Il reddito di cittadinanza, come abbiamo avuto modo di ricordare più volte in queste pagine, non è mai stato una misura davvero bipartisan e fin dalla sua introduzione ha sempre diviso l’opinione pubblica tra chi lo considera effettivamente una misura anti povertà a favore dei disoccupati e chi invece lo ritiene soltanto una spesa ulteriore – ed evitabile – per le casse dello Stato.
Nel periodo della pandemia, il meccanismo del RdC è stato rilanciato allo scopo di aiutare a controbattere alle conseguenze negative sul fronte economico e come misura di sostegno contro la perdita del lavoro, ma oggi ci si continua ad interrogare sulla sua reale utilità e opportunità di conservarlo. Si tratta di riflessioni che inevitabilmente sono conseguenza anche delle tante notizie di cronaca sui casi di abuso dello strumento. E ciò senza contare tutti coloro che, come beneficiari del reddito di cittadinanza, non mostrano la necessaria determinazione a trovare un nuovo lavoro.
Ebbene, in questo quadro certamente non roseo per la misura, ecco il piano del Governo, che mira a coprire i circa 300mila posti di lavoro stagionali mancanti, senza far perdere il reddito di cittadinanza agli aventi diritto. Di che si tratta in sostanza? E come funzionerebbe? Di seguito, nel corso di questo articolo, cercheremo di chiarirlo. I dettagli.
Reddito di cittadinanza e lavoro stagionale: un piano ad hoc
Il ministro del Turismo Garavaglia, con il titolare del dicastero dell’Economia Franco e del Ministero del Lavoro Orlando hanno finora agito congiuntamente, al fine di mettere in atto un piano straordinario per l’estate. Come appena accennato, la finalità è quella di coprire i 300mila posti di lavoro stagionali mancanti, soprattutto in ambito turismo – senza far perdere il reddito di cittadinanza a coloro che ne beneficiano. Ben si comprendono le necessità in questo periodo del settore ristorazione, alberghi e strutture ricettive in generale: con il boom di visite post pandemia, sono necessari molte più risorse per far fronte alla crescente domanda di turismo.
L’idea di fondo è piuttosto evidente: rendere più compatibili occupazione estiva e sussidio per i prossimi tre mesi; garantendo a chi si impegna a lavorare di avere al contempo un contributo statale significativo, maggiore dell’attuale.
Al momento, infatti, quando un beneficiario del reddito di cittadinanza trova lavoro, il sussidio continua ad essere garantito soltanto come possibile integrazione per arrivare a un reddito totale di massimo 780 euro al mese a testa. In buona sostanza, le istituzioni stanno ragionando su un piano che superi lo schema attuale, che vede i percettori del RdC non incentivati ad accettare lavori da qualche centinaio di euro al mese.
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L’obbiettivo è la maggior compatibilità tra RdC e lavoro stagionale
Lo abbiamo accennato: il piano al quale stanno lavorando Orlando, Garavaglia e Franco mira a rendere più compatibili sussidio contro la povertà e la disoccupazione e impiego stagionale, consentendo di mantenere una parte di reddito di cittadinanza maggiore rispetto ad adesso. Siamo innanzi ad un intervento d’emergenza, mirato a coprire la falla dei 300mila posti vacanti in quest’ultimo periodo. Ecco il perché dell’iniziativa dei tre Ministri, di cui molto di sta discutendo in questi giorni.
Il progetto mirato a combinare lavoro stagionale nel turismo e RdC ha ormai assunto connotati piuttosto precisi; ma sono questi i giorni decisivi per capire se il piano tradurrà l’iniziativa in realtà. Vero è che non si tratta di una novità assoluta: infatti, una proposta simile era stata già fatta circa sei mesi fa dal gruppo di lavoro – avente ad oggetto proprio il reddito di cittadinanza – guidato dalla sociologa Chiara Saraceno.
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Il piano intende incentivare i percettori del RdC ad accettare le offerte di lavoro
Secondo quanto osservato da questo gruppo di lavoro appare assai penalizzante l’attuale meccanismo di cumulo tra reddito di cittadinanza e lavoro. Anzi il problema è che al momento il reddito da lavoro pesa per l’80%; questo può condurre i percettori a rifiutare il posto per non perdere l’assegno. Ecco perché si parla insistentemente di novità e modifiche in materia.
Proprio la Saraceno, nei mesi scorsi, indicava – per chi comincia a lavorare – di tagliare l’assegno del reddito di cittadinanza non dell’80%, ma del 60%. Ciò al fine di premiare chi ha un lavoro con un guadagno più consistente.
In conclusione, staremo a vedere se il piano ad hoc, per rendere più compatibile reddito di cittadinanza con il lavoro stagionale, sarà davvero messo in pratica. E si auspica su ciò una discussione in Parlamento in tempi brevi. Secondo gli osservatori, vi sarebbero benefici per i percettori del RdC e per l’intero settore del lavoro stagionale, mentre il piano consentirebbe a chi accetta un contratto di lavoro per i mesi estivi di non perdere il contributo e conservarne una parte.