Reddito di cittadinanza e Green pass sono due temi che in comune hanno il fatto di aver generato diverse critiche; opinioni molto diverse tra loro e la divisione nel partito dei favorevoli e in quello dei contrari.
Se il RdC è presente in Italia ormai da alcuni anni, ed è il frutto di una precisa scelta politica per controbattere alla crisi occupazionale, invece il Green pass – come è ben noto – consiste in un documento la cui ideazione è piuttosto recente. Esso si ricollega ai nefasti effetti della pandemia ed è mirato a garantire un progressivo ritorno alla normalità delle attività lavorative e del tempo libero, nel rispetto delle condizioni di sicurezza sanitaria.
Ebbene, tutti coloro che sono destinatari del suddetto sussidio debbono fare attenzione; se non vogliono perdere l’assegno mensile, è auspicabile che ottengano quanto prima il certificato verde. Per quale motivo? Lo spieghiamo di seguito.
Reddito di cittadinanza, stop senza Green Pass: è un caso di ‘assenza ingiustificata’
Occorre sgomberare il campo da ogni possibile dubbio. Il Green pass oggi è necessario per una pluralità di attività, e serve per poter varcare l’ingresso dell’ufficio. Ma soprattutto – ed è ciò che qui interessa rimarcare – aver con sé il certificato verde consente di partecipare ai cd. PUC (progetti utili alla collettività, previsti per i beneficiari del RdC).
In altre parole, colui che fosse sprovvisto del Green Pass è da ritenersi “assente ingiustificato”. Attenzione a questo dettaglio nient’affatto secondario: l’assenza ingiustificata di un solo giorno fa scattare la decadenza immediata dal reddito di cittadinanza. Insomma, in questo specifico contesto non vi è alcuna regola di garanzia, come invece è per i lavoratori subordinati, che comunque mantengono il diritto alla conservazione del posto, nel caso non abbiano il Green pass.
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Ricordiamo che oggi questo documento rappresenta un documento fondamentale per lavorare. Anzi, il nostro paese è il primo in Europa nel quale non è ammesso lavorare senza il Green pass valido in mano.
Il documento è ufficialmente operativo dal 15 ottobre con l’entrata in vigore dell’art. 3 del dl n. 127 del 2021, che ha allargato l’obbligo di avere la certificazione verde a tutto il mondo del lavoro, pubblico e privato. Almeno fino alla fine dell’anno, il possesso del Green pass è requisito obbligatorio per accedere ai luoghi di lavoro. Ma il certificato serve anche a svolgere prestazioni nell’ambito della formazione e del volontariato.
Stop al Reddito di cittadinanza senza Green Pass: la nota del Ministero del Lavoro
Vi è una nota del Ministero del Lavoro, ossia la n. 8526 dello scorso 29 ottobre, che di fatto precisa quali sono i concreti rischi per il beneficiario del RdC che non intende conseguire il Green Pass – e dunque presumibilmente, non intende vaccinarsi contro il coronavirus. Di fatto senza Green pass, spiega la nota, non si potrà richiedere il sussidio di contrasto alla povertà; alla disuguaglianza e all’esclusione sociale.
Ecco che cosa è indicato nella nota ministeriale:
“nei confronti dei beneficiari del Reddito di cittadinanza si applicano le tutele in materia di salute e sicurezza e i medesimi sono tenuti ai relativi obblighi. L’articolo 4 del DM 22 ottobre 2019 dispone infatti che “Ai beneficiari del Rdc impegnati nei PUC si applicano gli obblighi in materia di salute e sicurezza previsti in relazione ai soggetti di cui all’articolo 3, comma 12-bis, del decreto legislativo 9 aprile 2008, n. 81 e successive modificazioni, nonché le previsioni di cui al decreto del Presidente della Repubblica 30 giugno 1965, n. 1124”.
Min. Lavoro Nota 8526 del 29-10-2021 - PUC - Green pass (259,3 KiB, 204 hits)
Reddito di cittadinanza: l’escamotage suggerito dal Ministero del Lavoro
Dal punto di vista pratico, nelle circostanze in cui il beneficiario del reddito di cittadinanza compia la propria prestazione presso un datore di lavoro, egli ha diritto a ottenere informazioni sui rischi specifici, sussistenti nell’ambiente nel quale va a lavorare e sulle misure di prevenzione ed emergenza adottate.
Ecco come si spiega l’obbligo del certificato verde anche per i suddetti PUC: il destinatario del reddito di cittadinanza è tenuto ad esibire il Green pass – o eventuali certificazioni che lo esonerano, perché persona esente dalla campagna di vaccinazione – e ovviamente ad osservare tutte le regole sanitarie valevoli nel contesto in cui è attivato il PUC stesso.
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Concludendo, il Ministero del Lavoro ha però altresì suggerito un escamotage, da utilizzare nel caso in cui il beneficiario del RdC non voglia dotarsi del certificato verde. Ebbene, si può scegliere per la rinuncia al reddito di cittadinanza, per impedire che si verifichi la decadenza. Per questa via, la nuova richiesta del sussidio può essere fatta però solo dopo 18 mesi, così come previsto dalle norme in materia.