Con il cambio di Governo, il futuro del reddito di cittadinanza sembra segnato. In molti in questo periodo si stanno chiedendo infatti quando sarà cancellato il sussidio contro la povertà e a favore della ricerca attiva del lavoro, voluto con forza più di tre anni fa dal M5S. Ebbene, quel che è certo è che sembra piuttosto chiaro che la nuova maggioranza intende rivedere completamente il RdC: secondo alcuni potrebbe essere eliminato del tutto, secondo altri potrebbe ‘sopravvivere’ ma soltanto per i beneficiari che non sono nelle condizioni psicofisiche di poter trovare un lavoro. D’altronde, l’eliminazione di questa misura permetterebbe alle istituzioni di risparmiare risorse, per destinarle ad altre congeniali ed opportune misure in questo delicato momento storico.
Nel frattempo però il reddito di cittadinanza resta in piedi, ed anzi abbiamo alcune importanti novità in relazione all’aggiornamento della domanda telematica Inps di accesso al sussidio.
Queste seguono alla novità dello scorso luglio, con cui l’istituto di previdenza aveva già modificato il modulo di domanda di reddito di cittadinanza, per attuare quanto previsto nella legge di bilancio 2022. In quelle circostanze si trattava della dichiarazione di immediata disponibilità al lavoro (la cd. Did), che diveniva automatica con la domanda di reddito di cittadinanza.
Ma dunque che cosa è nuovamente cambiato? Scopriamolo in sintesi nel corso di questo articolo.
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Novità reddito di cittadinanza nel Quadro F del modello di domanda
In verità, le ultime notizie riguardano sia il reddito di cittadinanza che la pensione di cittadinanza, con l’aggiornamento della domanda telematica Inps che è attuazione di quanto introdotto con l’ultima legge di Bilancio. Le modifiche sono giunte nel messaggio n. 3684 del 7 ottobre 2022 dell’istituto, e costituiscono di fatto una semplificazione del “Quadro F” del modello di domanda, il quale include le informazioni sulle condizioni necessarie per ricevere il beneficio.
In particolare il modello di domanda non si rivede per quel che attiene alle informazioni sulle misure cautelari e sulle condanne definitive del percettore del reddito di cittadinanza e del suo nucleo familiare, per gli illeciti penali. Infatti, allo scopo di facilitare la compilazione della domanda per il RdC, nel cosiddetto “Quadro F – Condizioni necessarie per godere del beneficio“, i dati del richiedente sono ora distinti da quelli del suo nucleo familiare. In particolare questa è l’attuale situazione:
- per il richiedente c’è una casella che chiede di confermare di non essere stato sottoposto a custodia cautelare in carcere, né a condanna definitiva per alcuni specifici reati;
- per quanto riguarda il nucleo familiare, invece, sono richieste le informazioni su possibili membri che si trovano in prigione, ricoverati in istituti di cura di lunga degenza (o differenti strutture residenziali), o disoccupati dopo aver dato dimissioni volontarie.
Rispetto alla modifica dello scorso luglio, l’ultima novità è di livello più che altro formale. Infatti, il cambiamento del Quadro F consente di immettere più facilmente i propri dati in tema di eventuali condanne definitive e misure cautelari in carcere, distinguendoli dalle informazioni sul proprio nucleo familiare.
Revoca del reddito di cittadinanza a causa di una condanna penale
La legge di Bilancio 2022 ha rivisto le regole per ciò che attiene ai controlli sulla sussistenza di condanne che possono far perdere il reddito di cittadinanza, scattandone la revoca. Al fine di verificare la presenza di condanne passate in giudicato, l’elenco dei titolari del reddito di cittadinanza verrà fatto pervenire al Ministero della Giustizia. Il controllo di per sé è molto rapido ed è compiuto su tutti coloro che richiedono o incassano il reddito di cittadinanza, tramite il Casellario centrale.
Per quanto riguarda i reati che portano alla revoca della misura contro la povertà, ci si riferisce agli illeciti penali di cui si trova traccia nel decreto legge n.4 del 2019 in materia di RdC e pensioni, al comma 3 dell’art. 7.
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Nel caso di condanna per uno degli illeciti cui la norma fa riferimento per il percettore del reddito di cittadinanza, la revoca della prestazione è automatica e retroattiva; si impone quindi la restituzione allo Stato quanto del RdC. Non solo: la condanna penale implica il divieto di nuova richiesta del reddito di cittadinanza nei dieci anni successivi alla condanna.
Ricordiamo infine che, in verità, sono state svariate le novità apposte dall’ultima legge di Bilancio nei confronti del reddito di cittadinanza: pensiamo alle due – e non più tre – offerte di lavoro a cui si può dire no prima di perdere il beneficio, oppure al coinvolgimento degli enti locali nell’utilizzo dei percettori del reddito di cittadinanza.
In ogni caso, per il quadro con tutte le informazioni di dettaglio, rinviamo al messaggio Inps n. 3684 del 7 ottobre.