La strage avvenuta nel cantiere Esselunga di Firenze riapre una ferita mai chiusa in Italia: gli incidenti sul posto di lavoro nel nostro paese sono troppi. E, soprattutto, rende nuovamente d’attualità la necessità di proporre una legge attraverso la quale i lavoratori possano essere maggiormente tutelati.
È assurdo, infatti, che nel 2024 si continui a morire sul posto di lavoro, perché non sono state rispettare le più elementari regole di sicurezza. Nel 2023, purtroppo, hanno perso la vita per un incidente avvenuto sul posto di lavoro qualcosa come 1.041 persone (sono i dati delle denunce arrivate nel corso del 2023 direttamente all’Inail).
E’ per contrastare questo fenomeno che da anni ormai si discute nel nostro paese di rafforzare le sanzioni fino ad arrivare addirittura all’introduzione di un reato specifico, ossia il reato di omicidio sul lavoro.
Infortuni sul lavoro: muoiono tre persone al giorno
Complessivamente nel 2023 sono stati 1.041 gli incidenti mortali avvenuti sul posto di lavoro. Ammontano a questa cifra il numero delle denunce che sono arrivate all’Inail nel corso dei dodici mesi dello scorso anno. Stiamo parlando di qualcosa come tre morti al giorno.
Vite perse trasversalmente nei cantieri, nelle fabbriche, nei campi o più semplicemente lungo le strade per recarsi sul posto di lavoro. Tra gennaio e dicembre 2023 le denunce di infortunio presentate all’Inail sono state 585.000, in calo del 16,1% rispetto al 2022. Di queste 1.041 (in calo del 4,5%) sono stati degli incidenti mortali.
Aumentano, invece, le malattie professionali, che sono state quasi 73.000, in crescita del 19,7%. Gli infortuni sul lavoro, sostanzialmente, sono calati per un minor impatto dei casi Covid, che aveva condizionato in maniera pesante gli ultimi anni.
La proposta di legge sul reato di omicidio e lesioni sul lavoro
I numeri che abbiamo visto fin qui rendono quanto mai attuale l’idea di introdurre una legge sull’omicidio sul lavoro. Un progetto che se parla da anni e che prende spunto dalla normativa relativa al reato sull’omicidio stradale (così come previsto dalla Legge n. 41/2016). Sono anni, ormai che se ne parla, e l’ipotesi che è ventilata più volte è quella di muoversi sulla falsariga di quello che è avvenuto per il codice della strada ed applicarlo, in qualche modo, anche agli infortuni sul lavoro e alle malattie professionali.
Gli incidenti mortali sul lavoro, periodicamente, indignano l’opinione pubblica e non lasciano indifferente il legislatore. Anche se, praticamente parlando, sono anni che se ne parla, senza che sia stata realmente attivata una legge che possa in qualche modo tutelare chi lavora.
Reato di omicidio sul lavoro: quali sono le eventuali punizioni previste
La proposta di legge, che istituirebbe il reato di omicidio sul lavoro, attribuirebbe una rilevanza penale ad una serie di condotte, che sarebbero graduate in base al grado di colpa e alle violazioni che sono state effettuare sulla sicurezza.
Tra le proposte che sono state avanzate nel corso degli anni, ci sarebbe la reclusione da due a sette anni per l’omicidio commesso in violazione delle norme sugli infortuni sul lavoro e delle malattie professionali.
Un aggravamento della pena sarebbe previsto nel caso in cui il datore di lavoro non dovesse adempiere alla valutazione dei rischi e alla nomina di un responsabile sicurezza e prevenzione. La reclusione passerebbe dai cinque ai dieci anni nel caso in cui la morte fosse causata per aver messo a disposizione del lavoratore degli strumenti non conformi alla normativa europea. Reclusione che salirebbe da otto a dodici anni, nel caso in cui il lavoratore dovesse morire. Nel caso in cui la morte fosse stata causata da più persone, la pena potrebbe arrivare ad essere pari a diciotto anni di carcere.
La proposta prevederebbe, inoltre, la reclusione da tre mesi ad un anno del datore di lavoro per le lesioni gravi e da uno a tre anni per le lesioni gravissime procurate al lavoratore.
Reato di omicidio sul lavoro: non tutti sono d’accordo
Abbiamo citato alcune proposte di legge per introdurre il reato di omicidio sul posto di lavoro. Premettiamo che sono progetti di cui si discute almeno dal 2017, ma che per il momento non sono stati formalizzati in alcun modo.
Anzi. Proprio in queste ore Carlo Nordio si è detto contrario all’ipotesi di introduzione del reato di omicidio e lesioni sul lavoro. Molto più semplicemente, al momento, si starebbe ragionando su una norma di coordinamento delle procure della Repubblica sulle attività di indagini.
Il tema, comunque vada, è stato rilanciato dai sindacati che in questi giorni sono scesi in piazza. E che hanno chiesto una trattativa seria su questo tema.
Di chiacchiere ne ho già sentite troppe – attacca Maurizio Landini, segretario Cgil – che non sia il solito film dove ci tengono mezz’ora a palazzo Chigi per poi fare quello che vogliono.
Aspetto che evidenzia anche Pierpaolo Bombardieri, segretario Uil:
Vorremmo dare il nostro contributo e avere testi scritti. Se il governo pensa di informarci su quello che ha già deciso siamo sulla strada sbagliata.
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