Oggi il coronavirus fa molta meno paura che in passato, ma le varianti estremamente contagiose e un quadro sanitario complessivo in continua evoluzione hanno condotto a rivedere e aggiornare il cd. Protocollo Covid nei luoghi di lavoro.
Nell’ambito di una riunione del 30 giugno – tenutasi tra Governo e Parti sociali – è stato infatti redatto un documento apposito, il quale indica che il datore di lavoro è obbligato ad informare tutti i lavoratori, e chiunque entri nel luogo di lavoro, del pericolo di contagio da coronavirus e di una serie di misure di sicurezza sanitaria da adottare. Il nuovo testo ha appunto la finalità di aggiornare e rinnovare gli anteriori accordi, sottoscritti dopo la dichiarazione dello stato di emergenza – e determina un nuovo insieme di regole.
Sì all’utilizzo dei dispositivi di protezione delle vie respiratorie, ovvero le mascherine FFP2: è l’azienda ad assicurarne la disponibilità, al fine di permetterne l’uso da parte dei lavoratori. Confermato anche l’accesso al lavoro in smart working, specialmente per coloro che rientrano nella categoria dei lavoratori fragili.
Vediamo allora nel corso di questo articolo quelle che sono le misure di maggior rilievo, contenuto nel Protocollo sulla salute e sicurezza aggiornato.
Leggi anche: nuovi obblighi di comunicazione ai lavoratori assunti, ecco le novità
Protocollo covid-19 luoghi di lavoro: l’aggiornamento è frutto di un lavoro condiviso
Lo abbiamo accennato in apertura: alcuni giorni fa, a seguito del confronto fra ministero del Lavoro, ministero della Salute, MISE, INAIL e parti sociali, è stato firmato il Protocollo sanitario condiviso, che rappresenta un sostanziale aggiornamento del quadro delle misure per la lotta e il contenimento della diffusione del coronavirus negli ambienti di lavoro.
L’aggiornamento del Protocollo sulla salute e sicurezza nei luoghi di lavoro è in verità successivo ad una riunione tecnica con i rappresentanti dei Ministeri della Salute, del Lavoro, dello Sviluppo Economico e di INAIL. In essa i partecipanti hanno discusso del quadro complessivo delle misure di prevenzione, tenuto conto del brusco aumento dei contagi di queste settimane.
Nel citato testo del 30 giugno, suddiviso in 13 punti, l’ottica è ovviamente sempre quella di avere un’intesa complessiva sulle misure e regole da adottare per fronteggiare i rischi sanitari, con la partecipazione e la collaborazione di tutte le istituzioni.
Non a caso, il Protocollo aggiorna le misure in considerazione dei plurimi provvedimenti adottati dal Governo, dal ministero della Salute, ed anche delle leggi vigenti in materia. Ecco perché si può affermare che il documento contenga linee guida frutto dell’accordo tra le parti, allo scopo di agevolare le aziende nell’adozione di protocolli di sicurezza anti-contagio.
Protocollo covid nei luoghi di lavoro: la panoramica delle misure aggiornate
Venendo a questo punto al dettaglio delle singole misure in tema di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro, il Protocollo aggiornato prevede quanto segue:
- obblighi di informazione a tutti i lavoratori, e a tutti coloro che entrino nel luogo di lavoro, del rischio di contagio da coronavirus;
- obblighi di sorveglianza sanitaria in capo all’azienda;
- misure ad hoc per quanto attiene alle modalità di ingresso nei luoghi di lavoro (orari scaglionati per entrata e uscita dei dipendenti);
- obbligo di fornire detergenti per le mani, accessibili a tutti i lavoratori anche con specifici dispenser collocati in punti facilmente accessibili;
- regole aggiornate in tema di pulizia giornaliera, di sanificazione periodica dei locali e di ricambio dell’aria;
- istruzioni sulle precauzioni igieniche personali;
- regole per quanto riguarda la gestione degli spazi comuni e di una persona sintomatica nel luogo di lavoro;
- garanzie di protezione rafforzata dei lavoratori fragili (proroga smart working).
Nel protocollo sono considerati anche i casi dei lavoratori dipendenti da aziende terze, che operano nello stesso sito produttivo (ad es. i manutentori), che risultassero positivi al tampone. In dette circostanze, l’appaltatore dovrà informare senza indugio il committente, per il tramite del medico competente.
Leggi anche: bonus psicologo 2022 al via da fine luglio, ecco come e quando fare domanda
Obbligo di mascherina a lavoro o semplice raccomandazione? Il Protocollo fa chiarezza
In particolare, per quanto riguarda i dispositivi di protezione delle vie respiratorie, il Protocollo sulla salute e sicurezza aggiornato ha ribadito che l’uso dei dispositivi di protezione delle vie respiratorie (mascherine FFP2) continua a rappresentare uno strumento di tutela essenziale, per la tutela della salute del singolo lavoratore e di tutta la collettività.
Ecco perché dal testo del Protocollo aggiornato emerge che, da ora in poi, l’utilizzo delle mascherine sarà stabilito azienda per azienda, su apposita indicazione del medico competente o del responsabile del servizio di prevenzione e protezione. Come noto, in alcuni settori lavorativi l’uso delle mascherine permane obbligatorio (sanità, trasporti ecc.).
Previsto altresì per il datore di lavoro l’obbligo di garantire la disponibilità di FFP2, per permetterne ai lavoratori l’utilizzo.
Sul lavoratore invece ricade l’obbligo di restare a casa in presenza di febbre (oltre 37.5° C) o altri sintomi influenzali, e di chiamare il proprio medico di famiglia e l’autorità sanitaria. Non solo. Per il dipendente anche l’impegno a rispettare tutte le disposizioni delle autorità sanitarie e del datore di lavoro nel fare accesso in azienda, e quello di informare tempestivamente e responsabilmente della sussistenza di qualsiasi sintomo influenzale nel corso della prestazione lavorativa – avendo cura di restare ad adeguata distanza dalle persone presenti.
Concludendo, ricordiamo che se il quadro epidemiologico non imporrà un nuovo aggiornamento anticipato, il nuovo Protocollo sulla salute e sicurezza nei luoghi di lavoro permarrà in vigore fino al 31 ottobre di quest’anno.