale si sono diffuse anche alcune critiche, e per il momento l’intervento ancora non è stato applicato. Tuttavia, con l’avvicinarsi della riforma fiscale, si prevede che anche queste misure possano trovare spazio.
Cos’è e come dovrebbe funzionare il Reddito di Infanzia
La prima misura contenuta nella proposta di legge, che rientra nel nuovo Piano Famiglia, è dedicata alle famiglie con figli piccoli, e consiste in un apporto economico per figli fino a sei anni di età. Secondo le ipotesi potrebbe arrivare un assegno specifico, ulteriore rispetto all’Assegno Unico, di 400 euro al mese per ogni figlio di età inferiore ai sei anni.
Si tratta di una cifra piuttosto alta, anche in relazione all’attuale erogazione dell’Assegno Unico universale, e che potrebbe essere ulteriormente incrementata per sostenere famiglie in condizioni particolari: pensiamo ad esempio al caso in cui sia presente un figlio con un handicap, oppure al caso di una famiglia con un solo genitore.
Si ipotizza che, se questa misura verrà applicata, per ogni figlio sotto i sei anni potrebbero essere erogati in totale 28.000 euro, una cifra non indifferente, che andrebbe a coprire le spese per le necessità dei primi anni di vita del figlio. Indubbiamente questo sostegno sarebbe di grande entità, tuttavia il problema al momento riguarderebbe i fondi a disposizione del governo per coprire una misura così ampia.
Si ricorda anche che, secondo le ipotesi, il sostegno potrebbe arrivare ad un’ampia platea di beneficiari, perché la soglia di reddito delle coppie interessate sarebbe fino a 90.000 euro all’anno.
Attualmente la soglia dell’Assegno Unico è molto inferiore a questo limite, e la nuova misura potrebbe interessare moltissimi italiani, comportando la necessità per il governo di trovare nuove risorse da destinare.
Cos’è e come dovrebbe funzionare l’Assegno di Gioventù
Oltre al Reddito di Infanzia, il nuovo Piano Famiglia prevede l’introduzione di un nuovo Assegno di Gioventù, dedicato ai figli dai 7 fino a 25 anni di età. Questo aiuto economico secondo le ipotesi avrebbe un importo mensile inferiore al precedente:
- ovvero di 250 euro al mese,
- ma con erogazione per un periodo di tempo più lungo.
Questo aiuto economico riguarda principalmente le spese da destinare all’istruzione scolastica e alla formazione dei figli a carico delle famiglie. Ad oggi infatti i costi da sostenere per gli studi sono piuttosto elevati per le famiglie italiane, e questo può essere considerato come uno dei fattori che scoraggiano la natalità.
L’obiettivo di questa misura è quello di sostenere il diritto allo studio, i cui importi riguardano esclusivamente i figli che continuano gli studi. A proposito della scuola, con il nuovo Piano Famiglia si prevede una attenzione particolare anche verso gli asili nido.
A questo proposito il governo ha parlato di interventi come il prolungamento dell’orario di servizio degli asili nido, l’eventuale apertura nei mesi estivi, e una visione di asilo nido familiare simile a quella tedesca.
Ulteriori interventi fiscali e misure per le famiglie
Il nuovo Piano Famiglia per il momento rimane ancora solamente una proposta, e lo scoglio più difficile da superare per il governo sarà il reperimento delle risorse per mettere in campo misure di così ampia portata.
Tuttavia si prevedono interventi specifici anche sul piano fiscale, con l’obiettivo di ridurre le tasse alle famiglie con figli. Si ipotizza l’introduzione del quoziente familiare, ovvero di un calcolo delle tasse da versare basato non più sul singolo stipendio, ma su tutti i componenti di un nucleo familiare.
Si ipotizza il passaggio al quoziente familiare per tutelare principalmente le famiglie con figli a carico fiscale, e per garantire un sistema più equo e progressivo.
Infine si intravede anche un nuovo intervento sui congedi di maternità e paternità, con possibili estensioni dei giorni di congedo che si possono richiedere alla nascita di un figlio e successivamente.
Un’ipotesi interessante che rientra nel nuovo Piano Famiglia riguarda la possibilità di portare in detrazione fiscale le spese collegate alla consulenza di psicoterapia o psicologica, sia di coppia che individuale, per i neogenitori.
Un’altra misura proposta è quella di introdurre regole più stringenti per i locali commerciali e gli spazi al pubblico, che devono essere dotati di uno spazio apposito con fasciatoio. Infine il piano include anche alcune misure per favorire l’accesso al lavoro per le donne, con un risparmio sui contributi previdenziali per le imprese che assumono dipendenti donne.