Il lavoro nero è una vera e propria piaga per il mondo dell’occupazione in Italia, come periodicamente confermato dai dati Istat. Ecco perché non deve sorprendere la predisposizione del cd. Piano nazionale per la lotta al lavoro sommerso, ossia una delle tante sfide che le istituzioni dovranno affrontare nel corso del 2022. Ciò al fine di rilanciare davvero il mercato del lavoro nostrano, favorire le opportunità di occupazione e il rispetto delle norme di legge contro il lavoro irregolare.
E ricordiamo subito che, per quanto riguarda gli effetti in termini di emersione del lavoro nero, il PNRR pone come obiettivo la riduzione di almeno un terzo della distanza tra dato italiano e media europea.
Di seguito intendiamo fare il punto circa l’iter di formulazione, stesura e introduzione del citato Piano nazionale contro il lavoro nero, che appare – oggi più che mai – una tappa assai significativa nel contrasto ad un fenomeno che, anche a seguito della pandemia e delle sue conseguenze, si è radicato in tantissimi contesti lavorativi.
Piano nazionale contro il lavoro nero: il tavolo tecnico per combattere il fenomeno
Interessante notare che il lavoro nero è diffuso in moltissimi settori, ma vero è che il lavoro domestico resta l’ambito con la maggiore presenza di occupazione irregolare (tasso di irregolarità 57,0%, dati ISTAT 2019). Si tratta di un dato molto al di sopra rispetto alla media di tutti i settori (12,6%). In termini pratici, quanto comunicato dall’Istituto nazionale di statistica ci fa capire che i circa 920 mila lavoratori domestici registrati all’INPS rappresentano soltanto meno della metà del totale, che oltrepassa dunque i 2 milioni di unità.
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In termini più generali, occorre dunque agire con immediatezza per contrastare il sommerso. Nei giorni scorsi si è svolto il primo incontro del tavolo tecnico istituito con decreto ministeriale ad hoc. Il tavolo ha appunto la finalità di elaborare un Piano nazionale di contrasto al lavoro sommerso, nei vari settori dell’economia.
Non vi sono particolari dubbi a riguardo: il documento, già previsto dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) intende far emergere il lavoro irregolare, proteggendo così i diritti dei lavoratori e favorendo il rispetto delle leggi vigenti.
In questa direzione va peraltro il rafforzamento delle attività di controllo da parte dell’Ispettorato nazionale del Lavoro, in virtù di un aumento del personale, come previsto dal Decreto Fiscale 2022.
Il tavolo tecnico contro il sommerso: le misure da approntare
Questa serie di incontri al tavolo tecnico consentirà di elaborare una serie di misure utili a contrastare la diffusione del lavoro nero e a scoraggiare tutti coloro che intendono fare ricorso ad esso. In particolare, dal tavolo tecnico dovranno emergere:
- le misure di contrasto al lavoro nero più opportune;
- la strategia dell’attività ispettiva, comprensiva dei piani annuali specifici per tipologie di sommerso, settori produttivi e territori;
- i criteri per il monitoraggio di traguardi e obiettivi di cui al Piano;
- le tipologie di denuncia da parte dei lavoratori obbligati a lavorare in nero;
- le modalità di collaborazione con le parti sociali.
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Chi sono i partecipanti all’iniziativa? L’elenco completo
Non pochi coloro che parteciperanno, nel corso di questi mesi, alle riunioni del tavolo tecnico in oggetto. Infatti vi saranno funzionari del Ministero degli Interni; del Ministero del Lavoro; dell’Inps; dell’Inail; dell’Ocse; della Guardia di Finanza; dell’Ispettorato Nazionale del Lavoro; del Comando Carabinieri per la Tutela del Lavoro; della Banca d’Italia; il direttore di Anpal; altri esperti e tecnici del settore e un rappresentante della Conferenza delle Regioni e delle Province Autonome.
L’ottica è infatti quella della maggior collaborazione e condivisione possibile, in termini di idee, proposte e piani per attuarle.
Quali sono le tempistiche per la redazione e introduzione del Piano nazionale contro il lavoro nero?
A fine febbraio 2022 il Ministro del Lavoro Andrea Orlando ha sottoscritto il decreto che dà il via alle consultazioni mirate ad analizzare, rielaborare e tradurre in misure efficaci e pratiche i dati più recenti relativi al fenomeno.
Sul piano della durata dell’iniziativa del tavolo tecnico, occorre ricordare che i lavori andranno avanti – con un articolato ciclo di incontri – fino al 15 ottobre 2022. Si tratta del termine ultimo previsto dal PNRR per la definizione del Piano nazionale per la lotta al lavoro nero.
A seguito della stesura del Piano, il Ministro Orlando si occuperà poi di adottare formalmente il testo, per il tramite di un decreto ministeriale. Per quanto riguarda invece l’entrata in vigore del Piano nazionale contro il lavoro nero, essa è stata fissata il giorno 31 dicembre 2022.
Piano nazionale contro il lavoro nero e PNRR
Anche in un’ottica di raggiungimento di alcuni degli obbiettivi di cui al Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, la definizione del Piano nazionale per il contrasto al lavoro nero deve intendersi essenziale. Infatti, il contrasto all’impiego di personale senza un regolare contratto consiste in una delle due riforme che formano la cornice delle “Politiche attive del lavoro e sostegno all’occupazione“, la missione n. 5 del PNRR.
In concreto, la strategia di lotta al sommerso si dovrà basare su prevenzione e reinserimento delle vittime di lavoro irregolare; comporterà il coinvolgimento di tutti gli attori rilevanti, e implicherà più controlli e sanzioni. A questi elementi dovrà certamente fare riferimento il futuro Piano nazionale per la lotta al lavoro nero.
All’orizzonte vi è dunque la messa a punto di una struttura di governance organizzata e definita, che consenta di dare luogo ad azioni identificate come obbligatorie per contrastare il fenomeno. Ma il Piano che scaturirà dagli incontri al tavolo tecnico, dovrà includere altresì deterrenti che scoraggino il datore di lavoro dall’uso di lavoratori senza regolare contratto. In altre parole, il Piano dovrà far capire a tutti che l’iscrizione nell’economia regolare è e sarà più vantaggiosa economicamente. Pensiamo ad es. a misure come gli incentivi economici a favore del lavoro regolare e ai più frequenti controlli, approfonditi e con condivisione di informazioni tra autorità.